CATANZARO – La Corte d’Appello di Catanzaro ha disposto il non luogo a procedere nei confronti di Alessandro Curto, l’uomo che con il suo comportamento avrebbe causato l’aggressione a Davide Ferrerio, il giovane bolognese ridotto in fin di vita dopo l’aggressione subita l’11 agosto del 2022 a Crotone.
Alessandro Curto era il corteggiatore di Martina Perugino, la giovane all’epoca dei fatti minorenne. Aveva creato un profilo con un falso nome utilizzando quello di un ex fidanzato della giovane. La cosa aveva indispettito Anna Perugino, la mamma di Martina che aveva organizzato una sorta di trappola per scoprire la vera identità dello spasimante della figlia. Così aveva organizzato un appuntamento tra i due al quale, però si era presentata anche lei con altri parenti e con Nicolò Passalacqua che la donna sapeva aveva un debole per Martina.
Curto, incrociò la spedizione punitiva alla fermata dell’autobus davanti al palazzo di Giustizia, ma ebbe la scaltrezza di non farsi riconoscere e con una scusa andò via inviando, poco dopo, a Martina il messaggio che avrebbe causato lo scambio di persona.
Per quel messaggio Curto fu indagato nell’immediatezza, ma la sua posizione venne archiviata dalla Procura. Il gip del Tribunale di Crotone, nel marzo dello scorso anno, però, ne aveva disposto l’imputazione coatta.
Al termine dell’udienza preliminare, tuttavia, il gup del Tribunale di Crotone aveva deciso per il non luogo a procedere. Decisione contro la quale il sostituto procuratore generale di Catanzaro aveva presentato ricorso «per avere dolosamente guidato i familiari della minore a rivolgere l’azione lesiva nei confronti di un terzo ignaro».
Inoltre la Corte d’Appello di Catanzaro ha rideterminato significativamente, quasi dimezzandola, la condanna per Nicolò Passalacqua, il 24enne imputato del tentato omicidio, aggravato dai motivi futili e abietti, del ventenne bolognese Davide Ferrerio, ridotto in fin di vita dopo l’aggressione a causa di un clamoroso errore di persona. La pena, infatti, è passata da 20 anni e 4 mesi di reclusione a 12 anni e 8 mesi.
Al vaglio dei giudici d’appello è caduta l’aggravante della minorata difesa. Resta in piedi l’accusa di tentato omicidio, riqualificata, invece, in lesioni gravissime dal Tribunale penale di Crotone nel filone processuale del rito ordinario. Restano in piedi anche in Appello la condanna al risarcimento di un milione e 305mila euro in favore di Davide e le provvisionali immediatamente esecutive di 200mila euro ciascuno in favore dei suoi familiari, più la condanna al risarcimento del danno morale da quantificare in separata sede. La pg Raffaela Sforza aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado. Richiesta a cui si erano associate le parti civili, rappresentate dagli avvocati Fabrizio Gallo e Gabriele Bordoni.