Home Cultura Evento Unical in occasione della Giornata internazionale della Geodiversità

Evento Unical in occasione della Giornata internazionale della Geodiversità

I risultati scientifici di uno studio coordinato da Fabio Scarciglia, condotto sui megaliti di Nardodipace da alcuni geologi del Dibest nell’ambito di una convenzione col Parco delle Serre

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NARDODIPACE (Vv) – Un convegno organizzato dal dipartimento Dibest dell’Unical, dal Parco delle Serre e dall’ordine dei Geologi della Calabria con l’obiettivo di divulgare i principali risultati scientifici di uno studio (coordinato da Fabio Scarciglia, professore ordinario di geomorfologia e coordinatore del corso di studio in scienze geologiche dell’Unical) condotto sugli affascinanti megaliti di Nardodipace da alcuni geologi del Dibest nell’ambito di una convenzione attivata con il Parco delle Serre.

Presente anche Melissa Bruno, attenta osservatrice, che ha seguito tutte le fasi della interessante manifestazione.

Dopo i saluti istituzionali di Alfonso Grillo, commissario straordinario del Parco delle Serre, Romano Loielo, sindaco di Naedodipace, Giovanni Aramini, dirigente del Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria, Arcangelo Francesco Violo, presidente del Consiglio nazionale dei Geologi, e Giovanni Andiloro, segretario dell’Ordine dei Geologi della Calabria, i lavori sono proseguiti con gli interventi di Elisa Brustia e Roberto Pompili dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sull’inventario nazionale dei geositi.

E’ poi intervenuto Mario Cimieri, geologo professionista, sui diapiri di Zinga.

Successivamente il professor Scarciglia ha illustrato i dati acquisiti sui megaliti di Nardodipace con un approccio geologico multidisciplinare, combinando rilievi geomorfologici di dettaglio sui siti con prelievo di campioni di roccia ed osservazioni mineralogiche e petrografiche al microscopio ottico polarizzatore in sezione sottile, nonché analisi di laboratorio volte a determinare con tecniche molto avanzate (tramite nuclidi cosmogenici) le età di esposizione in superficie delle masse rocciose, eseguite in collaborazione con ricercatori dell’Università di Zurigo.

L’insieme dei dati acquisiti, nonché il confronto con innumerevoli situazioni analoghe nella vicina Sila ma anche a livello mondiale (alcune delle quali studiate con tecniche simili), ha consentito di giungere alla conclusione che la loro genesi è naturale.

Le tipiche morfologie a torrioni e a duomi dei megaliti sono dovute a modellamento delle rocce granitiche attraverso processi di alterazione chimica avvenute in profondità nella roccia, con progressivo smussamento e arrotondamento delle forme con tipico andamento concentrico (alterazione sferoidale) seguiti da fenomeni di erosione del materiale roccioso degradato (coltre di alterazione spesso costituita da sabbione granatico), con la conseguente esposizione in superficie delle masse rocciose arrotondate.

Le età di esposizione dei megaliti, con le loro specifiche forme a torrioni più o meno articolate, variano da circa 35000 a circa 8000 anni fa, un intervallo di tempo troppo lungo affinchè una civiltà, seppur molto evoluta, possa aver realizzato le strutture megalitiche.

Anche il confronto tra i megaliti di Nardodipace con morfologie analoghe ancora presenti in parte all’interno della roccia in altre aree e quindi attualmente in formazione, risulta una chiara evidenza di genesi naturale.

Inoltre, essi sono radicati nel substrato roccioso granitico sottostante piuttosto che risultare dall’impilamento di grossi blocchi e mostrano spesso superfici planari allineate secondo le direzioni prevalenti delle principali faglie e dei sistemi tettonici dell’area e dell’intera Calabria, come ben noto da numerosi studi nazionali e internazionali.

Tali evidenze scientifiche (unitamente ad altri dati mostrati durante il convegno) sono molto coerenti tra loro a favore della genesi naturale dei megaliti di Nardodipace, ma nulla tolgono alla possibilità, estremamente plausibile, che l’uomo possa averne subito il fascino a partire da epoche remote, utilizzandoli come luoghi di insediamento, di significato mistico o di culto religioso, di sepoltura o altro, tutti aspetti ben evidenziati nel corso dell’evento.

Il fatto che tali strutture megalitiche siano state scolpite nel tempo dalla natura, le rende, nella loro unicità, testimoni della geodiversità del territorio delle Serre e dell’intera Calabria, in quanto parte del ricco e variegato patrimonio geologico da tutelare e valorizzare per l’elevato valore scientifico, culturale, estetico e geoturistico.