Matteo Salvini

BOLOGNA – E’ scontro a tutto campo tra le forze di centrodestra e di centrosinistra a pochi giorni dalla chiusura della campagna per le Regionali. A infiammare gli animi della politica, le violenze di sabato in piazza a Bologna. Dove i collettivi antifascisti, nel tentativo di raggiungere il corteo dell’estrema destra, sono entrati in contatto con le forze dell’ordine. Poco dopo i disordini, è intervenuta la premier Giorgia Meloni per attaccare una “certa sinistra che continua a tollerare e foraggiare i facinorosi”.

A portare avanti l’offensiva su questa linea è tutto il centrodestra, che punta il dito in particolare contro il silenzio di Elly Schlein sulle violenze. E il vicepremier Matteo Salvini affonda: “bisogna chiudere i centri sociali occupati dai comunisti, covi di criminali e zecche rosse”. A replicare, è il sindaco di Bologna Matteo Lepore, che critica la gestione dell’ordine pubblico e accusa l’esecutivo: “il governo ha mandato le camicie nere a Bologna”. Le scintille coinvolgono anche la giustizia, con il leader della Lega che torna sulla vicenda del centro migranti in Albania, scagliandosi contro la giudice Silvana Albano: “chi stravolge e boicotta le leggi dovrebbe dimettersi e fare politica con Rifondazione Comunista”. Le opposizioni, invece, accusano la destra di fomentare il conflitto con le toghe. E la segretaria Dem parla di un “clima inaccettabile di attacco ai giudici”.

Aspri botta e risposta, che vanno in scena mentre è in corso il congresso di Magistratura Democratica e si attende un nuovo pronunciamento dei giudici sui trattenimenti in Albania. Tutto questo accade a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale del centrodestra fissata per lunedì sera. Sul palco, accanto alla candidata Elena Ugolini, saliranno la presidente del Consiglio, i vicepremier Salvini e Antonio Tajani, e Maurizio Lupi. E sono proprio gli avversari a ricordare l’evento. “Mi aspetto che domani la presidente Meloni, invece che commentare disordini, – incalza Lepore – dica cosa possiamo fare per le aree colpite dall’alluvione”. Il sindaco usa parole nette per attaccare il governo sulla gestione della manifestazione di Casapound, “esattamente in mezzo” a giorni delicati di corsa elettorale. In replica, arriva una dura nota della prefettura, a cui controbatte il Comune. E’ battaglia.

Intanto, il candidato alla presidenza del centrosinistra, Michele De Pascale, che pure condanna le violenze in piazza, non usa mezzi termini: “le organizzazioni neofasciste vanno sciolte e non andrebbero autorizzate manifestazioni che hanno finalità di apologia del regime fascista”. Un passo in avanti rispetto a quanto già detto da Schlein, che ha contestato il luogo della manifestazione delle “destre estreme”, troppo vicino alla Stazione di Bologna, “una ferita aperta per il Paese”. Mentre per Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs, la manifestazione non doveva essere proprio autorizzata in una “città medaglia d’oro alla Resistenza”.

Di tutt’altro tenore, i commenti nel centrodestra. Salvini parla di “caccia al poliziotto dei delinquenti rossi”. La Lega propone una ricognizione di tutti i centri sociali. E il vicesegretario Andrea Crippa, rivolgendosi al governo e al Parlamento, propone di chiuderli subito con una legge. FdI stigmatizza l’atteggiamento della sinistra, “che avalla le violenze”. E da Maurizio Gasparri, di Forza Italia, arriva la stoccata più pungente verso i dem: “le posizioni della Schlein ci stanno portando alle soglie del brigatismo”.

Polemiche anche sui manifesti affissi a Bologna per convocare la manifestazione di venerdì, ‘No Meloni day’. Nella grafica, le facce di Meloni e della ministra Bernini, coperte da una mano rossa. FI parla di “intimidazione” e chiede al centrosinistra di prendere le distanze. Mentre è scaramuccia tra Casapound e Anpi.

Il movimento di estrema destra dichiara che tornerà in piazza per replicare a uno “stantio antifascismo istituzionale”. “Non ci faremo intimidire”, risponde l’Anpi. Sugli episodi di sabato, intervengono anche i sindacati delle forze dell’ordine per chiedere misure più severe contro le violenze in piazza. “Non siamo carne da macello”, è la voce di Silp-Cgil, che intanto sottolinea la presenza di un video che mostrerebbe un leader dei movimenti di estrema destra dare ordini a funzionari in piazza (ansa).