Tribunale di Cosenza

COSENZA – Prete accusato di palpeggiamenti nei confronti di una donna straniera è stato condannato. 

Il processo si è concluso questa mattina, presso il tribunale di Cosenza, ed i giudici hanno sentenziato per un anno di reclusione e interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela e alla curatela, oltre che dai pubblici uffici, per la durata della pena, oltre al pagamento delle spese processuali.

Il religioso di 55 anni, parroco di due centri della Valle del Savuto, era stato accusato di violenza sessuale nei confronti di una 32enne ucraina,  in Italia con regolare permesso di soggiorno per protezione temporanea legata alla guerra in corso.

La donna, secondo l’accusa, due anni fa era stata palpeggiata dal parroco, che abbracciandola contro la sua volontà aveva anche tentato di baciarla, prima che lei, estetista a domicilio, si divincolasse e lasciasse la casa dell’uomo schivando anche un suo tentativo di farla rientrare dopo averla bloccata all’ingresso.

L’aggravante contestata è stata quella di «aver commesso il fatto approfittando di circostanze di tempo e di luogo, e in particolare avendo attirato la vittima, da sola, all’interno della sua abitazione con la scusa di sottoporsi al trattamento estetico di pedicure», trattamento che il parroco ha voluto si svolgesse senza altre persone per evitare «disagio» e «vergogna», richiesta onorata dalla donna che aveva infatti lasciato in macchina il figlio maggiore con cui si era recata all’appuntamento.

All’interno dell’abitazione il tentativo di approccio. Da qui la denuncia-querela della donna, ospite con i suoi due figli, in un centro del cosentino per un progetto di accoglienza di cittadini ucraini nato in collaborazione tra la chiesa e il Comune.