CETRARO (Cs) – Piena solidarietà dalla Democrazia Cristiana di Cetraro, rappresentata in consiglio comunale dalla consigliera di minoranza Lorena Matta “per le intimidazioni” del sindaco Ermanno Cennamo nei confronti del presidente del consiglio comunale Angelo Aita.
«Se non mi consente di espletare l’esercizio del mio ufficio di sindaco nel consiglio comunale dell’11 dicembre attraverso un mio collegamento in video con il cellulare del segretario comunale, ovvero del vice segretario, sarò costretto a informare immediatamente S. E. il Prefetto di Cosenza e a sporgere successivamente denuncia contro di lei alle autorità giudiziarie».
Così si legge nella pec che il primo cittadino, nella serata di venerdì 6 dicembre, ha inviato al presidente del consiglio comunale Angelo Aita. «Una pec dal tenore minaccioso – si legge nella nota del commissario DC, Pino Losardo – ove mai non gli avesse concesso di partecipare alla seduta del civico consesso con diritto di voto. Toni irriverenti, non certamente consoni all’alto ruolo istituzionale rivestito.
Un chiaro e inqualificabile messaggio, forse dettato dall’assurda convinzione che la massima istituzione dello Stato della nostra città sia una sua proprietà di natura sacrale e il suo ufficio, esercitabile con la prepotenza di chi crede di essere al comando di un regime autarchico per mandato popolare.
Si può provare profondo rispetto per le condizioni fisiche della perso – sottolinea Losardo – ma non è politicamente e civilmente accettabile che, con incontrollato furore, si possa porre sotto accusa, di fronte all’autorità giudiziaria, un presidente del consiglio comunale eletto all’unanimità dei consiglieri e sempre additato nello svolgimento del suo ruolo, come alto esempio di rigore democratico e saggezza istituzionale».
Pertanto, la Dc esprime «incondizionata solidarietà e vicinanza politica al presidente del consiglio Angelo Aita. Nel contempo, rivolgiamo il nostro plauso e sottolineiamo la nostra totale condivisione per la decisione presa da parte di tutti i capi-gruppo, in sede di conferenza, compreso quello di maggioranza, per aver deciso di affidare ad una speciale commissione consiliarel’eventuale dotazione, nella massima assise, del servizio di video-conferenza da remoto per determinate motivazioni».
Intanto il partito, «sicuro di non commettere un peccato di lesa maestà», informa il sindaco, che «il nostro Regolamento comunale non prevede la possibilità di svolgere le sedute consiliari in modalità telematica.
L’art. 73, del decreto legge n.27/2000, introdotto durante l’emergenza pandemica da Covid19, consentiva lo svolgimento delle sedute in video-conferenza solo in casi eccezionali e limitati a situazioni di emergenza sanitaria.
Ad oggi, questa norma, attuabile solo ed esclusivamente nei casi suddetti dalla legge, cessa di avere effetto in situazioni non previste, come l’assenza per motivi di salute del singolo consigliere.
Tale decreto – evidenzia Losardo – emanato in un contesto straordinario, non può essere utilizzato per giustificare la richiesta del sindaco, motivata da problemi personali di salute.
Infatti, «lo stesso decreto legge n. 27 è stato concepito per far fronte ad una situazione emergenziale e l’introduzione della modalità di svolgimento del consiglio, anche a distanza, richiede una modifica del Regolamento comunale, che deve essere deliberata dal consiglio stesso, previa discussione e approvazione, nella commissione consiliare competente.
Tale iter è inderogabile e garantisce il rispetto delle norme e la trasparenza dell’azione amministrativa. Al fine di rispettare la legittimità e la validità di un consiglio comunale in video-conferenza, ancor più, è necessario poter disporre di strumenti e infrastrutture tecnologiche adeguate, che consentano l’identificazione di tutti i partecipanti, la partecipazione attiva di tutti i consiglieri al dibattito e alle votazioni, la trasmissione in streaming della seduta, garantendo la pubblica fruibilità da parte della cittadinanza nel rispetto delle normative sulla privacy».
Attualmente però, «non esiste una normativa nazionale specifica che disciplini in modo uniforme le video-conferenze nei consigli comunali in Italia – puntualizza la Dc – Il decreto legge del 25 maggio 2021 (decreto sostegni) introdusse una deroga temporanea, consentendo le sedute in video-conferenze fino al 31 dicembre 2021, anche in assenza di previsione negli Statuti o nei Regolamenti comunali.
La disposizione è decaduta e non è stata sostituita da nessuna normativa permanente. Di conseguenza, la disciplina delle video-conferenze nei consigli comunali è rimessa principalmente ai Regolamenti. Il Testo Unico Enti Locali, a sua volta, è intervenuto sulla natura degli impianti e strumenti tecnologici per lo svolgimento delle sedute consiliari in video-conferenza.
Altro che i cellulari del segretario o vice- segretario, di cui parla il sindaco di Cetraro nella citata pec. La stessa precisa che è necessario disporre di infrastrutture e strumenti tecnologici adeguati, onde consentire la gestione di consiglieri partecipanti da remoto. E garantire, altresì, la qualità audio e video della comunicazione, la perfetta gestione delle votazioni elettroniche, la registrazione e la trasmissione in streaming la seduta.
Il Comune di Cetraro è completamente sprovvisto di tali requisiti. L’utilizzo di un impianto idoneo è, quindi, fondamentale per decretare legittimità, validità ed efficacia delle sedute in video conferenza. L’assenza di strumenti adeguati – aggiunge Losardo infine – possono comportare una serie di problemi tecnici e giuridici che rischiano di compromettere il regolare funzionamento del consiglio.
Quest’ultimo ufficio, certamente, non può in alcun modo essere garantito dal cellulare del segretario comunale, ovvero dal suo vice. Saremmo noi per primi, in casi del genere, ad impugnare la validità della seduta presso tutti gli organi di controllo consentiti dalla legge».
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