E SÌ, OGGI AVERE UN COLTELLO IN TASCA dei pantaloni va davvero di moda. Li portano i giovanotti quando vanno a scuola o quando vanno il sabato sera a ballare nelle balere o quando si riuniscono nei quartieri della movida, tenendo una bottiglia di birra o di whiskey in mano.
E ogni giorno si verificano accoltellamenti tra i giovani e spesso vengono accoltellati anche gli insegnanti.
Vanno in discoteca, ballano, fumano, si drogano, si ubriacano e poi litigano tra di loro per futili motivi: ha osato guardare la mia fidanzatina. Mi ha calpestato un piede. Mi deve dare dei soldi. Mi ha offeso dicendo che sono un gay. Non si prendono a cazzotti. No.
Estraggono dai pantaloni il coltello dalla lunga lama che hanno in tasca e infliggono dei fendenti al torace, all’addome al compagno con il quale aveva trascorso la serata a divertirsi. Il più delle volte le ferite inflitte risultano letali.
L’ultimo litigio tra i giovani si è verificato a Frascati. Motivo? Per alcuni vestiti non pagati. Girare con un coltello in tasca e poi usarlo contro un altro ragazzo è qualcosa che fa rabbrividire. Non è solo colpa della discoteca, del fumo della sigaretta, della droga che si prende in piccola quantità, della movida, del chiasso che fanno per le vie della città.
E’ colpa anche della educazione sbagliata che questi giovani hanno ricevuto. I loro genitori sanno dove trascorrono le serate? Sanno con chi vanno in giro? Sanno se fumano o si drogano? Sanno chi dà loro i soldi per comprarsi da bere e per drogarsi?
Con quali soldi ha comprato le scarpette che vanno di moda e il giubbetto di pelle? Non lo sanno o fanno finta di non sapere. E sbagliano. E così i giovani alla deriva commettono reati e per futili motivi accoltellano e uccidono i compagni.
Con il coltellino svizzero che una Commissaria Europea ci ha ordinato di mettere nel Kit di sopravvivenza? No. Con un coltello a volte a serramanico che fa tanto male quando una coltellata viene inferta ad una persona. Con un temperino di madreperla come lo avevo anche io quando frequentavo la scuola elementare? No. Un coltello dalla lunga lama capace di ferire ed uccidere.
Io portavo a scuola un temperino di madreperla nascosto nella borsetta di pezza. Mi serviva, però, a sbucciare le arance, le pere e le mele. E quando andavo fora, così si dice dalle mie parti quando si va in campagna, usavo il coltellino per preparare le cerbottane, le fionde, i pifferi, i fischietti, le “catree” (trappole) di canna per acchiappare gli uccellini, la trocca (raganella) di canna con la fusarola che avevo rubato alla nonna e che avrei poi suonato e usato durante la settimana santa quando le campane delle chiese restavano mute.
Se ne avessi fatto usi diversi ai miei tempi, durante il regime fascista, quando negli anni quaranta frequentavo la scuola elementare, le maestre mi avrebbero messo faccia al muro dietro la lavagna o in ginocchio per terra sopra i chicchi di frumento.
Il maestro, invece, con un calcio nel sedere mi avrebbe sbattuto fuori dalla finestra anche se c’era la cancellata di ferro. E poi a casa “palate” a non finire. Ed infine: alunno espulso da tutte le scuole del Regno.
Frank Gagliardi *
* Ha pubblicato 11 libri. Ha collaborato con diversi giornali nazionali tra cui Il Quotidiano di Roma (oggi Avvenire).