MENTRE IN UCRAINA e nel resto del mondo cristiano si celebrava l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme a cavallo di un puledro, dalla Russia di Putin arrivavano sulla città di Sumy due missili che hanno causato gravi danni e oltre 34 morti e più di ottanta feriti. Donne, uomini e bambini che si recavano in chiesa a pregare, non a divertirsi o a combattere. Ha ragione il Presidente Ucraino quando afferma che i russi hanno superato ogni limite di decenza: «Solo un bastardo può fare questo». «Strage vile e orribile» gli fa eco il Presidente del Consiglio On. Meloni. Anche l’UE ha condannato il vile attentato. Si fa sentire anche l’ONU: «E’ necessario porre fine agli attacchi contro le aree civili». Ma Putin fa lo gnorri. Questi appelli per la fine delle ostilità e per una pace vera e duratura non scalfiscono il suo vero obiettivo: occupazione di tutto il territorio ucraino. Ci eravamo illusi, poveri cretini ed ignoranti, che con l’avvento di Trump alla White House di Washington si sarebbe potuto arrivare ad una tregua. Lo spaccone della Casa Bianca aveva affermato e promesso che in una settimana avrebbe fermato la guerra. E la guerra non continua solo in Ucraina, ma in altre parti del mondo e il Santo Padre le ha volute tutte ricordare. Molti, forse anche io, avevamo creduto in lui. Ci siamo sbagliati. Lo spaccone della Casa Bianca non pensa alla guerra in Ucraina e a Gaza, pensa all’annessione del Canada, della Groenlandia e del Canale di Panama1 e al possesso delle terre rare in Ucraina. Ma ancora oggi ci vuole prendere in giro: «Arrivano molte buone notizie su alcuni conflitti». E gli appelli lanciati da ogni parte del mondo lasciano il tempo che trovano. Anche l’appello di oggi del Santo Padre per la martoriata Ucraina non è arrivato nelle stanze del Cremlino. Vogliamo davvero fermare Putin? Bisogna attaccarlo su tutti i fronti militari e anche sui fronti politici, economici e finanziari. Fino ad ora le sanzioni non sono servite a niente. No al riarmo, no all’invio di armi in Ucraina gridano i pacifisti e le migliaia di persone che sono scese in piazza la scorsa settimana a Roma. Va bene, niente riarmo. Ma chi ci difenderà da un eventuale attacco nemico? No all’invio di armi all’Ucraina. Va benissimo. Ma come si difenderanno gli Ucraini dagli attacchi russi? Con la cerbottana? Con la fionda? Così direbbe il grande Totò: «Ma mi faccia il piacere». Molti di noi si stanno comportando come gli struzzi. Nascondono la testa nella sabbia per non vedere e per non sentire. Non abbiamo capito ancora, dopo tre anni di guerra, che le ambizioni di Putin non si fermano all’Ucraina. Il suo obiettivo strategico rimane la divisione dell’Europa e riportare sotto l’influenza della Russia tutti i paesi che facevano parte dell’Unione sovietica. Allora, se gli obiettivi di Putin sono davvero questi, bisogna fermarlo oggi, domani sarebbe troppo tardi. Scoppierà allora una terza guerra mondiale? Non conviene a nessuno. Gesù non entra nella città di Gerusalemme cavalcando un cavallo, non arriva con armi o insegne di potere, ma sceglie di essere trasportato dall’animale più umile e servizievole e con ramoscelli d’ulivo e di palma. Essi sono simboli di pace e di rinascita.Frank Gagliardi *
* Ha pubblicato 11 libri. Ha collaborato con diversi giornali nazionali tra cui Il Quotidiano di Roma (oggi Avvenire).