PAOLA (Cs) – L’altro ieri, a Paola, nella centralissima piazza del Popolo, si è svolto un altro partecipato e coinvolgente comizio di piazza di “Libera Scelta”, la lista elettorale guidata dal candidato sindaco Tonino Cassano.
Numerose le presenze, tanto il calore e il coinvolgimento di una piazza del Popolo attenta e viva, che ha fatto registrare, uno dopo l’altro, pungenti interventi di candidati e sostenitori di Libera Scelta: Francesco Frangella e Ottaviano Meoni, aspiranti consiglieri comunali, il sostenitore della lista Giampaolo Calabrò ed il candidato sindaco Tonino Cassano.
Il giornalista Francesco Frangella ha spiegato di aver «deciso liberamente», lui ed i colleghi della lista, di «metterci la faccia» e ciò perché ha visto all’opera Tonino Cassano – quando quest’ultimo ha rivestito il ruolo di assessore comunale alle finanze del Comune di Paola e Frangella gestiva la comunicazione dell’Ente locale – mettere mano alla pressione fiscale, al contenzioso tra il Comune e gli “intoccabili” ed alla riduzione dei debiti.
Tonino Cassano, dunque, ha convinto Frangella (e non solo), tanto da spingerlo a scendere in campo in questa competizione elettorale al suo fianco.
Il candidato sindaco, peraltro, nella sua qualità di servitore dello Stato, è stato «quattro anni sotto scorta a Palermo – ha ricordato il giornalista Frangella – perchè aveva messo le mani sulle casse di Toto Riina e Bernardo Provenzano».
«Mettiamoci tutti assieme – è stato l’appello di Frangella, che ha parlato di una “montagna” che fa “ombra” al paese – perché questa ombra ce la dobbiamo togliere dalle scatole; dobbiamo sentire il bisogno del cambiamento affinché questo avvenga realmente», ha puntualizzato.
Bacchettando, poi, chi ha firmato frettolosamente le dimissioni di consigliere comunale per consentire alla città di andare alle urne in un periodo ben definito: «Ha chi è servita una firma così repentina? A chi è servita una campagna elettorale-lampo?», s’è chiesto.
Ed ha aggiunto: «Ancora oggi ci ritroviamo le stesse facce nelle liste. I candidati sono pluriconosciuti, gente che ha occupato scranni regionali, proivinciali e comunali. E sappiamo tutti cosa hanno fatto», ossia cosa non hanno prodotto, è il senso della critica politica.
«Quale fiducia possiamo avere nei loro confronti?», s’è chiesto ancora Frangella, ricordando che la famigerata pista ciclabile del lungomare è nata dal «debito di una scuola che doveva essere venduta e che non è mai stata venduta. Hanno dunque provocato un debito a cui ha dovuto fare fronte proprio Tonino Cassano quando era assessore».
«Fate un giro per l’area urbana – ha poi aggiunto – e vedrete con i vostri occhi le menzogne a noi propinate. Viale Caritas, per esempio, aveva una cosa buona: il marciapiede. Hanno aperto un cantiere, tenuto fino al 4 maggio scorso che ha causato il disagio per la festa patronale, ed il giorno seguente lo hanno smontato e si sono portati via le mattonelle. Solo questo hanno fatto», ha denunciato il giornalista.
«A Paola perdiamo pezzi di territorio, pezzi di popolazione. Paola è stata scippata del suo status di città. Noi ora abbiamo il potere di crearci il futuro che vogliano, senza confidare più in quegli uomini che vengono qui a prendere i voti, lasciandoci le macerie. Tonino, invece, è un uomo di parola», ha concluso il candidato.
Gianpaolo Calabrò, dal canto suo, dopo aver specificato che lui non è candidato, ma è un sostenitore convinto della lista, ha raccontato le ragioni per le quali «il percorso che noi abbiamo intrapreso alcuni anni fa» con Rete dei Beni Comuni «si è interrotto».
«Un percorso che era stato fatto con Andrea Signorelli ed era iniziato nel 2015», ha ricordato.
«Abbiamo svolto il ruolo di opposizione» tramite Signorelli, in sede di consiglio comunale, «cercando di proporre un modo di fare politica diverso da quello a cui siamo abituati: andare a fondo dei problemi, studiarli, affrontarli».
E si era verificato «un piccolo miracolo; una piccola comunità di persone al servizio del Paese. Abbiamo fatto un lavoro di squadra dietro ogni consiglio comunale, dietro intervenuti e comunciati stampa; c’era il lavoro di una squadra, di una comunità».
Ma poi qualcosa è andato storto e la responsabilità sarebbe da attribuire ad Andrea Signorelli – è il senso delle accuse di Calabrò – perché non sarebbe stato capace di «ascoltare e accettare idee diverse», né di incassare «no».
«Se qualcuno che ostina a fallire e non capisce che c’è un problema di leadership» – ha sottolineato Calabrò – ecco giungere la rottura e la diaspora.
A Signorelli viene contestato anche altro: «non si può costruire la casa a sinistra e strizzare l’occhiolino a destra; non si può parlare di rinnovamento e mettere in lista gente che ha avuto responsabilità politiche; non puoi passare da una parte e dall’altra».
E ciò anche perché, denuncia Calabrò, «le cambiali elettorali, a Paola, si pagano sempre; e se metti in lista persone che portano all’incasso quelle cambiali, allora non sei libero».
E’ poi intervenuto Ottaviano Meoni, volto nuovo della politica, impegnato nel mondo dell’associazionismo e in vari contesti culturali.
«Paola non è cresciuta negli anni – ha denunciato – è solo invecchiata. Prima di affrontare i primi cento giorni» di amministrazione, in caso di vittoria – ha detto Meoni, riprendendo una risposta di Cassano alla domanda di un giornalista – «dobbiamo avere il coraggio di fare i primi cento passi. Serve il coraggio di fare quei primi cento passi per cambiare le cose.
E’ questo il senso delle nostre candidature: fare i cento passi che ci devono allontanare dal passato, da quelle facce che hanno rovinato il paese. Le cose possono, dunque, cambiare.
E non potranno cambiare con chi – le accuse sono rivolte a Graziano Di Natale, ndr – «è stato prima a sinistra, poi a destra, poi a centro ed ha sostenuto pure Politano; e dopo essere stato cacciato da quella coalizione, ora lo presentano come il nuovo, come un uomo della sinistra».
In conclusione, l’intervento del candidato sindaco Tonino Cassano, che ha iniziato citando il presidente della Repubblica e il concetto di libertà: «E’ con libertà – ha aggiunto – ci rivolgiamo a voi, soprattutto ai giovani, che siete il nostro futuro, la nostra speanza, il nostro tutto.
La politica è fatta di spazi e noi ci siamo presi questo spazio, che si sta riempendo sempre di più», ha detto il candidato, riferendosi alla piazza. «La politica non è proprietà privata», ha ammonito, lanciando frecciate a Signorelli, senza citarlo nominativamente.
«Abbiamo atteso fino alla fine per fare un discorso unitario, ma non è stato possibile (ndr: la rottura interna a Rete dei Beni Comuni) e siamo andati da soli, ma, a quanto pare, non siamo da soli, siamo sempre di più.
Noi vogliamo rappresentare chi non va a votare. Rispondiamo alle nostre coscienze e risponderemo al vostro voto se ci darete fiducia. Siamo al servizio di tutti e non vogliamo fare quel “tutti” al servizio di uno. Non prendiamo lezioni di politica da nessuno. A noi interessa fare buona amministrazione e siamo abbastanza preparati per farlo».
Ha poi puntato il dito contro quelli che «sono la manifesta incoerenza: due piedi in due scarpe, saltimbanco dell’opportunismo per ragioni di potere. A noi il potere non interessa. Dicevano: “se non possiamo vincere, dobbiamo stare con chi vince”, questo è il modo di fare politica di qualcuno», denuncia Cassano. «Dovrebbero chiedere scusa», aggiunge.
Poi ringrazia i candidati sindaco Giovanni Politano e Roberto Perrotta perché pubblicamente hanno riconosciuto il buon lavoro fatto da Cassano quando era assessore, una delega difficile, quella del bilancio; gestita «fino a quando lo stesso “birillo” non ha cominciato a sgomitare».
Poi è entrato nei tecnicismi, Tonino Cassano, replicando a quanti non masticano la complessa materia dei conti, ma si sono cimentati comunque in analisi che l’ex assessore al bilancio ha smontato con una semplicità disarmante, ricordando anche la vicenda della tari e del concerto dei tiromancino: «Guardate meglio le carte», ha poi aggiunto.
E quindi, ancora, raccolta differenziata, smaltimenti e quant’altro. Cassano ha dunque ripercorso i punti salienti del programma ed ha aggiunto: «Conosciamo i problemi e sappiamo come trovare le soluzioni».
Un’altra “bastonata” è stata infine riservata a Graziano Di Natale, che ha proposto il taglio del 60 per cento della indennità di sindaco in caso di vittoria, ricordando sia che lui (Cassano), da assessore comunale percepiva solo il 50 per cento di indennità», quindi ci rimetteva economicamente, e sia che nel periodo covid aveva proposto il taglio delle indennità di amministratori ma qualcuno s’è rifiutato».
Cassano ha infine parlato di occupazione, diritti sociali e referendum.
Ecco il video completo del comizio:
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