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Giovane migrante assolto dall’accusa di indebita percezione del reddito di cittadinanza

Accusato di un ingiusto profitto erogato dall'Inps per un totale di 1.800 euro. Per il Gip il fatto non costituisce reato

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Il Tribunale di Paola

AMANTEA (Cs) – Giovane migrante assolto dall’accusa di indebita percezione del reddito di cittadinanza. Il gip accoglie le richieste del pm e della difesa, il fatto non costituisce reato.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Paola Carla D’Acunzo, all’esito del giudizio abbreviato, ha assolto M.M., 27 anni, originario del Gambia e residente ad Amantea, per aver indebitamente percepito il reddito di cittadinanza da luglio a dicembre 2020. Un ingiusto profitto erogato dall’Inps (Istituto nazionale previdenza sociale) per un totale di 1.800 euro.

In particolare, il giovane migrante, il 26 giugno 2020, nella dichiarazione sostitutiva attestava falsamente di aver risieduto in Italia per almeno 10 anni e di risiedervi da almeno 2 anni in modo continuativo. Dichiarazioni smentite all’esito delle indagini della Polizia giudiziaria.

Secondo gli avvocati Vincenzo Russo del Foro di Crotone ed Emilio Enzo Quintieri del Foro di Paola, difensori dell’imputato, l’extracomunitario, all’epoca dei fatti giovanissimo e richiedente la protezione internazionale in Italia, non capendo bene la lingua italiana aveva chiesto aiuto a un Centro di assistenza fiscale del luogo, per compilare la domanda di accesso al reddito di cittadinanza.

Evidentemente, gli addetti del Centro, non informarono bene il giovane dei requisiti richiesti dalla normativa vigente per l’accesso al beneficio statale, limitandosi ad esibire la documentazione che gli venne richiesta e sottoscrivendo la relativa domanda.

Quindi, per i difensori, non vi fu coscienza e volontà di dichiarare il falso per ottenere indebitamente il reddito di cittadinanza per cui, difettando il dolo, il fatto non costituisce reato. Motivazione condivisa anche dal pubblico ministero Luca Natalucci, che nella sua requisitoria aveva già chiesto al giudice il proscioglimento del migrante.

All’esito della camera di consiglio, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Paola, accogliendo le richieste dell’accusa e della difesa, ha assolto il 27enne M.M. perché il fatto non costituisce reato chiudendo definitivamente il procedimento.

fiorellasquillaro@calabriainchieste.it