TORTORA (Cs) – Dopo oltre 10 anni la Corte di Cassazione ha messo la parola fine sull’ipotesi del disastro ambientale che aveva visto coinvolto gli amministratori della società Ecologica 2008 srl, condannando il Comune di Tortora al pagamento delle spese processuali e della somma di 3mila euro in favore della cassa delle ammende nonché a rifondere le spese di rappresentanza e difesa sostenute dagli imputati P.D. e C.R
Una vittoria su tutta la linea, dunque, quella della difesa, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Belvedere del foro di Paola, la cui tesi è stata accolta integralmente.
La vicenda, come si ricorderà, risale all’anno 2013, quando il Giudice per le indagini preliminari di Paola, su richiesta della locale Procura della Repubblica, aveva disposto il sequestro preventivo dell’impianto di depurazione delle acque, gestito dalla Ecologica 2008 srl, per diverse ipotesi di reato, tra cui quella di disastro ambientale.
All’esito del giudizio di primo grado gli imputati, con sentenza emessa dal Tribunale penale di Paola, Roberta Carotenuto, erano stati assolti perché il fatto non sussiste, ma il comune di Tortora aveva presentato prima appello e poi ricorso per Cassazione avverso la successiva sentenza con la quale l’8 febbraio 2023 la Terza Sezione Penale della Corte di Appello di Catanzaro aveva confermato la precedente sentenza resa dal Tribunale di Paola.
All’udienza del 16 novembre scorso, dunque, la Suprema Corte di Cassazione ha messo la parola fine alla vicenda giudiziaria del presunto disastro ambientale del fiume Noce, dichiarando inammissibile il ricorso presentato dal Comune di Tortora che è stato condannato al pagamento delle spese processuali e della somma di 3mila euro in favore della cassa delle ammende nonché a rifondere le spese di rappresentanza e difesa sostenute dagli imputati P.D. e C.R., difesi dall’avvocato Giuseppe Belvedere del foro di Paola che, nel corso dell’udienza, aveva concluso per la declaratoria di manifesta inammissibilità del ricorso