Una veduta di Cosenza

COSENZA – Un nutrito gruppo di personalità del mondo delle professioni, della politica e dell’associazionismo hanno aderito all’iniziativa, lanciata sabato 18 novembre a Cosenza, e promossa dal Coordinamento delle Associazioni civiche “Diritto alla città” con cui si chiede di «apporre un vincolo paesaggistico alla porzione otto-novecentesca della città che ha, ormai, più di 100 anni e che riveste un notevole interesse pubblico di carattere urbanistico e architettonico – il quartiere fine ‘800-inizi ‘900 della Riforma, Corso Umberto, Viale Trieste e tutto l’armonioso quartiere degli anni ’30 del ‘900 che si sviluppa intorno a Piazza Cappello e Piazza XXV luglio – e anche alle rive destra e sinistra del Crati per ragioni ambientali e archeologiche perché nell’area del probabile tracciato dell’antica via consolare romana, ‘ab Regio ad Capuam’, detta Annia-Popilia».

Prosegue, dunque, la battaglia del sodalizio “Diritto alla Città”  (https://www.calabriainchieste.it/2023/11/03/a-cosenza-quartieri-sventrati-per-far-posto-a-nuovi-eco-mostri-sattiva-il-coordinamento-diritto-alla-citta/)

«I sottoscritti – si legge in una nota – sostengono le azioni del Coordinamento che vuole ripensare la città e rinvigorire e rafforzare la consapevolezza che sono i cittadini gli unici titolari del diritto alla città».

«Cittadini che, insieme, devono avere il potere di dar forma ai processi di urbanizzazione, ai modi in cui le nostre città vengono costruite e ricostruite. Bisogna farlo perché, come scrive David Harvey (2016), il diritto alla città “… non può essere ridotto a un diritto individuale di accesso alle risorse concentrate nella città stessa … perché è un diritto collettivo più che soggettivo, in quanto, per cambiare la città, è necessario esercitare un potere collettivo sul processo di urbanizzazione”».

I sottoscritti, consapevoli della rapidità e della consistenza della speculazione edilizia che si è abbattuta sulla città di Cosenza negli ultimi anni, sostengono con forza la lotta intrapresa dal Coordinamento “Diritto alla città” che – come primo passo concreto per porre un argine alla cementificazione ed alla disarticolazione del tessuto urbano, sociale ed economico cosentino – chiede al Ministero della Cultura ed alla Soprintendenza Abap di Cosenza una “Dichiarazione di notevole interesse pubblico ai sensi dell’art. 136, Comma 1 Lett. C, D.L. n. 42/2004 e S.M.I.” per l’ambito territoriale descritto e delimitato dal suddetto Coordinamento e da noi sinteticamente sopra riportato».

L’appello è sottoscritto da:

Irene Berlingò, archeologa;

Piero Bevilacqua, storico;

Roberto Budini Gattai, urbanista;

Pierluigi Caputo, archeologo;

Ottavio Cavalcanti, antropologo;

Domenico Cersosimo, economista;

Mariafrancesca D’Agostino, sociologa;

Amedeo di Maio, economista;

Piero Guzzo, archeologo;

Ferdinando Laghi, medico, ambientalista e consigliere regionale;

Sergio Nucci, medico;

Enzo Paolini, avvocato costituzionalista;

Rita Paris, archeologa;

Tonino Perna, economista;

Battista Sangineto, archeologo;

Salvatore Settis, archeologo;

Enzo Scandurra, urbanista;

Lucinia Speciale, storica dell’arte;

Armando Taliano Grasso, archeologo;

Vito Teti, antropologo; Alberto Ziparo, urbanista;

Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, Roma;

Osservatorio del Sud, Cosenza.