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Atti su aumenti indennità per sindaco, assessori e presidente “imboscati” per otto mesi

Il movimento “San Lucido Idee per il Futuro” condivide l'analisi critica del movimento “Sud -Verso il Futuro” e propone di rinunciare agli “stipendi”

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Il transito dei mezzi pesanti dentro San Lucido

SAN LUCIDO (Cs) – Il movimento “San Lucido Idee per il Futuro” interviene nel dibattito sanlucidano inerente gli aumenti di indennità deliberati in favore di sindaco, assessori e presidente del consiglio, recentemente evidenziati dal Movimento “Sud -Verso il Futuro”, per offrire un «contributo di verità» (https://www.calabriainchieste.it/2023/11/03/nunziata-e-minervino-sindaco-giunta-e-presidente-si-aumento-le-indennita-di-carica-gia-lievitate-lo-scorso-anno/).

«Innanzitutto la polemica sulle fake news, rilanciata da alcune associazioni locali – premette il movimento – certamente non può riguardare quanto sostenuto da Nunziata e Minervino, visto che hanno esposto dati e numeri facilmente reperibili tra gli atti pubblici presenti sull’albo pretorio del Comune di San Lucido.

Invece una polemica la meriterebbe il fatto che tali aumenti sono stati resi pubblici otto mesi dopo la loro approvazione, in spregio alla tanto osannata trasparenza, ma questa è un’altra storia.

Sul punto, è bene ricordare che storicamente la previsione legislativa di una indennità di funzione per sindaco, assessori e presidente del consiglio, nasce sostanzialmente per compensare l’eventuale perdita di reddito derivante dalla possibile interruzione dell’attività lavorativa.

Un pensionato che non svolge più alcuna attività lavorativa, ad esempio, non subisce nessuna perdita di reddito dallo svolgimento delle funzioni pubbliche e, pertanto, ben potrebbe rinunciare all’indennità di funzione.

Stessa cosa potrebbe dirsi per un disoccupato, che non dovrebbe mai ritenere lo svolgimento della funzione pubblica un “lavoro”, in quanto fare il sindaco, l’assessore o il presidente del consiglio, è essenzialmente un servizio onorario, dunque un’attività essenzialmente gratuita e posta in essere, con onore, al servizio dei cittadini che li hanno eletti.

Sarebbe un bel guaio se la persona eletta considerasse l’indennità di funzione alla stregua di uno stipendio, dunque di un suo diritto, confondendo totalmente il suo ruolo al servizio della comunità.

Questo per dire che se la normativa consente l’aumento, non è detto che chi governa debba intascarselo.

Anzi, a leggere bene la stessa normativa, i commi da 583 a 587 della legge n. 234 del 30 dicembre 2021 (legge di Bilancio 2022) prevedono un semplice “concorso” dello Stato alla copertura dell’onere sostenuto dai comuni per l’incremento delle indennità di funzione, il che significa che tali aumenti saranno sostanzialmente coperti dal bilancio comunale, ossia pagati direttamente dai cittadini.

E, sempre per informare preventivamente, è bene sapere che dal 2024 le indennità aumenteranno ancora (per il sindaco, da euro 3.524,55 a euro 4.002,00).

Ed allora, è pertinente la riflessione politica dedicata in questi giorni al tema: tali aumenti, sebbene consentiti, sono giusti e opportuni?

È giusto e opportuno che gli amministratori possano guadagnare quanto un alto funzionario della pubblica amministrazione, o sarebbe giusto e opportuno, vista anche la grave crisi economica che morde il nostro paese e viste le tante famiglie in difficoltà, che sindaco, assessori e presidente del consiglio destinassero perlomeno tali aumenti, se non l’intera indennità di funzione, ad altre attività di utilità sociale?

Sul punto, desideriamo informare i lettori che la rinuncia condizionata all’indennità di carica, con vincolo ad una specifica destinazione, non è soltanto possibile, ma sinceramente auspicabile!

Con tale procedura, la somma che sarebbe spettata agli amministratori viene acquisita dal Comune, ma viene destinata alla specifica finalità indicata nella rinuncia. Ad esempio, il sindaco potrebbe rinunciare all’indennità di carica per destinarla a un fondo di solidarietà per i cittadini in difficoltà economica, alla realizzazione di un’opera pubblica, alla realizzazione di servizi turistici o alla creazione di un parco giochi per bambini. Opere per le quali tutto il mondo dell’associazionismo, ontologicamente senza finalità di lucro, dovrebbe battersi quotidianamente.

La rinuncia condizionata è un atto che può avere un impatto significativo sul bilancio del Comune. In caso di rinuncia all’indennità di carica, il Comune risparmia una somma di denaro che può essere destinata ad altre finalità. Può quindi essere un gesto simbolico di vicinanza ai cittadini, ma può anche avere un impatto concreto sulla gestione delle risorse pubbliche.

Non è un caso se negli ultimi anni si è assistito a un aumento impressionante del numero di comuni in cui i sindaci hanno rinunciato all’indennità di carica, anche in forma condizionata. Questo fenomeno è probabilmente dovuto non solo alla crisi economica, ma anche alla crescente attenzione dei cittadini alla trasparenza e alla responsabilità degli amministratori pubblici.

Secondo i dati raccolti da Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), al 31 ottobre 2023, in 1.725 comuni italiani (52 in Calabria), sindaco e giunta hanno destinato l’aumento di indennità previsto dalla legge di bilancio 2023 ad altre finalità.

La destinazione più comune è stata la creazione di un fondo di solidarietà per i cittadini in difficoltà economica.

In questi comuni, l’aumento di indennità è stato destinato a finanziare interventi di assistenza sociale, come il sostegno a famiglie in difficoltà, il pagamento di bollette e spese mediche, o la distribuzione di generi alimentari.

Un’altra destinazione usuale è stata la realizzazione di opere pubbliche, gli interventi di manutenzione stradale, di ristrutturazione di edifici pubblici, la realizzazione di nuovi impianti sportivi o culturali, la promozione della cultura, del turismo o dello sport.

Se sindaco, assessori e presidente del consiglio comunale rinunceranno alle loro indennità per sensibilità e vicinanza verso i sanlucidani, saremo i primi a manifestare un pubblico plauso», conclude il movimento “San Lucido Idee per il Futuro” .