Sulle note evocative del pianista Ezio Bosso, mancato cinque anni fa, si è aperto il Festival di Sanremo 2025. 

E per la prima serata Carlo Conti mantiene la promessa: poche le distrazioni e il focus persistente è sui brani in gara. Ma con toccate inattese, come Gimbo Tamberi che si candida per Los Angeles 2028. E con imprevisti ammutolenti: il ciak sull’edizione numero 75 è partito subito con gaffe, ovvero… senza audio!

Ha aperto la prima serata il pop da tormentone di Gaia con Chiamo io chiami tu. E poi, tra i vari, Irama in cappotto da condottiero napoleonico, Marcella Bella grintosa che sul palco dell’Ariston c’era già nel 1972, Achille Lauro in look da damerino con accento romano. E ancora, Rose Villain, capelli blu e abito attillato fiamma rossa, Olly in jeans con luccichini e canotta su muscoli e tatuaggi, Elodie sirena argentea… Durante la prima serata del Festival di Sanremo 2025 sono sfilati tutti e 29 i cantanti in gara.

I primi cinque classificati della prima serata del Festival

Al termine della serata sono state svelate soltanto le prime cinque posizioni della classifica finale, senza ordine di piazzamento. La classifica completa sarà resa nota solo alla fine del Festival.

I prime cinque classificati, in ordine casuale:
Brunori Sas;
Giorgia;
Lucio Corsi;
Simone Cristicchi;
Achille Lauro.

E ora i nostri voti da 1 a 10 alla prima serata del Festival di Sanremo 2025, delle pagelle scanzonate sui generis ispirate a quelle dello sport.

Le pagelle della prima serata del Festival di Sanremo 2025

ZERO

– Zero, come il volume dell’audio con cui Carlo Conti ha aperto la prima serata del Festival di Sanremo 2025. Inizio subito con gaffe per Rai 1, che dopo poche parole silenzia per alcuni lunghi secondi il conduttore, alla sua quarta volta come maître di sala all’Ariston.
Il gesto che ha accomunato tutti gli spettatori a casa? Armeggiare con il telecomando e poi mettere su Rai 2 per verificare il funzionamento dell’audio: sarà stato l’unico momento di picco di share per la seconda rete della Rai.

UNO – Come il voto che delinea la prima classifica del Festival di Sanremo 2025: è solo uno, quello della sala stampa (composta da tv, carta stampata e web). Nella seconda serata saranno invece determinanti il voto del pubblico a casa e quello delle radio italiane.

DUE – Come i componenti di Coma_Cose, Fausto Lama e California, coppia anche nella vita. Ritmi amabili anni ’80 e stile spiritoso, con Cuoricini i due fanno centro. Lei abito settecentesco in pizzi e cerone bianco e trucco drammatico in viso, lui in completo con giacca rossa, sono il primo sussulto della serata. E anche la platea è conquistata.

TRE – Come le tre standing ovation che hanno accompagnato la prima serata del Festival di Sanremo 2025. La prima, tra le lacrime di tutti, Conti incluso, è per Simone Cristicchi e la sua commovente Quando sarai piccola, dedicata alle mamme anziane, i cui ricordi svaniscono. Risuonano ancora le strofe: “Ti insegnerò a stare in piedi da sola, a ritrovare la strada di casa. / Ti ripeterò il mio nome mille volte perché tanto te lo scorderai”.

Standing ovation dell’Ariston per il video-messaggio di papa Francesco, che saluta il duetto ospite, la cantante israeliana Noa e la palestinese Mira Awad, insieme per cantare Imagine. La parole del papa: «La musica è bellezza, è strumento di pace, una lingua che tutti i popoli parlano».
A ruota, dopo l’emozionante esibizione delle due cantanti, ancora applausi e pubblico in piedi.

QUATTRO – Quattro gli artisti in gara che hanno già vinto il Festival di Sanremo. Si tratta di Simone Cristicchi, Giorgia, Massimo Ranieri e Francesco Gabbani, che ha sfoderato una voce da uomo da saloon che mastica tabacco.

La performance più convincente tra questi? Quella di Cristicchi, in completo color vinaccia con lustrini neri. Nonostante alcune virate musicali un po’ stridenti di Quando sarai piccola, il testo ha bucato i cuori, evocando Alzheimer e affetto filiale.

Non è una freccia a segno come fu Come saprei, ma funziona il brano portato da Giorgia, La cura per me firmata da Blanco, che parla di un amore che diventa un rimedio contro la solitudine.

CINQUE – Cinque il numero di partecipazioni di Jovanotti a Sanremo, una volta da concorrente, nel 1989 con Vasco, quattro come ospite. Era già stato invitato nel 2000, nel 2008 e nel 2022.
Come super ospite della prima serata, è stato arrembante e spettacolare il suo ingresso in scena. È partito dall’esterno dell’Ariston, dove per strada ha risuonato uno stuolo di batterie, quelle dei Rockin’ 1000, comunità globale di musicisti.

In total gold, Jovanotti ha portato l’energia travolgente de L’ombelico del mondo. E poi, Il più grande spettacolo dopo il Big Bang, un medley di I love you baby, Fuori onda e A te e Un mondo a parte.
«È proprio bello il Festival di Sanremo», ha detto allegramente sul palco. «È come il Capodanno, il Natale, la Pasqua, è bellissimo essere qua», sgargiante, come completo e camicia d’oro che aveva addosso.

SEI Sei alla comparsata d Gianmarco Tamberi. Si sa, l’esuberante campione olimpico di salto in alto cerca sempre riflettori. E quali più luccicanti di quelli di Sanremo? Ne ha approfittato per raggiungere sul palco Jovanotti e per svelare il suo futuro, dopo le delusioni di Parigi 2024. A 32 anni, ritiro o no? Pollice su per lui: «La voglia di riprovarci c’è», ha detto. «Ci vediamo a Los Angeles 2028».
Almeno Gimbo stavolta ci ha risparmiato la barba a metà.

SETTE –  Sette all’ironia impegnata di Willie Peyote, che con Grazie ma no grazie sferza gli ipocriti e i vittimisti. Il brano più politico e politicamente scorretto. Si ispira vagamente al monologo dell’ottava scena del secondo atto del Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand.

OTTO – Otto a Lucio Corsi, Tony Effe e Fedez.

31 anni, alla sua prima partecipazione a Sanremo, Lucio Corsi è una bella scoperta. Esile, con capelli lunghi su un viso bianco di cerone, spalline come ali di farfalla gialle, il menestrello di Grosseto ha cantato Volevo essere un duro. Un autoritratto ironico e disincantato da applausi. Qualche strofa: “Non sono nato con la faccia da duro / Ho anche paura del buio / Se faccio a botte le prendo”.

Escluso dal Capodanno di Roma per le sue rime violente, applaudito a Sanremo, Tony Effe è sembrato un gentleman romano. Ha rapito lo sguardo con un completo bianco Gucci, spilla con croce di Malta, guanti color prugna. Altro che rapper scomodo! Damme ‘na mano, canzone che facilmente ronza nella testa, sa un po’ di Califano (citato nel testo) e di Mannarino, sa di stornello romano. Difficile staccarla di dosso.

Otto anche a Fedez, da brividi. Più melodico che rap, ha accompagnato il pubblico nei suoi abissi. Battito scava nella malattia mentale, nella depressione. “Vedo nero pure il cielo / Vetri rotti schegge negli occhi”. Il cantante indossava lenti a contatto completamente nere, da struggimento.

NOVE – Nove al look di Achille Lauro, infallibile. Elegantissimo, come novello Rodolfo Valentino in alta sartoria. Ha vestito un frac nero di Dolce & Gabbana, con guanti bianchi, e gioielli Damiani.
In gara per la quarta volta, ha portato il brano Incoscienti giovani, una ballata d’amore che invita a viversi senza paura.

DIECI – Dieci a Brunori Sas: al primo ascolto è quello che ci ha convinto di più. Cantautore di livello, più da nicchie raffinate che da grande pubblico, è al suo primo Sanremo. Era arrivato il momento di confrontarsi con ampie platee.

L’albero delle noci è dedicata a sua figlia. È una canzone che racconta la paura e la gioia di essere padri: “E tutta questa felicità forse la posso sostenere / Perché hai cambiato l’architettura e le proporzioni del mio cuore”. Lascia il segno (iconmagazine).