CATANZARO – I giudici della Corte d’Appello di Catanzaro hanno emesso 15 condanne nell’ambito del procedimento “Rinascita-Scott”, sulla base di quello che è un concordato sull’accoglimento di alcuni motivi, con congiunta rinuncia di altri. Diventano definitive cinque assoluzioni.
Per quanto concerne gli assolti, abbiamo: l’ex sindaco di Pizzo (Vv), Gianluca Callipo (chiesti in primo grado 18 anni); la dirigente del settore Urbanistica del Comune di Pizzo, Maria Alfonsina Stuppia (chiesti in primo grado 2 anni); Daniele Pulitano, di Pizzo (chiesti in primo grado 17 anni); l’ex comandante della polizia municipale di Pizzo Enrico Caria (chiesti in primo grado 17 anni); l’ex assessore di Pizzo, Pasquale Marino (chiesti in primo grado 3 anni). Gli imputati erano stati tutti assolti in primo grado dal Tribunale di Vibo, poi il reato di abuso d’ufficio è stato abrogato dal governo e da qui la rinuncia del pm all’appello.
Per Gianluca Callipo, la procura ha rinunciato all’Appello anche per la contestazione di concorso esterno in associazione mafiosa.
Sono 15 le pene concordate in secondo grado tra Procura e difensori: Onofrio Barbieri, divenuto collaboratore di giustizia 7 anni e un mese (16 anni in primo grado); Robert Lazaj, albanese 12 anni e 5 mesi (18 anni e 6 mesi in primo grado); Loris Palmisano, 9 anni (14 anni e 2 mesi in primo grado); Giuseppe Barbieri, 10 anni e 8 mesi (16 anni in primo grado); Domenico Tomaino, 12 anni e 5 mesi (17 anni e 4 mesi in primo grado); Giuseppe Mangone, 10 anni e 8 mesi (16 anni in primo grado); Marco Ferraro, 13 anni e 7 mesi (20 anni in primo grado); Sandro Ganino, 6 anni e 6 mesi (10 anni in primo grado); Domenico Polito, 12 anni e 4 mesi (18 anni e 6 mesi in primo grado); Antonio Lo Bianco, 12 anni e 2 mesi (18 anni e 2 mesi in primo grado); Gaetano Molino, 12 anni (18 anni in primo grado); Maria Piperno, un anno e 10 mesi (2 anni e 8 mesi in primo grado); Salvatore Morelli, 19 anni (28 anni e 4 mesi in primo grado); Antonio La Rosa, 16 anni (24 anni in primo grado); infine per l’avvocato Giulio Calabretta, 1anno e 8 mesi poiché giudicato inammissibile per tardività il suo ricorso in appello.