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Giorgio Sganga: «A nulla servono progetti faraonici come quello del porto turistico di Paola»

«Sono certo che la Bufala venga tirata dentro ai programmi per poter elargire, a piene mani, pseudo posti di lavoro e laute consulenze»

LUNGI DA ME FARE IL CENSORE dell’esperienza amministrativa da poco andata incontro ad un prevedibile fallimento. Qualunque sia il motivo è stato certamente un bene per la città di Paola, visto che a governare erano rimasti un sindaco e una maggioranza, idealmente diversi, da quelli che il popolo paolano aveva eletto. I temi sul tappeto, a leggere le prime bozze di programma, sono tanti e diversi: a volte troppo ricchi, a volte ripetitivi. Ma in ogni caso, così come avviene in democrazia, c’è tanto da discutere e bene facciamo, ognuno dal proprio punto di vista, dalla propria ottica, dalla propria libertà. Il Cittadino che sceglie di vivere in libertà ha il diritto-dovere di discutere. La libertà ci impone di vedere quello che abbiamo innanzi, i beni straordinari di questa nostra meravigliosa città: mari e monti che incorniciano la nostra Città, straordinario dono della natura; nodi ferroviario e stradale epicentrici che ci ritroviamo grazie alle grandi eredità del passato e, certamente non per ultimo, il grande Santo, Francesco da Paola, conosciuto e venerato in tutto il mondo. Soffermiamoci qui senza andare oltre: il mare e i monti vanno conservati e tutelati così come Madre Natura ce li ha consegnati senza deturpazioni. Strade e ferrovie vanno potenziate evitando “espropri” di natura campanilistica, che porterebbero il nostro territorio irrimediabilmente indietro. La venerazione del Santo deve sempre avere una sua prima collocazione in città e, proprio per questo, conurbata ad essa, al pari di tante altre realtà, di questo genere, sparse nel mondo (San Giovanni Rotondo, Assisi, Lourdes ecc.).Tutto qui…. A nulla servono progetti faraonici come quello del porto turistico di Paola che, da decenni, occupa la fantasia di tanti incauti sognatori o, peggio, di chi pensa a grandi business da portare in città. In merito ho scritto tanto … e non solo io (si ricordino Mario Valitutti e Franco Calvano) per sottolineare l’assurdità di una mega opera che, dagli iniziali 10 milioni di euro, pare oggi superare circa i 60. Abbiamo redatto, all’epoca, tabelle comparative con business plane, presentati da questo o quell’altro imprenditore; il risultato è sempre stato lo stesso: opere faraoniche non possibili e/o non convenienti da instaurare in una zona come la nostra. Eppure ancora oggi, mi pare di leggere, in qualche bozza di programma, che si riparla di questa grande Bufala, così come la definii circa 30 anni addietro. Sono certo che la Bufala venga tirata dentro ai programmi per poter elargire, a piene mani, pseudo posti di lavoro e laute consulenze (a quanto ammontano finora i soldi già spesi?), ma anche per poter dare speranza ai soliti consiliori di iniziare, spendere qualcosa e poi fermarsi così come avvenuto anche durante l’ultima consiliatura. Si pensi solo al disastro del lungomare e delle attività in esso collocate se, malauguratamente, dovessero iniziare questi fantomatici lavori. Diverso sarebbe se il progetto, ridefinito nelle dimensioni e nelle spese, fosse riformulato in termini di porto canale o pseudo tale attraverso un’iniziativa ridimensionata che non vada a sconquassare l’esistente, ma a coniugare e potenziare quanto già presente in termini imprenditoriali. Sono certo, dunque, che i miei concittadini sapranno discernere non solo le offerte politiche messe in campo, ma anche la credibilità di chi ritiene di rappresentare la “Cosa Pubblica”, che è il grande bene da preservare quando si è davvero Liberi.Giorgio Sganga