AMANTEA (Cs) – «Tra la padella (Pellegrino) e la brace (i soliti noti), ancora una volta, confermiamo senza dubbi, la preferenza per la padella». Con queste parole i componenti di “Cambiamo rotta” – Luigi Socieolve, Rossella Ferraro e David Viola – mettono fine ad ogni ipotesi che potrebbero vedere il sindaco Vincenzo Pellegrino e la sua maggioranza tornare a casa. prima del previsto.
Con l’uscita di Salvatore Campanella – passato l’altro ieri all’opposizione – infatti, le voci che sarebbe bastato poco per la fine della consiliatura della lista NeaPolis si sono fatte sempre più insistenti, soprattutto alla luce del malumore di altri componenti di maggioranza, come ad esempio Alessia Martire alla quale non è stata assegnata ancora nessuna delega (come promesso anzitempo); oppure Caterina Policicchio per le diverse “brutte figure” registrate in ambito pubblica istruzione legate al mancato avvio del trasporto scolastico, al blocco dei lavori per la scuola media demolita ecc.
Quindi, chi aveva contato sul fatto che i consiglieri di minoranza ora sono 7, e sull’eventualità di una netta presa di posizione di alcuni dissidenti di maggioranza per un eventuale “golpe” farebbe bene a rivedere i conti proprio sulla scorta delle dichiarazioni odierne di “Cambiare rotta”: “meglio la padella (cioè Pellegrino).
Chiarito questo, ecco la presa di posizione di Luigi Socievole, Rossella Ferraro e David Viola anche sulla questione Ambito 3.
«Si continua a parlare dell’Ambito territoriale e continuano a rincorrersi versioni e verità, ormai stantie, che creano un effetto nebbia anziché chiarire. La querelle, ridotta all’osso, è molto banalmente una questione di potere, ammantata dal nobile fine di tutelare le fasce più deboli della popolazione».
Gli attori, «oltre agli 8 sindaci del giuramento “S.Pietro o morte”, sono il sindaco di Amantea Vincenzo Pellegrino, che avrà anche le sue colpe ma è stato messo in mezzo con argomenti, risibili e puerili (arroganza e prepotenza), che ridimensionano più del destinatario chi li ha utilizzati. Sarebbe bastato, se fosse tutto vero, che uno solo degli 8 avesse utilizzato all’indirizzo di Pellegrino la celebre battuta di Toto’: “ma mi faccia il piacere”….per rimuovere quello che gli 8 ritenevano un ostacolo insormontabile».
Il terzo attore «è la Regione Calabria, deputata a sciogliere i dubbi e dirimere la tenzone che, invece, ha prima oscillato tra le due posizioni, per poi affidarsi ad un commissario, già prorogato, che non riesce a mettere un punto fermo alla vicenda. Non ci sentiamo di escludere interventi partitici, per soddisfare ambizioni di parte, sebbene comportino, dal punto di vista del potenziale consenso, la contrarietà ed il risentimento di una ben più numerosa collettività (Amantea) e quindi risultare autolesionistici».
Proviamo a mettere in fila i fatti: «su 9 comuni dell’ambito territoriale Amantea è quello che ha un numero di abitanti – e quindi di potenziali utenti – superiore alla somma degli abitanti dei restanti 8 comuni; Amantea è baricentrica e ben collegata rispetto a tutti i comuni dell’Ambito e quindi più facilmente raggiungibile; Amantea è certamente più dotata anche di altri servizi ed univocamente riconosciuta quale punto di riferimento del circondario».
Ciò premesso «è inequivocabile che solo Amantea possa rivendicare, per oggettività dei presupposti, il ruolo di comune capofila e sede dell’ufficio di piano, che è il braccio operativo dell’ambito. Il tutto, ovviamente, in un clima di collaborazione e condivisione tra tutti i comuni dell’ambito. Non per affetto, simpatia o comune appartenenza partitica dei sindaci, ma più banalmente per convenienza e convergenza d’interessi».
E, ancora: «A nostro parere la soluzione risiede nel buonsenso e nella responsabilità dei sindaci e, quale rafforzativo, in un sistema decisionale che preveda l’unanimità, perché è quello che costringe, all’occorrenza, a fare sintesi tra posizioni diverse».
Lungi dal voler «alimentare ulteriori divisioni e tensioni, non possiamo però tacere che, invero, alcuni fatti suonano poco chiari: la recente modifica in ambito regionale dell’art. 29 del regolamento, laddove viene prevista la possibilità di istituire una sede distaccata dell’ufficio di piano; la volontà da parte degli 8 sindaci di modifica del sistema di voto da “unanimità” a voto a “maggioranza”, dove 1 vale 1, senza la ponderazione degli abitanti che è alle spalle di ciascun sindaco. Di per sé il voto a maggioranza sarebbe anche plausibile, se non fosse per la fase di forte concitazione e contrapposizione che vive attualmente l’Ambito».
In questo contesto «non si può escludere la volontà di procedere a colpi di maggioranza, per favorire i disegni di uno o più sindaci. È pertanto del tutto evidente che una soluzione risolutiva, auspicabilmente conciliante, dovrebbe prevedere alcuni contrappesi ed in particolare il mantenimento del voto all’unanimità per alcuni atti particolarmente importanti quali: il cambio del comune capofila; il luogo dove deve essere ubicato l’ufficio di piano; la nomina del responsabile dell’ufficio di piano; le modifiche del regolamento che disciplina il funzionamento dell’ufficio di piano; eventuali modifiche del regolamento di funzionamento della conferenza dei sindaci».
La posizione di “Cambiamo Rotta“ dovrebbe essere ormai chiara: «bene il dialogo e la condivisione tra comuni…ma non a danno di Amantea. È la posizione che è stata già ufficializzata in consiglio comunale, in modo chiaro e netto, quando è stato votato il mandato al sindaco per tutelare in tutte le sedi gli interessi di Amantea. Senza se e senza ma e soprattutto, a differenza di altri, senza panegirici ed equilibrismi dialettici sulla distinzione tra minoranza e opposizione….per non dire da che parte si è schierati».
Il Sindaco Pellegrino «ha anche le sue colpe: non sta in mezzo alla gente per ascoltarne le istanze e farsi apprezzare; non abbandona la polemica sui social contro chi trincia giudizi sommari su di lui (tempo sprecato, che serve solo a farlo apparire scontroso e supponente)».
Per la questione Ambito, «se saprà tutelare i sacrosanti diritti di Amantea, avrà il nostro pieno apprezzamento. Se saprà al contempo resettare l’attuale situazione e ricucire su basi nuove il rapporto con gli 8 sindaci avrà il nostro più esplicito plauso. Chiuso, almeno per il momento, l’argomento Ambito, ci tocca, per l’ennesima volta, precisare la nostra posizione sulle attuali fibrillazioni – vere o inventate lo dirà il tempo – che riguarderebbero l’amministrazione comunale».
In particolare «il verminaio social è intasato dall’amplificazione degli auspici che albergano solo nella testa di chi anela nuove elezioni, per tentare un ultimo tentativo di riagguantare il potere. Non per il bene della città ma più meschinamente per interesse personale. Altro che tralicci e capannoni (sudati e realizzati circa 50 anni addietro) evocati da cialtroni nostrani, senza faccia, reputazione e vergogna. Canagliume che non conosce, per gli altri, misure diverse da quelle del loro miserabile animo».
Quindi «si mettano la testa in pace e la smettano di imbrogliare la gente. La matematica non è un opinione. Dopo aver subito l’abbandono di 2 consiglieri (Mannarino e Campanella) la maggioranza di Pellegrino può contare ancora su 10 voti. Tutta l’opposizione su 7 e cioè Di Tanna, Mannarino, Campanella più i 4 di Cambiamo Rotta».
Per trasparenza «dobbiamo ribadire che il nostro gruppo è responsabile ma distinto dalla maggioranza ma è ancora più distante dagli altri consiglieri di opposizione. Commettono un grave errore, pertanto, i grandi strateghi locali, con il pallottoliere sempre in mano, che pensano di sommare i nostri voti a quelli degli altri 3 consiglieri».
Se la maggioranza di Pellegrino «non implode da sola, non saremo noi a farla implodere per andare verso il commissariamento e successive elezioni, per le quali ancora non intravediamo facce nuove e capaci di reggere le sorti della città per come merita. Continuano invece a dimenarsi sempre i soliti noti, che non stimiamo e che non riflettono le nostre aspettative».
Sarebbe a dire che «tra la padella (Pellegrino) e la brace (i soliti noti), ancora una volta, confermiamo senza dubbi, la preferenza per la padella. Il sindaco e la sua amministrazione hanno tanto da fare sul piano finanziario e su quello operativo. Possono farcela perché qualcosa si muove e vedremo a breve se il bilancio confermerà le attese».
Infine: «Da parte nostra, se si registra un cambio di passo, non faremo mancare il nostro contributo e saremo vigili affinché rispettino il crono programma che si sono dati su ben 15 attività prioritarie. Per il 2025, per presentare nel modo migliore la città agli ospiti, ci preme evidenziare che sarà nostro primo impegno la richiesta di potenziare il comparto manutentivo e di destinare più risorse e massimo impegno al miglioramento del decoro urbano».
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