PAOLA (Cs) – Un intervento di piazza partecipato, coinvolgente e ricco di contenuti, quello tenuto ieri sera dall’ex sindaco paolano Basilio Ferrari, commissario cittadino di Forza Italia, proposto alcune settimane addietro, in un vertice azzurro a Lamezia Terme, quale candidato a sindaco della coalizione di centrodestra (https://www.calabriainchieste.it/2025/04/15/vertice-a-lamezia-terme-forza-italia-indica-ferrari-e-manda-caputo-a-paola/); strategia che ha però impattato sia contro il gruppo di Giovanni Politano, forzista dell’ultima ora, che correva spedito verso la sua ricandidatura; sia contro le divisioni interne al centrodestra, locale e regionale; sia contro la logica delle correnti azzurre, spesso contrapposte e litigiose.
Ferrari ha quindi deciso, col passare dei giorni, di rifiutare la candidatura a sindaco perché si è reso conto che la sua discesa in campo sarebbe stata contrapposta a quella del sindaco uscente Giovanni Politano, sostenuto da alcuni elementi di Forza Italia e, soprattutto, da Fratelli d’Italia.
Il comizio di ieri sera di Ferrari, anche se non più candidato a sindaco, aveva quale obiettivo quello di illustrare ai suoi elettori e alla città tutta, sia le ragioni di una scelta e sia le priorità per Paola, ma anche i «fallimenti politici e amministrativi» di Giovanni Politano.
Una reprimenda pungente ma continente, quella del commissario azzurro Basilio Ferrari, che si è poi congedato dalla piazza e dai suoi elettori con un arrivederci.
Ma andiamo ai dettagli.
Aprendo il comizio, in particolare, Ferrari ha subito censuraro chi, in vista di queste elezioni, «sta giocando a tressette con il morto».
Ha poi aggiunto che il suo desiderio era quello di continuare la sua esperienza amministrativa, interrotta anni fa, riprendendo il suo lavoro dalle azioni messe in campo nei settori idrico e depurazione, trasporti, porto, viabilità, bilancio e quant’altro.
«Chiunque dovesse vincere – ha detto Ferrari – si troverà ad affrontare un percorso difficile; urge senso di responsabilità, capacità, attaccamento al paese, senso del dovere».
Ha spiegato che, soprattutto in questa fase, si deve fare ricorso a sinergia, a ogni livello, politico e istituzionali, per il bene di Paola.
Si è detto amareggiato, Ferrari, per l’ennesima festa patronale senza un sindaco e, a tal proposito, ha invitato il futuro primo cittadino a realizzare un ente fiera per il 4 maggio.
«La festa patronale – ha detto – deve essere svincolata dalle vicende del Comune», perché se poi un’amministrazione locale cade, ci si ritrova in queste situazioni di difficoltà.
Un evento, la festa patronale, che, secondo Ferrari, deve essere migliorato e ingrandito: «C’è bisogno di una fiera che sia campionaria e di qualità; è necessario invitare le aziende che si occupano delle eccellenze calabresi: il bergamotto, la liquirizia, l’enogastronomia.
E poi spazio alla cultura, alla nautica. Deve essere una fiera in senso più ampio che possa avere un ritorno sul territorio in termini di lavoro, immagine e presenze turistiche. Una fiera organizzata da un Ente che operi 365 giorni all’anno, da realizzare con la partecipazione dei Comuni vicini».
Sulla caduta del sindaco Giovanni Politano, Basilio Ferrari è partito da lontano e, com’era prevedibile, è stato impietoso.
«Mi sono messo all’opera – ha premesso – perché tuttora sono il commissario cittadino di Forza Italia e, quindi, ringrazio il mio partito per avermi dato questo simbolo e stimolato a candidarmi.
Ringrazio Cannizzaro, Gentile, Gallo, Caputo per la fiducia e per quanto hanno fatto, ma quel simbolo a Paola sono io. Non ho bisogno che me lo dia nessuno», ha detto Ferrari, strappando gli applausi della piazza.
Mi sono messo all’opera per tentare di riunire il centrodestra e, comunque, tutte quelle persone che si richiamavano a quella determinata area politica. Ma ciò non è stato possibile perché c’è stata una mancata presa di coscienza da parte dell’ex sindaco Politano, che non ha voluto ammettere» che la sua avventura «è stata una esperienza negativa dal punto di vista politico e amministrativo.
L’ex sindaco Politano in quel momento, e da questo momento, è stato divisivo per il centrodestra, se non per la città intera», ha tuonato Ferrari.
Quello che Politano non ha compreso – ha aggiunto Ferrari – è che non è vero che è stato sfiduciato dalla consigliera comunale Sandra Serpa (l’unica consigliera di maggioranza ad essersi dimessa assieme a tutti i consiglieri di minoranza, determinando la caduta del sindaco: ndr), perché l’amministrazione sua è nata da un errore: l’accordo con il Pd del mio amico Graziano Di Natale assieme a Fratelli d’Italia che non non poteva durare.
Ha dimenticato, Politano, che ancor prima di essere sfiduciato da Serpa, era stato sfiduciato dal Pd di Di Natale, con il quale avevano siglato un accordo.
Politano, pertanto, alla luce di quanto sopra detto, «non era la persona adatta a creare un cartello politico di centrodestra ampio».
E ancora, sempre riferito a Politano: «Ti presenti da sindaco di estrema sinistra (Articolo 1, ndr) supportato da Pd e Fdi e decidi per motivi di opportunismo di aderire a Forza Italia».
E poi quando si mediava per «l’allargamento della maggioranza», ossia per creare «una coalizione che non era più la maggioranza vincitrice alle elezioni», Politano che fa? «Azzera la propria giunta, lasciando l’amministrazione comunale per 40 giorni senza governo, tradendo però gli impegni assunti con Forza Italia e con il centrodestra, a livello locale e regionale, nominando nell’esecutivo un professionista di estrema sinistra.»
Ecco perché – ha ricordato Ferrari – quei consiglieri hanno deciso di dimettersi. «Era quindi inimmaginabile che un sindaco sfiduciato da Fi e Fdi potesse porsi alla guida di una coalizione unita di centrodestra. Politano è divisivo. Non può rappresentare tutte le anime di centrodestra».
Tornando sulla vicenda del porto definanziato, poi, Ferrari ha fatto intendere come l’interesse dell’amministrazione uscente fosse quello di mettere la mani sulla gallina dalle uova d’oro, ossia le consulenze: «Un milione253mila euro di consulenze», ha attaccato, quando impianti, pavimentazioni, deviazione del torrente Fiumarella e quant’altro, rappresentano voci di spesa inferiore a quella immensa somma.
Mentre sui conti comunali, ha evidenziato che si voleva appianare i debiti tagliando e mettendo in vendita gli alberi delle montagne paolane.
Ecco perché Ferrari – ha fatto intendere – lui non avrebbe mai potuto accettare quella linea politica e amministrativa, perchè «nella mia politica, la coerenza, la lealtà e la linearità» non le avrebbe mai messe a rischio, anche a costo di perdere le elezioni.
Ferrari ha poi detto che avrebbe potuto mettere assieme una lista elettorale alternativa a quella di Politano, come da più parti a lui consigliato, ma che, in caso di vittoria, non avrebbe avuto le condizioni di governabilità e, quindi, per il bene di Paola ha deciso di mettersi da parte.
«Al di là del simbolo – ha quindi concluso – a Paola, Forza Italia è dove sono io e io non sono con Giovanni Politano, ma lascio libero l’elettorato di votare secondo coscienza».
Quello di Basilio Ferrari, dunque, è un «arrivederci», non certo un addio.