PAOLA (Cs) – Questo nuovo atto aziendale, con particolare riferimento all’ospedale spoke Paola-Cetraro, è stato elaborato in modo “criptico” o, meglio “evasivo” (soprattutto in merito alla Emodinamica, con Castrovillari che, sulla carta, fa la parte del leone), verosimilmente per scongiurare nuove proteste e ricorsi al Tar Calabria.
Si dice e non si dice, rispetto ai precedenti atti, quelli che hanno impattato contro proteste e ricorsi. Meglio ancora: rispetto al “si dice”, ossia a quanto risulta scritto, Paola perde forza contrattuale.
In tale contesto, secondo quanto emerge da ciò che viene riportato nel Piano di Riordino della Rete Ospedaliera in Calabria (sotto allegato), verrebbe previsto lo spostamento della Chirurgia di Paola verso Cetraro con il solo servizio day-hospital presso il “San Francesco” di Paola.
I posti letto, infatti, – questo è certo perché è riportato in modo chiaro – verranno distribuiti al 50 per cento tra Paola e Cetraro, mentre prima erano tutti al San Francesco.
Ed è anche questa la lettura data dal Comitato per la difesa della salute e dal Partito democratico di Paola.
Dopo l’approvazione dell’atto Aziandale, da parte dell’Asp di Cosenza, ci si chiede: ma ricoveri e interventi chirurgici, sono ancora autorizzati presso l’Ospedale di Paola?
Esiste quel misterioso documento dei capi dipartimento che declinerebbero responsabilità su quanto sta succedendo o è una leggenda metropolitana?
Sul punto, l’Asp di Cosenza, chiaramente, tace, mentre cittadini, associazioni e partiti iniziano a porsi qualche interrogativo.
Anche il Comitato per la tutela del diritto alla salute, come già accennato, ha denunciato tale circostanza: cosa c’è sotto? Le consuete garanzie verbali in deroga all’atto scritto? E, in tal caso, chi si assume le responsabilità nella ipotesi in cui dovessero sorgere intoppi?