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La Dc replica all’amministrazione Cennamo: «Onori storia e cultura di Cetraro, si dimetta»

Non si è fatta attende la replica della Democrazia Cristiana di Cetraro alla nota difensiva dell’amministrazione comunale nei confronti del Sindaco Ermanno Cennamo

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CETRARO (Cs) – Non si è fatta attende la replica della Democrazia Cristiana di Cetraro alla nota difensiva dell’amministrazione comunale nei confronti del Sindaco Ermanno Cennamo.

Anche il commissario locale DC, Pino Losardo sollecita le dimissioni del primo cittadino perché la crisi amministrativa, «di quadriennale gestazione, sta evolvendo come un vero e proprio allarme sociale per la nostra città.

Le nostre istituzioni pubbliche sono sotto assedio di un sindaco e soli cinque consiglieri comunali – attacca Losardo – che pretendono di imporre il loro diritto elettivo e la loro autorevolezza amministrativa in barba al dettato costituzionale dell’ordinamento democratico della nostra Repubblica.

I citati pseudo-governanti non si fanno scrupolo di dimostrare in ogni loro informativa agli attoniti cittadini, di ritenersi maggioranza. Raccapricciante la comprensione dei testi narrativi in lingua italiana e del significato etimologico delle parole da parte di uno stuolo di anonimi soccorritori del sindaco, nel tentativo di prendere le difese di quest’ultimo nella giornata di ieri, nel chiarissimo ed inequivocabile attacco, sferrato, qualche giorno prima, al presidente del consiglio comunale, reo di non consentirgli, in video-conferenza, la partecipazione al consiglio di mercoledì 11 dicembre, con diritto di voto.

La prosa utilizzata dal primo cittadino – incalza Losardo – cari umanitarissimi e sconosciuti angeli-custodi, conviene che ve ne facciate una ragione, al cospetto di qualsivoglia interpretazione cattedratica, corrisponde ad una netta “minaccia istituzionale-giudiziaria” che, questo partito, sbagliando, ha ritenuto primariamente di intiepidire in “intimidazione”.

Il sindaco, primo tra tutti, dovrebbe sapere che non esiste alcuna norma di legge che preveda di poter dare validità giuridica ad un voto consiliare espresso attraverso il “cellulare del segretario comunale, ovvero del suo vice”».

Losardo, inoltre, sollecita il sindaco «se ancora ritiene di essere nel pieno della sua potestà amministrativa e di rappresentare la città, ad intervenire immediatamente in difesa del corretto utilizzo della pagina istituzionale, rifiutando, pubblicamente, di essere difeso da uno stuolo di anonimi soccorritoriche credono di poter essere più convincenti se le loro balzane argomentazioni compaiano sotto l’egida della massima istituzione cittadina.

Se ancora una volta, questa amministrazione comunale non dovesse avere la maggioranza consiliare, nella seduta dell’11 dicembre, il sindaco dia finalmente esempio di alta responsabilità istituzionale e di profondo rispetto dei princìpi sacri della democrazia».

Dimettendosi – conclude il commissario DC – onorerebbe la storia e la cultura di questa nostra derelitta città, ponendo fine ad un processo di degenerazione del mandato politico e amministrativo, tra il commozionale e il mercatario, che sta distruggendo inesorabilmente la sua immagine nel mondo».

fiorellasquillaro@calabriainchieste.it