BOVALINO (RC) – Potrebbe essere stato ucciso per un regolamento di conti tra trafficanti di droga, Giancarlo Polifroni, il 50enne freddato ieri sera davanti alla sua abitazione a Bovalino dove si trovava agli arresti domiciliari.
Ad agire, ieri sera, secondo quanto emerso dai primi riscontri investigativi, sarebbe stato un solo sicario armato di pistola semiautomatica di medio calibro che ha sparato almeno 4 o 5 colpi di pistola da distanza ravvicinata contro la vittima, raggiunta in parti vitali all’altezza del busto.
L’omicidio è stato commesso a pochi metri di distanza dall’ingresso dell’abitazione della vittima, situata in una traversa poco illuminata della centrale via Dromo. Un particolare su cui gli investigatori hanno posto particolare attenzione, non escludendo che la vittima potesse conoscere il suo assassino e che per questo fosse fuori dall’abitazione.
Polifroni era stato condannato in passato a 17 anni di reclusione per l’omicidio di Antonio Speranza, di 28 anni, ucciso il 13 marzo del 1997 perché non avrebbe saldato un debito di circa 300 mila lire contratto per l’acquisto di sostanze stupefacenti e nel 2006, dopo un lungo periodo di latitanza iniziata proprio nel 1997 dopo l’omicidio di Speranza era stato tratto in arresto. La condanna nei suoi confronti per quel delitto era stata emessa in contumacia nel 2004.
L’uomo, secondo gli investigatori, era vicino a persone, anche all’estero, ritenute affiliate a potenti clan della ‘ndrangheta ed è rimasto coinvolto in alcune operazioni contro il narcotraffico tra cui, in particolare, “Stupor Mundi” e “Imelda” e associato a quelle degli esponenti di storiche cosche della Piana, gli Ascone-Bellocco, e di San Luca, i Nirta-Strangio-Pizzata, che si erano unite in un’alleanza strategica mirata all’apertura di nuovi canali per l’importazione, lo stoccaggio e lo smercio della cocaina proveniente dal Sud America, e all’individuazione e gestione di nuove di basi operative e logistiche per la copertura dei propri latitanti.