AMANTEA (Cs) – Nel consiglio comunale di questa mattina, la consigliera di maggioranza Alessia Martire e il capogruppo di maggioranza Arturo Suriano, hanno rimesso deleghe e incarichi delle mani del sindaco Vincenzo Pellegrino e hanno dato voto contrario all’approvazione dell’esercizio economico 2024 https://www.calabriainchieste.it/2025/06/09/terremoto-in-consiglio-comunale-pellegrino-perde-suriano-e-martire/.
In particolare, nella sua relazione, l’ormai ex capogruppo di maggioranza ha posto l’accento sulle “criticità evincibili dai documenti sottoposti al consiglio comunale al fine dell’approvazione del rendiconto della gestione e schema di rendiconto 2024”.
Nello specifico, Suriano ha riferito: «1) Indicatore tempestività dei pagamenti 129 gg. da emissione fattura, rispetto ai 30 consentiti dalla legge. Orbene, tale grave ritardo determina la maturazione obbligata di interessi di mora che ad oggi si attestano al 12,25% su base annua. Una enormità di cui nel rendiconto 2024 non si dà alcuna evidenza e che se conteggiata, peggiorerebbe alquanto i numeri del documento contabile».
A ciò si aggiunga, che, «il mancato rispetto dei termini di pagamento delle fatture commerciali comporta l’obbligo di accantonare a bilancio il fondo garanzia debiti commerciali che determina una equivalente riduzione delle possibilità di spesa per l’ente».
Orbene, «come da deliberazione di giunta n. 42 del 20.02.2025, il fondo garanzia debiti commerciali per il 2025 ammonta ad euro 200.000,00 mentre quello per il 2024 ammontava ad euro. 100.000,00. Questo impone alcune necessarie riflessioni.
Dal 2024 al 2025, la capacità di far fronte ai propri debiti è ulteriormente peggiorata a chiara dimostrazione che il Comune non dispone della cassa sufficiente al pagamento tempestivo dei fornitori e ciò è chiaro indice della nostra atavica incapacità di riscossione che, certo, non si risolve con Agenzia delle Entrate alla quale la norma consente di notificare all’ente impositore le comunicazioni di inesigibilità delle cartelle a distanza di anni».
Tradotto: «Agenzia delle Entrate può svolgere la propria attività di riscossione con tutta calma e con tempi biblici di cui il Comune non dispone. (La legge di bilancio 2023 ha introdotto disposizioni specifiche in materia di comunicazioni di inesigibilità per i ruoli consegnati in determinati anni. Ad esempio, per i ruoli consegnati dal 2000 al 2005, le comunicazioni devono essere presentate entro il 31 dicembre 2028, con oltre 20 anni di ritardo)».
E, ancora: «Noi abbiamo la necessità di riscuotere ed escutere i debitori entro termini di gran lunga più brevi ed Agenzia delle entrate, lo ribadisco, non è la via per il Comune di Amantea. Il fondo garanzia debiti commerciali che contribuisce a negativizzare il risultato di amministrazione, pesa sul rendiconto 2024 per 235mila euro e peserà sul rendiconto
2025 per euro 435mila, con un evidente e costante trend negativo e con equivalente peggioramento del disavanzo di amministrazione».
Inoltre, «questi valori assegnati al fondo garanzia con importi rotondi di euro 100mila euro, 200mila euro etc, mal si conciliano con le percentuali da applicare nel calcolo del fondo di cui trattasi. Per intenderci, tenendo conto, che le spese correnti del 2024 ammontano ad oltre 16milioni di euro, il fondo, per il 2024 avrebbe dovuto attestarsi intorno ad 800mila euro (5% di 16milioni di euro), anzichè ai soli 100mila stanziati, con un fondo complessivo a rendiconto 2024 che sarebbe andato ben oltre 1milione di euro, anziché i soli 235mila registrati ed un disavanzo che sarebbe salito a 17milioni di euro».
Questo basta a rendere evidenti «i dubbi sulla attendibilità dei dati a rendiconto 2024 e sulle modalità di gestione contabile dell’Ente. Inoltre, la riforma PNRR mira a ridurre a zero giorni il tempo medio ponderato di ritardo nei pagamenti per le fatture delle pubbliche amministrazioni entro il primo trimestre del 2025. L’obiettivo è raggiungere un indicatore dei tempi medi di pagamento non superiore a 30 giorni e un indicatore dei tempi medi di ritardo inferiore o pari a zero. Noi siamo lontanissimi da questo obiettivo ed il rischio è quello di non poter più accedere ai fondi del Pnrr».
Altra anomalia «in tema di fornitori e pagamenti è che, sia a rendiconto 2023 che a rendiconto 2024, il Comune chiude con una cassa positiva, rispettivamente di 6 e 10 milioni e tuttavia paghiamo con grave ritardo e generiamo disavanzo. Qualcosa non va nella gestione dell’Ente».
2) Verifica degli Equilibri di bilancio 2024.
«Dall’analisi degli equilibri sulla competenza 2024 emerge che l’Ente è in grado di coprire con le proprie entrate, solo le spese impegnate e non anche i fondi accantonati e vincolati che rimangono privi di copertura per -2.185.752,01 euro (voce di equilibrio W2). Questo dato apparentemente di scarso rilievo è indice di due gravissime criticità. Anzitutto l’incapacità di predisporre un bilancio attendibile che sia in grado di garantire la copertura di tutte le voci di spesa non solo sulla carta ma anche nei fatti rilevati a consuntivo; poi, c’è la ciliegina sulla torta, questo valore del W2 di -2.185.752,01 euro, con la legge di bilancio 2025 diventa una ulteriore mannaia per i conti dell’Ente, nella misura in cui, qualora dovesse confermarsi questo trend anche per il 2025, nel 2026, tale importo di -2.185.752,01 euro, andrà accantonato tra le spese del bilancio di previsione».
Questo renderebbe «difficilissimo chiudere il bilancio 2026 e, a rendiconto 2025, comporterebbe, un ulteriore ed equivalente peggioramento del disavanzo di amministrazione in un vortice di negatività contabile dal quale sarà impossibile
uscire».
3) Fondi accantonati a rendiconto 2024.
«Dall’analisi dei fondi accantonati emerge in tutta la sua drammaticità l’inefficienza gestionale dell’Ente. Sorvolando sull’accantonamento del fondo per debiti fuori bilancio in corso di riconoscimento che rimane invariato e su cui ci sarebbe tanto da discutere, colpiscono, in particolare, due valori: il fondo contenzioso che raddoppia, passando da 720mila euro a 1milione 320mila euro, a chiara dimostrazione di una gestione che ingenera contenziosi in misura molto rilevante e che, con ogni evidenza, andrebbe ampiamente rivista in modo tale da prevenire liti e contestazioni».
Si consideri, poi, che «i contenziosi generano sentenze e i debiti da sentenza sono
sempre da riconoscere quali debiti fuori bilancio, con la conseguente trasmissione
degli atti alla Corte dei Conti e le eventuali responsabilità amministrative ed erariali per tutti i soggetti coinvolti, compresi noi amministratori; Da ultimo ma non certo per importanza, vi è la criticità, in assoluto, maggiore e di più rilevante gravità,
rappresentata dal fondo crediti di dubbia esigibilità che è direttamente connesso
all’incapacità dell’Ente di riscuotere le proprie entrate e che passa dai 12milioni di euro del 2023 (cifra già mostruosa di suo) ai 18 milioni di euro del 2024».
Si tratta «di un valore fuori mercato, insostenibile non solo per il nostro Ente ma anche per enti di gran lunga più grandi del nostro. In sostanza, si certifica che su 25milioni di euro di entrate proprie ancora da riscuotere, se ne potranno incassare solo 7milioni e, probabilmente, potrebbe essere un dato sovrastimato».
Si tratta, con ogni evidenza «di un dato fallimentare che metterebbe in ginocchio qualsiasi amministrazione e che richiederebbe interventi molto drastici sul fronte entrate che, di certo, nulla hanno a che fare con Agenzia delle Entrate che non
rappresenta certo una soluzione alla nostra incapacità di riscossione».
Alla luce di quanto detto e di quanto si potrebbe ancora dire, «appare chiaro come sia stato possibile passare da un disavanzo di 7,5 milioni di euro del 2023 ad uno di 17milioni di euro nel 2024….Basta sommare il peggioramento del fondo contenzioso, quello del fondo crediti di dubbia esigibilità e degli altri accantonamenti, nonché lo squilibrio di competenza (W2, prima citato di oltre 2milioni di euro) e si ottiene il nuovo disavanzo di quasi 17mioni di euro».
Al di là delle considerazioni «ampiamente negative che questa situazione impone a me e credo a tutti, c’è da ritenere che una rimodulazione del piano di cui all’art.268 bis del Tuel, per quanto sia legittimo chiederla, è altrettanto ipotizzabile che non venga concessa o, al più, dati i numeri di questo rendiconto, potrebbero essere imposte al nostro Ente, prescrizioni e vincoli, talmente stringenti da essere oggettivamente insostenibili».
Infine: «Ritengo quindi che il quadro disegnato da questo rendiconto sia a tinte talmente fosche da non lasciare spazio a serie prospettive di ripresa, almeno nel breve periodo. Si aggiunga un ultimo dato che misura l’efficienza gestionale del nostro Ente. Dall’analisi del Conto economico emerge un risultato negativo d’esercizio 2024 pari a – 11milioni di euro a fronte del risultato positivo di +600mila euro del 2023. Questo è un ulteriore e grave indice di inefficienza gestionale che richiede una seria assunzione di responsabilità in merito alla nostra incapacità o impossibilità di programmare una seria azione di risanamento».
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