PAOLA (Cs) – Di seguito, integralmente, il durissimo intervento della dottoressa Emira Ciodaro nel consiglio comunale odierno. Il capogruppo di Forza Paola Domani inchioda sindaco e maggioranza alle loro responsabilità, analizzando quanto accaduto fino ad oggi e ipotizzando una situazione politico-amministrativa a dir poco drammatica. (https://www.calabriainchieste.it/2024/11/29/consiglio-comunale-di-paola-sandra-serpa-torna-dallargentina-e-vota-a-favore/).

La c.d. “nuova era”, giunta al suo terzo anno di mandato, alle prese con la grave crisi finanziaria in atto, è costretta a fare i conti con la dura realtà dei fatti.

Non aver fatto quanto necessario al momento opportuno ha solo contribuito ad aggravare le criticità. Nel caso in cui il Piano di Riequilibrio, predisposto dalla Giunta ed approvato dal Consiglio, venisse bocciato, l’opzione alternativa sarebbe la dichiarazione di dissesto, che priverebbe l’Ente di autonomia amministrativa, finanziaria e tributaria.

Qualora dovesse verificarsi ciò, ci toccherebbe fare i conti con una condizione di grave disordine finanziario e, dunque, di incertezza che potrebbe condurre verso una crisi politica dagli sviluppi imprevedibili.

Un eventuale fallimento del Piano, inevitabilmente, metterebbe in luce le evidenti contraddizioni interne e gli errori commessi da quest’amministrazione. Anche perché, l’efficacia del Piano non è legata solo alla pronuncia della Corte, di accoglimento o di rigetto, ma deriva soprattutto dalla capacità dello stesso di risolvere effettivamente le criticità e di consentire all’Ente, nel breve periodo, di superare la condizione di crisi economica e finanziaria che lo caratterizza da decenni.

LA “NUOVA ERA” SI E’ RIVELATA UNA PRIGIONE

Con il passare dei mesi, tuttavia, quella che avrebbe dovuto essere una coalizione, si è rivelata una prigione, ostaggio di logiche partitiche e politiche che mai avrebbero dovuto condizionare la vita di questa Assemblea.

Il tanto osannato esperimento politico, oramai comunemente definito “rovinosa alleanza politica AVS-PD-FDI”, posto dinanzi alla serietà dei problemi, è miseramente naufragato.

Siffatto fallimento non riguarda solo i rappresentanti locali di queste forze politiche, esso coinvolge tutti quei dirigenti provinciali e regionali che ne hanno assecondato, taluni tacitamente, l’attuazione. Chissà cosa direbbero, qualora debitamente informate, la Presidente del Consiglio e la Segretaria del PD! Tant’è.

IL RUOLO DELL’OPPOSIZIONE: SEMPRE PROPOSITIVO

Con spirito costruttivo, sulla base di rigorose analisi tecniche, noi Consiglieri Comunali di minoranza, nel corso dei due precedenti esercizi, abbiamo sempre invocato politiche finalizzate a riportare stabilità ed equilibrio nei conti, proponendo di orientare l’azione amministrativa in funzione di obbiettivi ben definiti, nell’ordine, l’incremento delle entrate correnti, il miglioramento della capacità di riscossione, la revisione della spesa corrente.

EREDITATI 150 MILIONI DI EURO DA PNRR E CONTRIBUTI REGIONALI

Partivamo dalla seguente constatazione: avendo ereditato finanziamenti in conto capitale per 150 milioni di euro, grazie a risorse provenienti dal PNRR e da contributi Regionali, da destinare alla realizzazione di opere pubbliche importanti – il porto piuttosto che la messa in sicurezza e ammodernamento del lungomare, solo per citarne alcune – avremmo potuto impegnare ogni energia per evitare alla Città l’ennesimo collasso finanziario.

AGGRAVAMENTO DELLA SITUAZIONE DEI CONTI: ERRORI E BUCHI DI BILANCIO

Epperò, la spesa corrente è cresciuta e le entrate correnti diminuite, nonostante l’introduzione della tassa di soggiorno.

Inoltre, sono stati commessi errori in materia di tributi che hanno generato enormi buchi di Bilancio, addirittura, si veniva in Consiglio con documenti di programmazione copia incolla dei precedenti o con previsioni di entrata surreali, non a caso, puntualmente disattese, solo per fare un esempio, le entrate da violazione del codice della strada.

Invocavamo la valorizzazione del patrimonio, talvolta, addirittura costretti a rilevare, prova ne sia lo stesso parere dei Revisori, l’assenza del Documento contenente l’Inventario dei beni.

IL PIANO DI RIEQUILIBRIO: DENUNCIATA SUPERFICIALIA’

Dopodiché, a danno fatto, si decide di predisporre un Piano di Riequilibrio, ai sensi dell’art.243-Bis del Tuel, trascurando però due aspetti: il primo, la mancata contestuale predisposizione di Piani capaci di incidere concretamente sulle varie voci di spesa e di entrata del Bilancio; il secondo, che nei precedenti esercizi non erano stati assunti quei provvedimenti propedeutici, utili a prevenire l’insorgere di ulteriori deficit, presenti in Bilancio, ma in ammortamento secondo la procedura prevista dall’art.188 del Tuel.

CONSFEL INVIA TUTTO ALLA CORTE DEI CONTI

Consfel, letto e valutato il Piano di Riequilibrio proposto da quest’Amministrazione, facendo ricorso ad una procedura chiaramente anomala, ha deciso di impartire precise indicazioni e, con l’intento di concedere tempo utile, ha addirittura rinviato la responsabilità della decisione finale alla Sezione Regionale della Corte dei Conti.

RAFFICA DI PRESCRIZIONI DALLA MAGISTRATURA CONTABILE “SCALPO” DELL’ASSESSORE ALLE FINANZE

Quest’ultima, non potendo sottrarsi ad una lettura obbiettiva e realistica dei dati finanziari, a sua volta, ha impartito ulteriori precise prescrizioni tecniche e contabili.

Il Sindaco, piuttosto che correre ai ripari, ha preferito sprecare tempo prezioso, assecondando le tifoserie della cosiddetta spesa facile e consegnando loro, in pieno Consiglio Comunale, a mo’ di capro espiatorio, lo scalpo dell’Assessore da lui stesso nominato.

Da precisare che trattasi del secondo Assessore alle Finanze dimissionato, poiché, a mio giudizio, in entrambi i casi, ancorché con diverse motivazioni, trattasi di dimissioni indotte. Si presume, infatti, che gli Assessori avessero preventivamente concordato con il Sindaco le scelte fondamentali da loro operate e che queste, a loro volta, siano state condivise dall’Organo Esecutivo.

Il Sindaco, di fatto, coordina e presiede la Giunta, coinvolge e convince la sua maggioranza politica, di conseguenza porta il peso della responsabilità di tutte le decisioni, in prima persona, pertanto, egli non può pensare di risolvere vicende di questa natura scaricando sui suoi collaboratori la colpa di tutto ciò che non va, saremmo in presenza di un comportamento poco rispettoso della dignità e della professionalità dei singoli.

Adesso, davvero pensiamo che, in assenza di una consapevole e coesa maggioranza politica, si possano fare, nelle prossime settimane, le scelte che sarebbero necessarie ai fini del risanamento e rimaste volutamente inevase per due lunghi anni?

Prestarsi a questo gioco o assecondare tanta irresponsabilità, non sarebbe utile a nessuno dei membri di questa Assise, ancor meno ai cittadini di Paola.

NUOVO OSPEDALE: SIAMO SU “SCHERZI A PARTE”

Abbiamo assistito, nei giorni precedenti, ad uno spettacolo degno da “scherzi a parte”.

Nel tentativo di galvanizzare una maggioranza “sfasciata” e solo per questo alla ricerca di altri numeri, da aggiungere, non certo da valorizzare, siamo passati, incredibilmente, dall’idea di realizzare un nuovo presidio Ospedaliero unico Paola/Cetraro, al nuovo Ospedale della sola Paola, da realizzare con risorse a valere sui fondi erogati a titolo di compensazione dei danni di natura ambientale e sanitaria derivanti dal raddoppio della Galleria Santomarco: trattasi di un escamotage da mago Merlino.

Allo stato, infatti, né il Piano Regionale di rimodulazione della Rete Ospedaliera, né gli strumenti urbanisti dei comuni di Paola e Cetraro, né la programmazione economica collegata ai Piani delle OOPP dei due Enti, prevede nulla al riguardo. Né siamo mai stati resi partecipi della stipula di un protocollo d’intesa, in tal senso, con RFI o con Regione Calabria, peraltro, quest’ultima, unico Ente detentore del potere di realizzare un nuovo ospedale.

Servirebbe maggiore serietà, ci ride dietro il mondo intero. Davvero molto grave confondere il diritto alla sicurezza degli operatori sanitari con i Lea. La questione sicurezza negli Ospedali Calabresi, a mio giudizio, non si risolve né con la militarizzazione dei presidi, né immaginando nuovi presidi, ma migliorando la qualità dei servizi, tagliando le liste d’attesa, incrementando gli investimenti in risorse umane e strumentali, bloccando il fenomeno dell’emigrazione sanitaria.

I pronto soccorso, di tutti gli ospedali italiani, sono diventati luoghi di scontro tra operatori e pazienti esasperati da lunghe attese, le cui responsabilità sono ascrivibili solo alla politica, non certo ai medici o al personale sanitario. Più medici, più infermieri e più OSS e spazi adeguati. La drammatica verità è questa. Torniamo a noi.

PIANO DI RIEQUILIBRIO NON SOSTENUTO DA AZIONI SPECIFICHE

Un Piano di Riequilibrio non vive di vita propria, esso avrebbe dovuto essere preceduto e, poi, sostenuto da azioni e provvedimenti specifici. Queste cose le ho sempre dette, tutti i Gruppi di minoranza, in occasione della trattazione di tutti i Documenti finanziari, abbiamo ripetutamente proposto di concentrare ogni sforzo, da un lato, verso l’abbattimento della massa passiva e dei debiti fuori bilancio, riconosciuti o in via di riconoscimento, mediante il ricorso a piani basati su rateizzazioni e giuste transazioni, dall’altro, di puntare a ridurre la massa attiva mediante l’incremento delle riscossioni e, dunque, delle entrate, anche al fine di evitare che il Fondo crediti di dubbia esigibilità crescesse a dismisura.

Quante volte abbiamo richiamato le somme riversate dall’Organo Straordinario di Liquidazione, che in fase d’insediamento superavano i 6 milioni di euro!

Queste risorse avremmo potuto utilizzarle, poiché riversate dalla OSL proprio per sanare l’insorgere di obbligazioni eventualmente risalenti all’intera fase di gestione commissariale o immediatamente successive. E per fare ciò non avremmo dovuto ottenere alcuna autorizzazione. Invece, dopo averle utilizzate nel peggiore dei modi, siamo ancora qui a cercare colpevoli non si capisce bene di cosa.

Sindaco, i problemi si risolvono nel rispetto delle regole ed il compito di risolverli insiste in capo a chi è stato chiamato ad amministrare la Città. Non ritengo sia corretto richiamare eternamente responsabilità altrui, al solo scopo di nascondere i nostri limiti.

Invocavamo, dai banchi dell’opposizione, la ristrutturazione della spesa per i servizi a domanda individuale, il taglio delle indennità di carica degli amministratori e del Presidente del Consiglio, la rivisitazione delle tariffe dei tributi propri locali.

Esattamente quello che, oggi, chiede la Corte dei Conti.

Senonché, con l’Atto d’Indirizzo predisposto dalla Giunta Comunale, con Deliberazione n.114 del 09.08.2024, dopo due anni di saccente ostinato silenzio, vengono previste azioni coincidenti con quanto sempre indicato dai Gruppi di minoranza, sebbene solo in misura parziale e senza aver, preventivamente, conseguito obbiettivi tali da rendere credibile lo stesso Atto d’Indirizzo, ragione per la quale, viste le richieste contenute nelle note della Corte dei Conti, non ultima quella del 6 di agosto, l’Atto d’Indirizzo, alla luce delle risultanze, potrebbe rivelarsi inadatto e compromettere l’agognata sentenza di approvazione del Piano.

TRANSAZIONI, INDIRIZZI DISATTESI O PARZIALMENTE ACCOLTI

Pensiamo alle transazioni, nulla di quanto in esso previsto è accaduto, gli indirizzi contenuti nell’atto vengono disattesi o solo parzialmente accolti. Chiedo, era proprio necessario che intervenissero una Sentenza di illegittimità costituzionale, il rinvio della prima proposta di Piano di Riequilibrio da parte di Consfel e le successive note della Corte dei Conti, per rendersi conto che i due precedenti esercizi fossero passati invano? Allora, per quale ragione, adottato il Piano, abbiamo lasciato correre altro tempo, oltre un anno, senza intervenire efficacemente sulle dinamiche contabili di un Ente strutturalmente deficitario.

RUOLO IDRICO 2014: ULTERIORE BUCO DI BILANCIO

Potrei richiamare, in merito ai ruoli relativi al canone idrico 2014, l’accorato appello venuto dai Consiglieri di minoranza a ritirare le cartelle in autotutela, di contro i sorrisetti di autosufficienza degli amministratori rispetto alla proposta, salvo oggi dovere affrontare le sconfitte anche in appello e con esse un ulteriore buco di Bilancio.

In ogni caso, considerato che la delega è rimasta in capo al Sindaco, il Piano di Riequilibrio rimodulato non potrà certo essere considerato opera di non meglio definite entità esterne, esso è stato predisposto, prima dai Responsabili di Settore di concerto con il Sindaco, poi, approvato dall’Organo Esecutivo nella sua interezza, infine, adottato dall’intera maggioranza consiliare.

La Corte ha solo richiesto atti, al fine di valutare la effettiva sostenibilità del Piano stesso, ad oggi, non ha né approvato né respinto il Piano. Avevamo, inoltre, sinceramente chiesto al Sindaco Politano, garantendo supporto qualora avessimo constatato uno sforzo serio, di fare tutto il necessario per evitare alla Città l’ennesimo dissesto.

Ma lo sforzo non abbiamo avuto modo di constatarlo. Pensiamo alla massa passiva, in questi due anni è cresciuta colpevolmente, essa non è più solo quella contenuta nel Piano, poco più di 12 milioni di euro, allo stato supera i 21 milioni di euro e potrebbe raggiungere i 25 milioni di euro. Inoltre, conferire incarichi di progettazione e consulenza, richiamando nel testo delle relative determinazioni le risorse provenienti da un Piano giudicato fallimentare dalla stessa maggioranza, non è certo un indice di buona e coerente gestione.

Richiamare le risorse del Fondo di Rotazione per dare copertura a spese di questa natura, prima ancora dell’approvazione del Piano, a nostro parere, rappresenta un atto d’incredibile contraddizione. In altri termini, le anticipazioni a valere sul fondo di rotazione avrebbero dovuto garantire una corretta gestione di competenza.

“Forza Paola Domani” sarà come sempre a disposizione della Città, non abbiamo nessuna intenzione di sottrarci alle nostre responsabilità.

Il Sindaco, dal canto suo, dovrebbe sforzarsi di specificare l’esatto significato della espressione “clamoroso fallimento”: trattasi di una presa d’atto circa l’inefficacia dell’azione politico-amministrativa fin qui condotta, oppure è solo l’ennesimo tentativo di allontanare da sé responsabilità, gettando fumo negli occhi dei cittadini, vere vittime del malgoverno degli ultimi due anni?

Nelle more della decisione della Corte, sarebbe stato opportuno favorire un clima di dialogo costruttivo tra forze politiche e movimenti civici chiamati a rappresentare la Città, da ruoli per loro natura alternativi.

In democrazia il Consiglio Comunale rappresenta un luogo sacro e la fisiologica dialettica politica tra i suoi componenti non dovrebbe mai oltrepassare il confine del rispetto della dignità delle persone. Il destino dei nostri figli e della nostra Città non può essere affidato alle logiche ed ai metodi della peggiore politica.

Al solo fine di salvaguardare l’immagine della nostra Paola, è arrivato il momento che Lei decida cosa fare, da qui in avanti.

Valuti con realismo lo stato drammatico in cui è stata ricacciata la nostra Città da una gestione priva di capacità di risolvere i problemi e metta in campo una strategia capace di invertire la rotta, Paola ha necessità di una guida certa.

Fare mostra di opere pensate, programmate e finanziate da altri non basta più, soprattutto alla luce di quanto accaduto alla marina di Paola, allagata nonostante i lavori realizzati qualche mese prima. Per non dire della Deliberazione di Giunta n.125/2024, la quale attesterebbe un fondo cassa di fine esercizio corrispondente al solito importo di circa 36 milioni di euro, nonostante l’incremento delle spese correnti e la contestuale riduzione delle entrate correnti, cui si tenta di fare fronte mediante una previsione in aumento delle entrate extratributarie: le solite alchimie contabili, destinate ad aggravare le criticità. Senz’altro preoccupante la riduzione delle entrate in conto capitale per circa 7 milioni di euro.

FERMIAMO QUESTA AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Sulla base di queste considerazioni, intendo rivolgere ai Consiglieri Comunali tutti, l’appello a fermare quest’Amministrazione.

Abbiamo disastri in ogni ambito, Sanità pubblica, mancata tutela del nodo ferroviario, Galleria Santomarco, servizio idrico, tassazione, trasparenza e buone pratiche amministrative.

Valutiamo quanto accaduto rispetto al tema del Porto, consulenze d’oro, che hanno prodotto praticamente il nulla, basti pensare alla partecipazione di una sola impresa alla manifestazione d’interesse. Troppi ritardi e cattiva gestione del finanziamento.

Le autorizzazioni di natura ambientale sono state acquisite? RFI da questo appalto ha tutto da guadagnare, senza nulla concedere, farà cassa alla grande, perché? Sindaco risponda alle nostre interrogazioni. I dati certi sono i 21 milioni di euro pubblici e, solo teoricamente, l’area portuale già individuata. Mancano i 34 milioni di euro che dovrebbero venire dai privati.

Il progetto definitivo o esecutivo lo abbiamo? Possiamo consultarlo. Con la Commissione Consiliare per il Porto a che punto siamo?

Ecco noi vorremmo acquisire questi dati e dopo esprimere un parere. Il documento unitario approvato dal Consiglio Comunale in materia di Alta Velocità e Santomarco che fine ha fatto? Giusto che l’Alta Velocità raggiunga la Calabria, favorevolissima, le esigenze di tutti i cittadini calabresi meritano rispetto, ma le garanzie rispetto al nodo ferroviario di Paola non debbono venire meno. Anche in tema di Sanità, avevamo approvato un documento comune che impegnava il Sindaco e l’amministrazione a muoversi in una certa direzione.

In conclusione, tornando all’ordine del giorno, pretendiamo delle risposte certe, al fine di poterci determinare al meglio nell’interesse esclusivo della Città, questo Piano di Riequilibrio incontrerà il consenso della Corte o potrebbe rivelarsi quel clamoroso fallimento denunciato dalla stessa maggioranza?

La prima parte del Piano di Riequilibrio non mi pare abbia subito modifiche. Per una volta pretendiamo senso di responsabilità e verità.

Nel merito, il Piano appare molto generico. Infatti, il Fondo crediti di dubbia esigibilità per il 2024 e 2025 è destinato a crescere? Solo nel 2026 è prevista una diminuzione. Ma che previsioni sono queste? Sulla base di quali valutazioni.

La riscossione dei residui attivi sarà incisiva? Per quale ragione solo a partire dal 2026? Dal taglio dei boschi dovremmo ottenere maggiori entrate per 1 milione e 100 mila euro.

Quanto è credibile questa previsione? La previsione di una riduzione della spesa per energia elettrica di salvaguardia per 260 mila euro annui, siamo sicuri di poterla ottenere?

Si prevede di tagliare, piuttosto che riorganizzare, la spesa per il personale, ma non si tagliano le indennità degli amministratori. Non capisco sulla base di quale programmazione si dovrebbe ottenere una riduzione di questa spesa. Le previsioni, contenute in questo Piano, appaiono talmente incerte e sovrastimate, che se anche dovesse arrivare una decisione favorevole da parte della Corte, il rischio di ritrovarci a fine 2025 punto ed a capo è molto alto. Ripeto, la massa passiva è solo coperta in misura parziale da questo Piano.

Nei prossimi mesi, qualora le previsioni del Piano dovessero rivelarsi inadeguate, le risorse del Fondo di Rotazione avrebbero potuto favorire l’equilibrio di competenza, questa la ragione per la quale la rinuncia a queste risorse non mi convince.

La rinuncia a queste risorse ha come scopo quello di favorire una pronuncia favorevole della Corte? Condivisibile, che non si perda tempo e si proceda speditamente a recuperare i residui attivi e migliorare davvero ed efficacemente la capacità di riscossione dell’Ente.

La valorizzazione del patrimonio immobiliare, mi riferisco ai fitti attivi e passivi, come procede? Con l’immobile da destinare al nuovo Centro per l’impiego a che punto siamo? Il ricorso al Brokeraggio energetico ed alla esternalizzazione del servizio di riscossione, in un momento così difficile per le famiglie, non è certo un buon metodo per iniziare, con la Città servirebbe maggiore dialogo. Inseguire i cittadini facendo ricorso ad agenti delle riscossioni, non rappresenta certo una grande idea.

Dott.ssa Emira Ciodaro
Consigliere Comunale