CATANZARO – I consiglieri comunali di Catanzaro, Antonio Corsi, Francesco Scarpino, Rosario Mancuso e Raffaele Serò e, in separata sede, Alberto Carpino, contestano ferocemente l’iniziativa della Regione Calabria di spostare la cardiochirurgia da Cantanzaro per portarla a Cosenza.
«Una pietra tombale sulla città, sui nostri ospedali e sulla facoltà di medicina. I consiglieri di centrodestra, invece di perdere tempo a lanciare anatemi, comincino a chiedere conto alla Regione e all’Ufficio del commissario per la sanità come hanno fatto “magicamente” a togliere la cardiochirurgia al Sant’Anna e regalarla a Cosenza.
Ci dispiace dover fare queste critiche mentre il presidente Occhiuto è provato a causa di un dramma familiare, ma noi non ci sentiamo, per il rispetto che dobbiamo ai cittadini di Catanzaro, di tacere davanti a questo brutto scippo.
Al posto dei consiglieri regionali dell’area centrale della Calabria, rimetterei il mandato come forma di protesta. Dubitiamo che lo facciano, perché sono completamente piegati ai voleri dei padroni del vapore di Cosenza e Reggio Calabria. Catanzaro non conta nulla perché il centrodestra di Catanzaro non conta nulla»
ALBERTO CARPINO: «UN CONTENTINO DAL PRESIDENTE OCCHIUTO IN DANNO DI CATANZARO E DEI PAZIENTI CALABRESI?»
«E così, la Calabria, con una popolazione di appena poco superiore al milione e 800mila abitanti, avrà ben tre cardiochirurgie: quella del GOM “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria, quella dell’AOU “Dulbecco” di Catanzaro, e – da quanto abbiamo appreso – quella AO “Annunziata” di Cosenza.
Tutto questo, mentre aspettiamo che riapra finalmente il S. Anna Hospital, perché tutto lascia presagire che così sarà e non possiamo che esserne felici, visto che in Calabria il centro di eccellenza con sede a Catanzaro è quello che può vantare, negli ultimi decenni, la maggiore esperienza per volumi e qualità delle prestazioni.
Quattro cardiochirurgie per appena meno di due milioni di abitanti, dunque. Ma siamo sicuri che, in tempi di vacche assai magre per la spesa sanitaria, questo sia lo scenario migliore per i pazienti cardiopatici calabresi?
Vorremmo chiederlo al presidente Occhiuto, visto che come al solito il problema è di merito, meno che mai di campanile e ancor meno di nomi, visto che il designato a guidare la cardiochirurgia cosentina pare sia il professor Daniele Maselli, catanzarese e medico di indiscutibili capacità, acclarate a livello internazionale.
Lo chiediamo al presidente Occhiuto, quindi, giusto per capire da lui, nella sua qualità di commissario ad acta, quale sia stato il criterio della scelta di aprire un’altra cardiochirurgia a Cosenza. Non c’è alcuna malizia in questo interrogativo ma solo l’esigenza di capire la logica delle cose; perché la sanità regionale, casomai non fosse chiaro, la pagano i calabresi, gravati peraltro anche dei costi derivanti da un duro piano di rientro dal debito.
Domanda legittima, la nostra, scaturita anche dall’aver appreso che i posti letto dell’Annunziata saranno 14. Il che fa temere che quelli accreditati del S. Anna Hospital, quando presto riaprirà, potrebbero non essere quelli di un tempo, quando il Centro nazionale di riferimento per l’Alta Specialità del Cuore era a pieno regime. E allora viene fuori un’ultima domanda: cosa si vuol fare della cardiochirurgia calabrese, che ha brillato nel panorama nazionale delle prestazioni sanitarie?
Si vuol dare un’accelerazione decisa per eliminare la ancora consistente percentuale di emigrazione sanitaria per le patologie cardiovascolari o, come al solito, la politica che decide a Germaneto sta spartendo la “povertà” per dare un contentino a tutti ma, come di consueto, in danno della sola città di Catanzaro?», conclude Carpino.