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Bambini maltrattati a Paola, interrogata la giovane madre: ecco come si è difesa

E’ iniziato alle ore 13 di oggi l’interrogatorio di Andrea Calabria, presso il tribunale di Paola, ed è finito intorno alle ore 16.50

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Il tribunale di Paola

PAOLA (Cs) – E’ iniziato alle ore 13 di oggi l’interrogatorio di Andrea Calabria, presso il tribunale di Paola, ed è finito intorno alle ore 16.50.

Nel porre domande il pubblico ministro ha chiesto chiarimenti in merito alla ricostruzione dei fatti riportati nella memoria difensiva depositata dall’avvocato Francesca Cribari che, oltre alla ragazza, difende anche la mamma di quest’ultima.

La vicenda del braccio rotto del piccolo di 2 anni non è stata trattata perché già ampiamente chiarita in precedenza. Sono state sollevate perplessità, tuttavia, sul perforamento del polmone del figlio più grande per il quale si ipotizzata se lo sia procurato tra il 24 e il 25 gennaio.

La mamma del ragazzo ha  fatto notare a giudice e pubblico ministero che il 19 scorso, il ragazzo era stato in ospedale e che la ferita poteva essere presente, ma che nessun medico se ne fosse reso conto.

Nei giorni antecedenti, inoltre, è stato fatto presente dalla giovane madre, «il bambino era stato anche a casa dei nonni paterni, quindi non si esclude che possa essersi fatto male là», sono le accuse della ragazza.

L’avvocato difensore ha consegnato diversi video presenti sul telefono di Andrea e della mamma (posti sotto sequestro di recente) dai quali, a suo avviso, si evincerebbe quanto raccontato ai giudici, ovvero che le ferite sono oggetto di cadute e non di maltrattamenti.

E’ stato altresì ribadito da parte del difensore che «vi sia stata incuria da parte della mamma può essere una tesi credibile, ma che la stessa abbia maltrattato i piccoli è fuori discussione».

Infine, sempre il difensore, ha riferito al pm che Andrea Calabria è stata visitata dallo psicologo e non si esclude che lo stesso possa essere ascoltato per la decisione finale, che potrebbe confermare (o revisionare) le misure già adottate nei confronti dei tre indagati.