Robert Aloisio

AMANTEA (Cs) – Ex amministratori comunali, ex sindacalisti, appartenenti a movimenti politici, mondo dell’associazionismo, comitati e semplici cittadini dicono basta allo scontro politico “scadente” che quotidianamente viene offerto sui social e nelle piazze cittadine da persone elette dalla Comunità.

In queste ore gli interventi si stanno susseguendo a ritmo frenetico, e viaggiano tutti nella stessa direzione: basta alle beghe da quartiere, basta alle offese, basta all’incoerenza e allo scadimento politico, Amantea deve uscire fuori da questa situazione e riprendersi il ruolo di prima donna ricoperto da sempre in ogni competizione elettorale: nazionale, regionale, provinciale e comunale. 

«E, vero, l’aria che si respira nella mia amata città ormai è irrespirabile», denuncia l’ex consigliere comunale e fondatore del movimento “Spirito Libero”, Robert Aloisio.

«Sono bastati due anni per buttare a mare tutto ciò che è stato costruito in decenni di storia politica amanteana. Sono bastati due anni per dimenticare i dibattiti nelle piazze, i confronti democratici nelle sale del Comune, i dibattiti pubblici tenuti all’interno dei consigli comunali».

E, ancora: «Oggi ci si alza con la consapevolezza di non poter esprimere più un libero pensiero politico che ci si ritrova immediatamente trascinati all’interno di un vortice di polemiche, offese, improperi. Una situazione che sta andando avanti da troppo tempo e che, a mio avviso, è giunto il momento di fermare», fa notare Aloisio.

«Si è perso il controllo di tutto e su tutto, la gente è stanca di chi denuncia e anche di chi crede di essere un salvatore. C’è, però, la consapevolezza che chi governa oggi la città deve farsi un bell’esame di coscienza e ammettere di non essere riuscito a produrre assolutamente nulla in questi anni di consiliatura, una verità inconfutabile che è sotto gli occhi di tutti. Magari è giunto il momento di gettare la spugna, di restituire la parola all’elettorato e permettere a persone preparate di cercare di fare uscire Amantea da questa disastrosa situazione. Andare oltre significherebbe condannarla a un destino ancora peggiore».

Infine: «Restare attaccati a una poltrona per la sete di potere che acceca la ragione è controproducente, e non porta da nessuna parte. I personalismi devono essere messi da parte per iniziare a pensare al bene comune, cosa che fino ad oggi non è stata fatta. E’ giunto il momento che politici di maggioranza e qualcuno di minoranza riconoscano il proprio fallimento e si dimettano».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it