SANTA MARIA CAPUA VETERE – Un’indagine articolata e complessa istruita dal procuratore della Repubblica Pierpaolo Bruni, magistrato calabrese, che ha portato a 23 misure cautelari e l’iscrizione di 504 persone nel registro degli indaganti, consentendo di fare luce su un giro criminale di assicurazioni false che coinvolgeva anche medici e avvocati.
Un’indagine iniziata nel 2019 e durata ben 5 anni che ha consentito di fare luce sll’operato di un’associazione ben strutturata e con ruoli ben definiti.
Ben 23 le misure cautelari (54 richieste dalla procura di Santa Maria Capua Vetere): 504 indagati.
Dell’organizzazione facevano parte medici e avvocati ‘procacciatori’ che avrebbero aiutato soggetti in difficoltà economica e persone tossicodipendenti a consumare i reati di truffa, anche per 50 euro in alcuni casi. Tantissimi gli episodi scoperti dagli inquirenti, spesso ripetuti dalle stesse persone.
Tutto era organizzato per eludere i controlli, molti atti non passavano nemmeno per gli ospedali grazie ai timbri finiti da medici compiacenti. Questi incassavano compensi in base ai giorni di malattia diagnosticati ed ai certificati rilasciati.
Cifre dai 200 ai 1000 euro.
Grazie ai medici compiacenti, in alcuni ospedali venivano portati soggetti in salute, che venivano refertati con certificato fasulli per truffare le assicurazioni. In altri ospedali, invece, venivano portate persone con fatture pregresse, spacciate attuali, dove medici ignari di tutto, ovviamente, certificavano i danni.
Quanto anche in ospedali di Lazio, Umbria e Molise. Le false vittime degli incidenti si sono recate negli ospedali anche durante la pandemia, ottenendo finanche un accesso prioritario al triage rispetto ai pazienti realmente bisognosi di cure.