SAN LUCIDO (Cs) – «L’autonomia differenziata è un ulteriore scippo alla sanità calabrese. Ma l’incapacità della nostra classe politica è una rotta che urge invertire senza ulteriori indugi e con professionisti in grado di fare organizzazione sanitaria».
E’ questo il pensiero di Francesco Nunziata, medico direttore sanitario che, punta i riflettori sull’ultimo Rapporto Gimbe.
«Il recente Rapporto Gimbe sul Servizio Sanitario Nazionale – evidenzia ancora Nunziata – rivela che, nell’anno 2023, in Calabria il 7,3% delle Famiglie è stato costretto a rinunciare alle prestazioni sanitarie diagnostiche e curative».
Rispetto a questo «diritto fondamentale negato, al 31 Luglio 2024, in Calabria, si registra la realizzazione diappena il 18% dei posti letto aggiuntivi di terapia intensiva mentre la media nazionale è stata del 52%, si registra la realizzazione di appena l’ 8% dei posti letto aggiuntivi di terapia sub intensiva mentre la media nazionale è stata anche questa del 52%, si registra una percentuale pari allo zero per cento di attivazione con i Fondi del Pnrr delle 61 Case di Comunità, rispetto alla media nazionale del 19%, pari allo zero per cento delle 21 Centrali Operative, rispetto alla media nazionale del 59% e pari allo zero per cento dei 20 Ospedali di Comunità, rispetto alla media nazionale del 13%».
In Calabria, quindi, «non si è fatto nulla, siamo ancora all’anno zero, a parte i proclami ed i ritardi ereditati in sanità, nonostante l’aspettativa di vita è salita fino ad una media di 82 anni ed ai nostri anziani si nega anche il reale fabbisogno di posti letto in strutture socio – sanitarie territoriali e quello di posti letto ospedalieri».
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