La sede comunale di Cetraro

Le elezioni amministrative di Cetraro si avvicinano e la scena politica locale è ricoperta da una fitta nebbia che poco lascia trapelare, dove può succedere tutto e il contrario di tutto.

Ma quello che si intravede con certezza è “la politica dei giri di valzer”, di tedesca memoria, che a Cetraro la fa da padrone. In città è un continuo susseguirsi di riunioni su riunioni tra i vari partiti, di centrodestra centrosinistra, movimenti civici, di accordi raggiunti e poi smentiti il giorno dopo, dagli stessi protagonisti. Insomma, un gran casino.

Ma in questo guazzabuglio, senza né capo e né coda, la certezza più importante è che tutti gli ex amministratori e consiglieri della vecchia amministrazione comunale a firma Ermanno Cennamo, non hanno alcuna intenzione di fare un passo indietro e, con una grande faccia tosta, si ripresenteranno di nuovo agli elettori con una nuova scintillante veste.

Tutti, infatti, a vario titolo, fanno parte di quella famosa “Armata Brancaleone” o “banda di incapaci”, che hanno portato il paese al tracollo economico e finanziario grazie al dissesto e ad un declino, sociale e culturale, senza precedenti.

Una timida bozza di accordo sembrava essere stata raggiunta lo scorso 12 febbraio tra Cetraro in Azione (movimento guidato da Giuseppe Aieta), Partito Socialista Italiano, Italia Viva, Democrazia Cristiana, Cetraro Attiva, Progetto e Sviluppo, con la successiva aggiunta di Forza Italia e Fratelli d’Italia, per la messa in cantiere di “una coalizione moderata, liberale, laica e riformista, inclusiva e disponibile al confronto dialettico e partecipativo di associazioni civili e religiose cittadine”.

Accordo smentito il giorno dopo da Fratelli d’Italia: «FdI non ha al momento fatto alcun “apparentamento” o ingresso in alcuna coalizione». Affermazione a cui il nuovo coordinatore della Democrazia Cristiana, Vincenzo Cesareo, fratello dell’ex vicesindaco Tommaso, succeduto a Pino Losardo, si è affrettato a mettere una pezza nel tentativo di tenere unito un centrodestra che nei fatti unito non è:

«Noi della DC abbiamo chiesto e sostenuto che del confronto per realizzare il documento de quo, debbano far parte e paritariamente anche i partiti di FI e FdI e tutti coloro che hanno contribuito allo scioglimento del Consiglio comunale. Per quel che mi riguarda è una conditio sine qua non. Il centrodestra cetrarese è unito – sottolinea Cesareo – e consapevole che sia necessario ridare alla città la dignità politica sciupata negli ultimi tempi e parteciperà unito negli intenti a che ciò si realizzi».

Ciò vuol dire che dovranno esserci tutti i nove consiglieri firmatari del documento che ha decretato la fine del sindaco Cennamo e cioè i forzisti Tommaso Cesareo, e Maurzio Iozzi, Lorena Matta (Democrazia Cristiana), Giovanni Rossi (Cetraro Attiva), Giuseppe Aieta (Cetraro in Azione), Benedetta Saulo (Psi), Massimiliano Vaccaro (Italia Viva), Laura Losardo (Indipendente), Angelo Aita (Progetto Sviluppo).  

Forza Italia nei fatti è ancora diviso, perché da una parte c’è l’ex vicesindaco, nonché consigliere delle mezze consiliature per le sue note vicende di dimissioni a metà mandato nelle giunte Aita e Cennamo, Tommaso Cesareo, insieme a Maurizio Iozzi e Giovanna Esposito, dall’altra c’è Gabriella Luciani (che non ha firmato il documento per le dimissioni di Cennamo).

La presidente del Gal, Luciani, è ancora nel limbo, non avendo preso alcuna posizione ufficiale sul da farsi, forse sta sondando il terreno o è in attesa di seguire qualche disposizione dall’alto.

Intanto, Cennamo, ormai fuori dalla corsa a sindaco, ma non dalla compagine politica, insieme al segretario Pd Bencivinni sono all’opera per formare una coalizione di contrasto allo storico rivale Giuseppe Aieta, probabile candidato a sindaco in una lista con tutti i “graziati” della precedente amministrazione. Tra i papabili alla carica di primo cittadino c’è l’ex assessore Carmine Quercia.

Il tutto mentre la forzista dell’ultimo minuto, Barbara Falbo, tra i fedelissimi dell’ex sindaco, insieme a Franco Lanza (ex Unità e Rinascita), Carmen Spaccarotella, Cristina Forestiero e Carmen Martilotta (Pd) avrebbero dato vita al nuovo gruppo “Uniti per Cetraro”.

Notizia poi smentita dagli stessi ex consiglieri di maggioranza: «Non è stato sottoscritto alcun gruppo politico o movimento. Siamo uniti da amicizia e da uno stesso concetto di politica ma niente di più. Precisiamo che se dovesse nascere qualcosa saremo noi a darne notizia e non altri».

Nulla di preciso si sa ancora sul movimento Svolta Progressista, guidato dalla presidente del Cif, Concetta Grosso, in pole position alla carica di sindaco, sostenuta dagli ex di Unità e Rinascita, Antonio Ferrazzo, Nuccio Guaglianone, Luciano Conte e Leopoldo Piccolillo.

Ma mentre i partiti e i movimenti politici non riescono a trovare punti di incontro ne approfitta la società civile. E’ di questi giorni, infatti, l’annuncio della nascita della coalizione “La voce del popolo” con capolista il noto ambientalista Luciano Basile che punta a rompere con i partiti e dare più spazio alle problematiche della comunità e dell’associazione “Sobborghi cetraresi” composta da “figure dinamiche della Marina, del Paese e dalle campagne che si propone di diventare attore chiave alle prossime elezioni comunali”.  In questo quadro le liste potrebbero essere tre o addirittura quattro. Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni.

fiorellasquillaro@calabriainchieste.it