Una immagine di Cassano allo Ionio

CASSANO ALLO IONIO (CS) – L’associazione politico-culturale ArticoloVENTUNO «da tempo si occupa di cogliere le problematiche più urgenti della comunità cassanese per articolare proposte politiche programmatiche».

Sabato sera, «nella nostra sede, si è svolto un dibattito molto partecipato sul tema del dimensionamento scolastico, al quale hanno preso parte operatori del mondo della scuola, genitori e cittadini interessati».

Il quadro emerso «è allarmante e conferma come, negli ultimi anni, il problema sia stato non solo trascurato, ma anche aggravato da decisioni inefficaci che hanno contribuito al degrado del sistema scolastico locale».

Un aspetto particolarmente critico riguarda «il piano di ricostruzione e abbattimento delle scuole in un territorio che sta vivendo un forte calo demografico e uno spopolamento crescente, dovuto alla carenza di opportunità sociali, culturali ed economiche. A fronte di investimenti pubblici di milioni di euro per nuove strutture scolastiche, l’impressione condivisa da molti è che i nuovi edifici non rappresentino nessuna novità rispetto a quelli precedenti, non rispondano alle reali necessità della comunità e siano il risultato di scelte dettate più dalla necessità di spendere fondi pubblici che da un’attenta pianificazione educativa».

Nel seguire questo percorso, «intercettando i bisogni della comunità di Doria, che rischia di vedere chiusa la scuola media, abbiamo cominciato a interrogarci sulla situazione attuale della struttura. E la scuola media di Doria non deve chiudere perché non si può accettare che nel nostro territorio si perda un presidio di democrazia e di legalità. Bisogna studiare strategie idonee a salvarla, trasformare la sede di Doria in un polo sperimentale che coinvolga studenti e studentesse dall’infanzia fino alla terza media e tale che possa, in virtù della sperimentazione, essere oggetto di investimento in risorse economiche ma soprattutto umane, personale docente e non docente, straordinarie, in modo da lasciare la scuola aperta».

E, ancora: «Confrontandoci con persone addette ai lavori, abbiamo innanzitutto compreso che la scuola non può essere, come del resto nessun altro ambito politico, estrapolata dal contesto e trattata come un mondo a sé stante, un mondo a parte».

La crisi delle scuole di Cassano, «che vedrà una forte riduzione di classi di prima media già a settembre, è solo la punta dell’iceberg. In base ai calcoli si perderanno da tre a quattro prime medie. La crisi della scuola, da addebitare al calo demografico, ma anche allo spopolamento, è il risultato di anni di politiche che non hanno promosso sviluppo per il paese, che non è più attrattivo per i suoi stessi nativi, soprattutto per le persone giovani».

E, poi: «Diversi sono gli esercenti di Cassano che aprono attività commerciali nei paesi vicini, decidendo poi di spostare l’intera famiglia. Quindi lo spopolamento non è solo quello da emigrazione al nord o all’estero, ma anche quello determinato dal trasferimento in paesi vicini dove le condizioni di contesto sono decisamente migliori».

Altro aspetto critico «è la mancanza di centri di aggregazione per giovani. Basta essere il sabato sera a Castrovillari o Trebisacce e Corigliano per chi abita a Sibari, per vedere i nostri ragazzi che trascorrono la serata altrove. Del resto nel nostro paese manca tutto ciò che potrebbe far rimanere le persone giovani: manca una biblioteca accessibile, manca il cinema, manca una libreria, manca un serio e intelligente investimento politico sulla cultura così come nel sociale».

Insomma «manca un serio e intelligente progetto di integrazione di persone, tantissime, che arrivano da altri paesi, da altri continenti e che potrebbero essere il futuro della nostra società, la vera rigenerazione urbana, e della stessa scuola. Invece, salvo le poche decine che entrano nei progetti specifici, sono tenute ai margini, spesso sfruttate in lavori che nessun altro vuole più fare».

Che futuro possono avere le scuole di Cassano in un simile contesto?

«Un istituto comprensivo unico con 18 plessi su un territorio di oltre 150 kmq gestito da un unico dirigente e da un’unica segreteria, soggetto più facilmente a tagli di personale docente e non docente e scuole superiori che non attraggono dai territori vicini e non attirano neanche tutta la popolazione studentesca di terza media di Cassano? Se le cose non cambiano sono destinate inevitabilmente all’esaurimento».

Infine: «Ogni programma politico serio che abbia come punto cardine lo sviluppo della scuola, dato anche l’elevato tasso di dispersione esplicita e implicita che caratterizza il Comune di Cassano, non può prescindere dal considerare indissolubilmente interconnesse le politiche scolastiche con quelle culturali e sociali, cosa alla quale evidentemente nell’ultimo decennio non si è dato alcun peso».