Il Consigliere Giuseppe Ciaccio

COSENZA – La vicenda relativa allo stato di attuazione del CIS – Centro Storico di Cosenza, giunta al punto in cui si è, per il capogruppo Pd in consiglio provinciale, Giuseppe Ciacco, «reclama opportune chiarificazioni». 

Intanto va detto che:

«Il finanziamento di novanta milioni di euro è targato Partito Democratico. Nel 2018 fu presentata dai deputati del Partito Democratico un’interrogazione parlamentare che sollecitò un intervento a fronte dei reiterati crolli che si stavano verificando nel centro storico: in quel momento la città era governata dall’amministrazione Occhiuto. Contestualmente la regione Calabria, all’epoca guidata dal centro sinistra, presidente della Giunta era Mario Oliverio, Pd, sfruttando la presidenza pro tempore del Cipes chiese all’allora Ministro della cultura di destinare una parte dell’intero plafond, pari a 350 milioni di euro, alla città di Cosenza. Il Ministro della cultura in carica, Dario Franceschini del Pd, accolse la richiesta e destinò per l’appunto i novanta milioni di euro per in Centro Storico di Cosenza. Questa è la storia del finanziamento».

Il Comune di Cosenza, «al quale dei 90 milioni ne sono stati destinati 40, con il testa il Sindaco e il delegato al centro storico Francesco Alimena, è indiscutibilmente il soggetto trainante, perché  l’attuale coefficiente di completamento del Cis, pari all’82% (il sottosegretario non ha dati aggiornati), è appannaggio esclusivo del Comune di Cosenza. Infatti, il Comune di Cosenza ha in corso 10 interventi e uno già completato. Per di più, il Comune di Cosenza, colmando le inadempienze dell’Amministrazione provinciale, ha permesso anche il salvataggio dell’intervento Unical, concedendo Palazzo Spadafora». 

Il Comune di Cosenza, «guidato dal centro sinistra, nella sua qualità di soggetto attuatore, ha mostrato grande efficienza. Viceversa, i governi di centro destra, sulla specifica questione, fino ad oggi hanno clamorosamente fallito. Infatti, che fine hanno fatto gli interventi in capo all’Amministrazione provinciale di Cosenza? La Provincia non ha a disposizione una manciata di spiccioli, ma ha a disposizione 30 milioni di euro ed è titolare di 4 interventi: l’intervento sul Convitto nazionale; l’intervento sul Conservatorio “Stanislao Giacomantonio”; l’intervento sulla Chiesa di Santa Teresa D’Avila; l’intervento sull’Istituto Magistrale “Lucrezia della Valle”. Posto che tutti gli interventi dovrebbero terminare a dicembre 2025 e rendicontati nel 2026, come è possibile rispettare queste scadenze se, per questi 4 interventi, siamo ancora, come sul dirsi, “a carissimo amico”? E lo stesso dicasi per gli interventi affidati al Segretariato generale del Ministero della Cultura. In definitiva, il Comune di Cosenza ha impegnato tutti i sui 40 milioni, mentre l’Amministrazione Provinciale di Cosenza e il Segretariato del MIC non hanno impegnato neppure un centesimo di euro, rimanendo fermi al palo».

È anche giusto «rivendicare con orgoglio l’intervento che il Comune di Cosenza ha predisposto per gli edifici privati a rischio crollo, sui quali ovviamente non si poteva intervenire dall’interno. Ed allora, attraverso il programma denominato “accessibilità”  si è fatta una scelta rivoluzionaria, mettendo in sicurezza, dall’esterno, 10 edifici, su cui pendevano altrettante ordinanze contingibili ed urgenti. Cosicché si è centrato l’obiettivo di conseguire l’accessibilità piena del centro storico, attraverso la riapertura delle strade interdette, appunto, dalla presenza di stabili pericolanti».

Riassumendo, «le opere si stanno tutte realizzando e chi lavora viene regolarmente retribuito. Anche, da quest’ultimo punto di vista, pagando per tempo i creditori, stiamo chiudendo un’altra triste pagine della storia della nostra Città».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it