Il sindaco Vincenzo Pellegrino

AMANTEA (Cs) – Dal 7 marzo scorso la Regione Calabria ha dichiarato l’Ambito Territoriale sociale n. 3 di Amantea non più legalmente e giuridicamente riconosciuto. La decisione della Regione Calabria è stata assunta a seguito della diatriba, che oramai dura da quasi due anni, tra gli otto Sindaci dei Comuni facenti parte dell’Ats 3 (Aiello Calabro, Serra d’Aiello, Cleto, Lago, San Pietro in Amantea, Belmonte Calabro, Longobardi e Fiumefreddo Bruzio) e il Comune di Amantea.

Scontro che pare, in questi giorni, sia approdato sulla scrivania dei rispettivi legali.

Le conseguenze relative al disconoscimento giuridico dell’Ats sono ben intuibili, come tra l’altro dichiarato anche dall’ex assessore ai servizi sociali di Amantea della giunta Tonnara, Gianfranco Suriano, nei giorni scorsi in una intervista rilasciata su alcuni canali social.

“L’Ambito è impossibilitato a produrre atti e richiedere finanziamenti, in primis, da destinare alle attività di assistenza socio-sanitaria, un fatto gravissimo che va a penalizzare tutte quelle famiglie e associazioni, operanti nel campo dell’assistenza sociale, dei nove Comuni del Comprensorio di Amantea”.

E, ancora: “Il silenzio assordante della Regione Calabria, che inutilmente aveva tentato una mediazione per far rientrare lo scontro istituzionale tra i Comuni, fa presagire determinazioni in merito alla vicenda, forse senza precedenti, anche perché non abbiamo notizie di altre situazioni di questo tipo in altri Ats nell’intero territorio nazionale. Le due parti in causa si sono trincerate dietro un inspiegabile riserbo che confligge però con l’esigenza di una trasparente comunicazione ai cittadini dei nove Comuni su una materia che attiene all’assistenza delle fasce di popolazione più deboli e bisognose di aiuto”.

Fin dove potrà arrivare questo scontro istituzionale e politico non è facilmente prevedibile, l’unica cosa certa è che a pagare le beghe politiche, come spesso accade, sono i poveri cittadini bisognosi di aiuto, a cui la buona e sana politica, invece, dovrebbe rivolgere la massima attenzione.

L’attività socio assistenziale, infatti, è letteralmente paralizzata, e tante persone bisognose di assistenza sono state tagliate fuori da ogni aiuto. Una situazione senza precedenti.