AMANTEA (Cs) – Sulla vicenda della dottoressa aggredita alla guardia medica di Amantea e dei locali danneggiati, è intervenuta la donna che si è presentata in postazione e per il cui comportamento si è reso necessario fare intervenire le forze dell’ordine.
Il medico di turno, infatti, è stato aggredito verbalmente, mentre alcuni suppellettili presenti all’interno sono stati danneggiati. Il motivo? E’ Angela Massali a spiegarlo con un post di commento all’articolo di Calabria Inchieste.
Un intervento che si è reso necessario per fare comprendere bene alle istituzioni preposte il momento di grave sofferenza e difficoltà che la sanità calabrese sta vivendo – soprattutto per quel che concerne gli interventi di urgenza e primo soccorso – che portano, nella maggior parte dei casi, a gesti estremi.
Stando al raccolto fornito dalla Massali, il nipotino avrebbe avuto una crisi e per questo motivo ha perso conoscenza. La prima cosa che è stata fatta è chiamare il 118 ma, considerato il trascorrere del tempo e le condizioni critiche del bambino, la donna ha deciso di portarlo alla guardia medica (l’ospedale di Paola è troppo distante, quello di Cetraro neanche a pensarci).
Quando la donna è arrivata ha spiegato al medico quanto era accaduto mostrando che il piccolo non riprendeva conoscenza. La dottoressa ha allertato personalmente il 118 e, in attesa che giungesse – perché impegnato in un altro soccorso – d’accordo con i sanitari ha iniettato una bentelan al piccolo
«Il problema della sanità purtroppo è la mancata prontezza di primo soccorso quando la vita ci mette a dura prova contro quei pochi minuti che ci possono salvare la vita», è questa effettivamente la triste realtà dei fatti sui quali la signora Massili invita tutti a riflettere, soprattutto a chi dovrebbe intervenire per migliorare la situazione.
«Per arrivare a Cetraro ho dovuto cambiare due ambulanze. Ringrazio il personale medico che si è fatto trovare pronto ad accogliere il piccolo e ad organizzare il ricovero presso Cosenza perché lì non c’era posto, mettendosi a disposizione ad organizzare il tutto dovendo aspettare un’altra ambulanza che venisse da Cosenza per prenderci e portarci all’ospedale civile l’Annunziata. Qua il mio nipotino è stato ricoverato per 4 giorni ed è stato curato in modo eccellente. Tutti bravi quando il problema non tocca a loro, non auguro a nessuna di trovarsi in questa situazione, che Dio ce la mandi sempre buona».
Un bambino, dunque, ha rischiato di morire, ma grazie alla dottoressa che ha pratica l’iniezione e ha spiegato la reale urgenza di fare intervenire il 118 tutto si è risolto con un grande spavento.
Una vicenda che deve fare riflettere i vertici dell’Asp su tagli e ridimensionamenti che stanno rischiando di portare la sanità calabrese al collasso, il tutto a discapito dei pazienti.
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