SAN LUCIDO (Cs) – «In cinque anni, da quando il 20 febbraio 2020 il primo caso di Covid 19 scoppiato a Codogno con tutto quello che tristemente ne è conseguito ha messo il risalto responsabilità, incapacità gestionali e politiche sbagliate dei nostri governanti e governatori, il Servizio Sanitario Nazionale e quelli Regionali dovevano essere ridisegnati nella loro impostazione legislativa e nella loro organizzazione; la pandemia è stata un “evento sentinella” che ha messo in risalto gli errori di un sistema salute concettualmente inappropriato che, pur avendo prodotto riforme, anche bis e ter nel passato, e di cui nessuna formazione politica è indenne da colpe, è riuscito a raggiungere gli obiettivi di efficienza, economicità ed efficacia che si prefiggeva».
Esordisce così, in una nota stampa, il dottore Francesco Nunziata, medico direttore sanitario.
«Da gravi responsabilità politiche sono, invece, colpevoli, Governo e Regioni che non hanno saputo o voluto imparare la lezione che la morte di circa 20 milioni di cittadini e di tanti operatori sanitari ci deve ancora pesare sulla coscienza e che ancora incombe sul futuro, considerato che nulla di concreto si è fatto per evitare possibili catastrofe umane che si potrebbero ripetere ancora sotto la minaccia tenebrosa di nuove e cangianti malattie infettive e pericolosi conflitti nucleari e guerre biologiche».
E, ancora: «Non sono stati creati nuovi posti letto o ospedali monospecialistici per malattie infettive, non sono stati creati nuclei intermedi di isolamento, pur consapevoli che statisticamente la maggior parte dei contagi ha avuto una origine nosocomiale e domiciliare, non sono stati sufficientemente potenziate le terapie intensive ed attivati i posti letto di pneumologia, pur sapendo che la maggior parte di tali incombenti patologie esitano in complicanze respiratorie».
Ed, intanto, «mentre il Covid ed altri nuovi virus continuano ancora ad uccidere e l’orizzonte non è certo sereno per l’ombra funesta di nuove pandemie, gli ospedali rimangono chiusi, i posti letto continuano ad essere tagliati, la sanità pubblica, anziché essere potenziata, continua ad essere svenduta a quella privata, il personale necessario non viene assunto, anzi in tanti scappano e la politica non fa nulla per valorizzarli, le condizioni in cui lavorano medici, infermieri ed operatori sanitari sono notevolmente peggiorate, siamo tutti stanchi e demotivati, insoddisfatti e sempre più in pochi e, soprattutto, il Governo non mette più soldi sulla sanità pubblica per adeguarla al reale fabbisogno, in particolare sulla sanità meridionale e calabrese, ancor più minacciata dal pericolo incipiente dell’autonomia differenziata».
Infine: «In medicina, a noi medici, le tecniche manageriali ci hanno insegnato che bisogna fare l’analisi del cosiddetto “errore profondo”, che occorre prevenire gli “eventi avversi” ma, per i Politici la lezione della triste stagione pandemica, in cinque lunghi anni, non è servita a nulla ed, allora, mi viene il dubbio: i nostri politici ci sono o ci fanno?».
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