COSENZA – «Al sindaco di Cosenza, Franz Caruso, chiedo di riaprire la discussione sull’ubicazione del nuovo ospedale. Lo dico in previsione della città unica ma anche e soprattutto in relazione a quella città policentrica che vogliamo costruire».

Lo afferma il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi.

«Il 2017 il Comune di Cosenza approvò, con uno studio di fattibilità straordinario e a costo zero, un piano che prevedeva la realizzazione della cittadella universitaria e del nuovo ospedale proprio nella zona dove attualmente si trova».

Il progetto prevedeva «la realizzazione del dipartimento di emergenza a ridosso dell’attuale padiglione di malattie infettive – aggiunge Antoniozzi – con il collegamento con le altre degenze. Nell’ingresso dell’ospedale voluto da Tommaso Arnone era prevista la residenza universitaria con una cittadella ecosostenibile pensata molto prima che fosse istituita la facoltà di medicina ad Arcavacata».

Era ed è un progetto «bellissimo che avrebbe tutte le caratteristiche di legge (collegamento speciale con l’autostrada, corsia riservata etc) e la residenzialità per gli studenti e che consentirebbe a tutta l’area sud di non essere privata di un punto di riferimento essenziale dal punto di vista della sociologia urbana. Farlo a Vaglio Lise non avrebbe senso poiché si sposterebbe comunque tutto a nord e renderebbe più fattibile la soluzione di Arcavacata».

E, poi «voglio ricordare al sindaco Caruso – continua Antoniozzi – che Roberto Occhiuto ha sempre ribadito di privilegiare l’area sud ma, ovviamente, di non avere competenze sulla scelta che spetta al comune».

Fare uno studio di fattibilità complessivo «riguardante l’area che dall’attuale nosocomio giunge fino a Mendicino ci consentirebbe di poter verificare quella che io considero un’opportunità per realizzare un territorio armonico e non  spostare ulteriormente il baricentro a nord».

Il progetto approvato durante la sindacatura di Mario Occhiuto «è altamente ecosostenibile e recupera il concetto dell’architettura di progettare sul costruito, valorizzando il territorio, prevenendo il degrado urbano e la periferizzazione. Non possiamo avere l’opzione Vaglio Lise come fattibile perché è funzionale urbanisticamente alla desertificazione dell’area sud e di quel centro storico che dobbiamo rivitalizzare».

Infine: «Caruso ha detto di voler discutere di tante cose dopo il referendum – conclude Antoniozzi – e credo che questo sia l’argomento più importante di cui parlare, insieme alla Provincia, alla Regione e all’università ma non dimenticando ciò che è di competenza comunale».

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