VAIRANO PATENORA (Ce) – Il magistrato calabrese Pierpaolo Bruni, procuratore capo a Santa Maria Capua Vetere, ha richiesto e ottenuto un divieto di dimora per un 50enne originario di Caserta che minacciava e molestava da tempo i vicini di casa, accanendosi finanche contro il loro cane, cagionando al cucciolo gravi menomazioni fisiche.
Il fattaccio è accaduto nel Casertano.
I militari appartenenti al Nucleo Carabinieri Forestale di Vairano Patenora hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura coercitiva del divieto di dimora nel comune di Vairano Patenora (CE), emessa – su richiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, diretta dal magistrato calabrese Pierpaolo Bruni – dal Giudice per le indagini preliminari nei confronti di un 50enne originario di Caserta.
Le indagini venivano avviate dopo una denuncia/querela sporta dai vicini di casa
dell’indagato, in quanto l’uomo, per futili motivi, con condotte reiterate nel tempo, a
partire dal marzo 2020, li minacciava e molestava in modo da cagionare agli stessi un
perdurante e grave stato di ansia e paura ed il fondato timore per la loro incolumità,
rendendo loro la vita quotidiana impossibile.
La persona sottoposta alle indagini, non solo integrava atti persecutori nei confronti dei vicini di casa, ma si accaniva e procurava delle sevizie anche al cane degli stessi, causandogli delle gravissime menomazioni fisiche mediante il lancio di sostanze
corrosive avvenuto in più occasioni.
A sostegno dell’ipotesi accusatoria — sebbene nella fase embrionale delle indagini
preliminari – risultavano determinanti i video registrati dal sistema di videosorveglianza
che riprendeva il giardino privato in cui il loro cane era solito stazionare.
A seguito della ricezione della denuncia-querela, veniva espletata dapprima una verifica
delle effettive condizioni del cane, da parte dei medici veterinari del Servizio Veterinario
dell’A.S.L. di Vairano Patenora, che confermava le gravi menomazioni fisiche che lo
stesso aveva subito e che le stesse lesioni risultavano coerenti con i fatti oggetto di
denuncia.
La Procura diretta da Pierpaolo Bruni, poi, disponeva una perquisizione personale e domiciliare a carico dell’indagato, eseguita dagli stessi Militari, che nel corso dell’attività delegata rinvenivano nella sua abitazione diverse confezioni di sostanze causticanti che venivano sottoposte a sequestro.