COSENZA – Oggi, 21 novembre, nella Chiesa di san Domenico in Cosenza, il vescovo emerito della Diocesi di Scalea-San Marco Argentano, Leonardo Bonanno, ha presieduto ed officiato la Santa Messa in onore di Maria di Nazareth, Santa Patrona dell’Arma dei Carabinieri, Virgo Fidelis dal 1949 quando Pio XI approvò tale invocazione individuata su proposta dell’arcivescovo Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone.

Alla presenza del comandante provinciale colonnello Agatino Saverio Spoto, si sono radunati i Carabinieri del Comando Provinciale brutio stretti, in un corale abbraccio, alle mogli, ai figli ed ai familiari dei nostri Carabinieri che hanno perso la vita al servizio per lo Stato, nell’adempimento del loro dovere.

Presenti alla cerimonia le massime autorità del capoluogo: il prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, il procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo, il presidente del Tribunale di Cosenza Maria Luisa Mingrone, il presidente della Provincia di Cosenza Rosaria Succurro, il sindaco di Cosenza Franz Caruso, il vice questore vicario di Cosenza, Giuseppe Lanaia, il comandante del 1^ Rgt. Bersaglieri, colonnello Francesco Ferrara e il comandante dei Vigili del fuoco Giampiero Rizzo, il presidente della Confcommercio di Cosenza e vice-presidente nazionale delle Camere di Commercio, Klaus Algieri.

Presenti anche i militari in congedo e le Benemerite delle Sezioni Anc di Cosenza, Acri, Rende, Montalto Uffugo e Bisignano con i rispettivi presidenti: Maurizio Saraceno, Giuseppe Vaccaro, Domenico Moretti, Emilio Salerno, Vitaliano Greco.

Monsignos Bonanno, nel corso dell’omelia, ha rammentato la solidità dei valori incarnati, nei due secoli di storia, dai martiri dell’Arma lungo una linea che nel nome della Fedeltà sino alla morte, unisce gli eroi di Sella Culqualber a Salvo d’Acquisto ai martiri di Fiesole, al generale Dalla Chiesa alle vittime del vile attentato di Nassiriya ed a quanti militari sacrificano ogni giorno il proprio bene più prezioso nell’adempimento del dovere a tutela delle popolazioni nazionali ed estere.

Valori raccolti attorno a tre virtù patrimonio di ogni Carabiniere e già appartenenti a Maria, Madre di Gesù: la fedeltà, la bussola che non consente di uscire dalla rotta della legalità e dell’amore verso i cittadini: è la virtù dell’eroismo e della rassicurazione sociale, un impegno sempre vivo a perseguire il bene collettivo con caparbietà e rigore nel rispetto del giuramento prestato;

la consapevolezza degli impegni assunti: è la virtù che rende il servizio prioritario sulle esigenze personali, che mette al primo posto il bene collettivo rispetto a quello individuale e che rende ogni Carabiniere convinto credente della necessità del proprio servizio a beneficio di quelle comunità dalle quali lui stesso proviene.

Infine il silenzio: “usi obbedir tacendo” recita uno dei motti più antichi dell’Arma: è la virtù dell’accettazione della propria missione e del conseguente sacrificio, da accogliere in funzione del bene successivo e necessario: la pace dei nostri paesi, l’affermazione della legalità, la vittoria dello Stato su intimidazioni e parassitismi.

Anche Maria serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore, in un silenzio che non era solo lo strumento per il raggiungimento della salvezza dell’Uomo attraverso il sacrificio di suo figlio Gesù, ma metafora di chi serve il prossimo con una presenza concreta, ma senza per questo voler essere necessariamente al centro della scena.

Il maresciallo capo Annabella Crocco, infine, ha letto la “Preghiera del Carabiniere”, cui è seguito l’ “Inno alla Virgo Fidelis ”.

Al termine della funzione religiosa, il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Spoto, ha ricordato i fatti d’arme per i quali fu concessa all’Arma dei Carabinieri la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare: il 21 novembre 1941 si consumò, in Africa Orientale, la battaglia di Culqualber.

Due Compagnie di Carabinieri Reali, stremati da tre mesi di assedio in difesa di un caposaldo montano, furono dapprima bombardati e quindi annientati in esito ad un ultimo, feroce, corpo a corpo.

È alla via tracciata da questi uomini e dai martiri di Nassiriya che ogni Carabiniere guarda traendo ispirazione e motivazione nelle quotidiane lotte contro il terrorismo e la criminalità e nel quotidiano impegno per aiutare e rassicurare le nostre amate collettività.