San Pietro in Amantea in provincia di Cosenza. Nu truppiellu e case abbandonate, le porte e le finestre sono chiuse, le strade deserte, nell’aria solo il fruscio delle foglie degli alberi di Nmienzu U Largu e Nmienzu u Puritu, i cani di Ciccio Grassullo che scorrazzano per Via del Popolo e quelli di Peppino Pratiche abbaiano in lontananza. Non si vedono neppure gli anziani seduti sugli usci delle case che scrutano il passaggio dei rari passanti. Tutto intorno regna un silenzio spettrale. Fra qualche decennio anche San Pietro in Amantea diventerà un paese fantasma come del resto tanti altri paesi del Nord, del Centro e del Sud Italia. E’ un vero peccato che sia destinato a scomparire. Eppure oggi è curato nei minimi particolari: i vicoli e le strade sono pulitissime. La raccolta differenziata dei rifiutifunziona a meraviglia. E’ un paese molto accogliente. E’ veramente emozionantel’atmosfera che si respira in questo borgo. Ti puoi sedere tranquillamente sullepanchine sotto i secolari pioppi o sui gradini della chiesa di San Bartolomeo Apostoloe non pensare a niente. L’amministrazione comunale ha recuperato, restaurato e riqualificato un edificio in Via del Popolo, la vecchia casa di Achille Lupi, e riconvertita in centro sviluppo innovazioni gastronomia calabrese (mai entrata in funzione) e ristrutturato la vecchia chiesa di San Bartolomeo Apostolo in parte distrutta dal terremoto del 1908 e riconvertita in sala polifunzionale e centro espositivo arte orafa calabrese, sperando che qualche privato faccia altrettanto. Ora la chiesa, anche se sconsacrata viene usata in via provvisoria per celebrare le sante Messe domenicali, perché la Chiesa della Madonna delle Grazie è in stato di ristrutturazione e la nuova chiesa parrocchiale fatta costruire da Mussolinista crollando. E’ impraticabile. San Pietro in Amantea che nel censimento del 1951 contava 1705 abitanti, oggi ne conta poco più di 500. Nel centro abitato, volendo esagerare, ci sono appena un centinaio di persone, la maggior parte anziani. Quando il buon Dio fra dieci, quindici anni se li chiamerà, cosa resterà di questo antico borgo? È nella lista dei paesi destinati a scomparire. Eppure San Pietro in Amantea ha attraversato periodi floridissimi. C’erano un tempo non lontano tantissime cantine, botteghe artigianali, frantoi (4), palmenti, forni, telai, forge, falegnamerie, sartorie maschile e femminile, negozi di generi alimentari (5), asili infantili, scuole elementari e scuole medie nel centro abitato e scuole elementari nelle contrade Colopera, Giardini e Gallo, un negozio di sale e tabacchi, una pompa di Benzina API. Nel negozio di Alfonso Policicchio potevi trovare i giornali, ora devi scendere per forzain Amantea. L’ufficio postale aperto tre giorni la settimana. Non c’è il medicocondotto e la levatrice. Don Ciccio e Zia Marianna morti da diversi anni. Nel Municipio, segretario comunale e impiegati part time provenienti dai paesi viciniori.Non esiste più la guardia municipale. Resiste la farmacia. Le terre, una volta nonmolto lontano erano coltivate ed erano fertilissime. Producevano in grande quantitàgrano, mais, fichi, uva, olive. Oggi la campagna, purtroppo, non viene considerata piùuna risorsa. E’ vissuta come luogo di bellezza ma non della produzione e per molti èdiventata luogo di isolamento.Frank Gagliardi *
* Nato in San Pietro in Amantea. Emigrato da ragazzo negli USA. Ha lavorato nell’Industria Royal Typevriter di Hartford, Connecticut. Ha frequentato l’Università dell’Alabama. Infermiere nel 121° Ospedale di Evacuazione in Korea negli anni 50 con U.S.Army. Clerk in Army Redstone Guide Missil Agency in Huntsville in Alabama. Interprete del Terzo Corpo d’Armata. Maestro elementare in pensione. Vice Sindaco di San Pietro in Amantea quando fece ritorno nella amata terra di Calabria. Pubblicato 11 libri. In gioventù ha collaborato con diversi giornali nazionali tra cui Il Quotidiano di Roma oggi Avvenire.