AMANTEA (Cs) – La foto inviata a Calabria Inchieste da alcuni amanteani è terrificante: un operaio intento a pulire le finestre esterne del Campus – sede del Comune – senza alcuna protezione.
L’uomo sta in equilibrio senza alcuna cintura di sicurezza che lo trattenga in caso precipiti; senza alcun casco per proteggere la testa; senza scarpe a norma; senza impalcatura: il nulla assoluto.
Un operaio che sta rischiando la vita proprio nella casa comunale, quella stessa casa dove stazionano quotidianamente sindaco, assessori, consiglieri e dipendenti comunali. E nessuno si è reso conto di quanto sta avvenendo all’esterno dell’edificio.
«Sulle morti sul lavoro non possono più bastare parole di sdegno: occorre agire, con responsabilità e severità. Gli incidenti mortali – tutti – si possono e si devono prevenire». È stato questo il monito del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante il tradizionale discorso di fine anno dal Quirinale.
Secondo i primi dati a consuntivo dell’Osservatorio di Bologna sui morti sul lavoro, l’anno che ci lasciamo alle spalle si è chiuso con 1.481 morti sul lavoro, di cui 1.055 sui luoghi di lavoro e il resto in itinere. Cioè si tratta di incidenti stradali verificatisi nel tragitto casa-lavoro e viceversa e, per questa ragione, ricompresi da anni nelle statistiche delle morti sul lavoro. Numeri dietro cui ci sono nomi, storie e famiglie sconvolte per sempre.