AI FIGLI SOLO IL COGNOME MATERNO. Proposta di Dario Franceschini ieri all’Assemblea del suo partito. Franceschini è un Senatore del Pd, ex Ministro della Cultura, ex Segretario del Pd dal 21 febbraio 2009 al 9 novembre dello stesso anno. In carica solo 9 mesi. Venne disarcionato da Bersani dopo il flop del Pd alle regionali sarde. Fu eletto per la prima volta nelle file della DC, poi del Partito Popolare e poi ancora della Margherita. Presenterà un disegno di legge a Palazzo Madama. Ha ribadito che è una cosa semplice e un riconoscimento per un’ingiustizia secolare, ferita culturale e sociale delle disuguaglianze di genere. Il centrodestra frena. Cancelliamoli dalla faccia della terra questi papà, così risolviamo tutti i problemi, ribatte il Vice Premier Matteo Salvini. C’è già chi lo sta prendendo in giro e chi gli ribatte che i problemi degli italiani sono ben altri. Franceschini, non avendo nulla da dire e da fare dopo la batosta del suo partito nelle ultime elezioni politiche e dopo aver perduto la carica di Ministro della Cultura che amava tanto, propone di dare ai bambini italiani che nasceranno il cognome della madre. Ma in Italia nascono ancora bambini? Pochissimi a dire la verità. Le scuole dei piccoli paesi vengono chiuse e i paeselli fra dieci anni scompariranno perché si stanno svuotando. Sono rimasti soltanto i vecchi e gli ammalati. I giovani laureati lasciano i propri paesi e vanno all’estero in cerca di lavoro, perché qui da noi il lavoro non c’è. Ma Franceschini ci offre una speranza però: in Italia nasceranno ancora figli. Ogni giorno che passa, leggendo i giornali e guardando la televisione, apprendiamo sempre cose nuove e importanti, c’è sempre qualcuno che le spara più grosse. E Franceschini c’è abituato. Ve lo ricordate amici lettori quando appena eletto Segretario del Pd giurò sulla Costituzione Italiana di suo padre? Era convinto che Segretario volesse significare Presidente della Repubblica. I Presidenti della Repubblica e i Ministri giurano sulla Costituzione. Quando ricopriva la carica di segretario ogni giorno ne sparava una sempre più grossa. Dopo tanti anni di “cazzate”, chiamatele pure se volete proposte insensate, i cazzari dovrebbero andare a nascondersi sugli ultimi scranni del Parlamento. Dovrebbero stare un po’ zitti, invece fanno delle proposte strane e insensate, ogni sera vanno nei talk show della RAI e delle televisioni private e sparano per vendere cazzate che non fanno più ridere. Fanno piangere. Fanno rivoltare nelle tombe quei parlamentari che hanno fatto grande l’Italia. Invece di fare qualcosa di serio e di buono per gli italiani che li hanno mandati alla Camera o al Senato, sono sempre in cattedra a pontificare senza mai realizzare alcunché. Le cose all’interno del Pd non vanno davvero bene e dopo il flop della scampagnata a Ventotene per rendere omaggio alla tomba di Spinelli, Franceschini per dimostrare al suo elettorato che ogni giorno lavora per il loro bene, cosa si è inventato? Una stronzata. E per farsi notare ora che non è più Ministro e per comparire con nome, cognome e foto nelle prime pagine dei giornali vuole togliere ai pochi bimbi che nasceranno il cognome del padre. Cancelliamo i papà dalla faccia della terra, così risolviamo tutti i problemi che affliggono gli italiani. Incominci lui a togliere il suo cognome che porta con orgoglio. Il cognome è quello di suo padre, partigiano ed ex Deputato della D.C. Se avesse portato il nome della madre non sarebbe stato eletto nella D.C. prima e nel Pd dopo. A volte si fa peccato, dicendo queste cose, ma ci si azzecca. Ma veniamo nella nostra Calabria. Se non ci fosse stato il cognome Gullo dove sarebbe potuto arrivare il figlio Gigino? E Giacomo Mancini se non ci fosse stato il padre Pietro? E ora a Reggio Calabria dove sarebbe potuto arrivare il Sindaco attuale se non ci fosse stato il padre che portava il cognome Falcomatà. E Cristian De Sica senza il cognome del padre avrebbe potuto fare al massimo alcune comparsate a cinecittà. E Angelina Mango alcune esibizioni in qualche night club di provincia. E Sandro Mazzola? Senza il cognome del padre il raccattapalle della squadra del Torino o dell’Inter.Frank Gagliardi *
* Ha pubblicato 11 libri. Ha collaborato con diversi giornali nazionali tra cui Il Quotidiano di Roma (oggi Avvenire).