CETRARO (Cs) – L’escalation criminale, con il delitto del meccanico Pino Corallo e l’incendio dei mezzi della ditta Ecologia Oggi, stravolge l’agenda politica della nuova amministrazione comunale di Cetraro, guidata dal neo sindaco Giuseppe Aieta.
Nel corso del primo consiglio comunale, tenutosi ieri in una sala consiliare affollata, Aieta ha lanciato un appello di aiuto a nome di tutta l’assise. Un cambio di passo urgente, rivolto alle istituzioni e alle forze politiche nazionali, affinché Cetraro non sia lasciata sola di fronte alla dilagante criminalità, che rischia di gettarla “nel buio pesto”. Un messaggio forte che non lascia spazio a dubbi o incertezze, ma incita a un intervento deciso per evitare il tracollo sociale e morale della città.
Il primo cittadino ha ribadito l’importanza dell’apertura della nuova caserma dei carabinieri, il cui contratto di acquisto da parte della Provincia di Cosenza dovrebbe concretizzarsi nei prossimi giorni. In caso contrario, ha avvertito, prenderà decisioni conseguenti. Anche il sindaco di Paola, Roberto Perrotta, ha dichiarato che seguirà l’esempio di Aieta, rassegnando le dimissioni se lo farà il collega di Cetraro.
Tuttavia, Aieta ha precisato che l’apertura di una nuova caserma, che diventerà una tenenza dei carabinieri, non può essere vista come la panacea per la criminalità. “Non dobbiamo illuderci che un presidio militare da solo risolverà tutto”, ha dichiarato il sindaco. “La vera battaglia è quella di costruire argini contro le infiltrazioni mafiose, e su questo la città si sta impegnando dal 2007, con protocolli antimafia su ogni appalto e con la partecipazione dell’ente come parte civile nei processi contro la mafia.”
Appello al vescovo Stefano Rega: “Uniti per la ricostruzione sociale”
Il sindaco ha poi rivolto un appello al vescovo Stefano Rega, affinché, insieme alle altre agenzie sociali, aiuti la città in un progetto di ricostruzione del tessuto sociale sfilacciato. In particolare, è stato evocato il ruolo fondamentale della Chiesa e delle figure sacerdotali locali, come don Francesco e don Ennio (sebbene non si faccia riferimento a don Loris Sbarra e don Agostino Tudda), nel sostenere la comunità verso una rinascita.
Aieta ha ricordato anche figure storiche della lotta alla mafia, come “il martire integerrimo Giannino Losardo e il socialista Mario Marchetti”, sindaco nei terribili anni Ottanta. “Il nostro obiettivo è risollevare la città, farla diventare una locomotiva e non un treno merci”, ha ribadito con fermezza. La “valanga di consenso” ricevuta, ha aggiunto, porta con sé una grande responsabilità e l’urgenza di risposte concrete.
Il Vicesindaco: “Il fronte comune è essenziale”
Il vicesindaco Marco Occhiuzzi ha sottolineato che la vera sfida per Cetraro non è solo la lotta alla criminalità, ma la ricostruzione di un tessuto sociale coeso e solidale. “La battaglia più forte è quella di riannodare le fila di una comunità che rischia di disgregarsi”, ha affermato. “L’ordine pubblico e la sicurezza sono al primo posto nell’agenda amministrativa, ma c’è bisogno di un impegno collettivo che coinvolga tutti: istituzioni, cittadini e agenzie sociali”.
Sabrina Mannarino: “Lavoro e unione sono la chiave”
La consigliera regionale Sabrina Mannarino, ha evidenziato l’importanza di unire tutte le forze politiche e sociali per affrontare la crisi, ricordando che la principale causa delle difficoltà del territorio è la mancanza di opportunità di lavoro.
“Il sindaco deve chiedere aiuto direttamente allo Stato, insieme agli altri sindaci del territorio, per affrontare la radice del problema”, ha sottolineato, aggiungendo che solo con un’azione condivisa si potrà costruire una società migliore. “Andiamo avanti tutti insieme.”
Solidarietà e responsabilità: le parole dei sindaci del territorio
Solidarietà e impegno sono stati espressi anche dai sindaci dei comuni vicini, presenti in consiglio comunale in segno di solidarietà al sindaco Aieta e alla città di Cetraro.
Il sindaco di Paola, Roberto Perrotta, ha ribadito la necessità di stare vicino a Cetraro e di mantenere la coesione istituzionale. “Ma se anche questa volta non vedremo risultati concreti, mi dimetterò insieme al sindaco di Cetraro. Non possiamo più permetterci parole vuote”, ha affermato con determinazione.
Anche il sindaco di Santa Maria del Cedro, Ugo Vetere, ha puntato il dito contro l’atteggiamento delle istituzioni superiori, accusandole di non aver mai dato risposte concrete per il territorio. “Cetraro merita un presidio di sicurezza che garantisca la tranquillità dei cittadini. C’è bisogno, però, che anche la Procura di Paola si svegli”, ha concluso.
La richiesta di un intervento deciso
La situazione è critica e, nonostante gli sforzi della pubblica amministrazione locale, è evidente che senza un forte intervento da parte delle istituzioni nazionali, Cetraro rischia di essere sopraffatta dalla criminalità.
La lotta alla ‘ndrangheta, la ricostruzione del tessuto sociale e la promozione di un’economia sana sono le sfide urgenti da affrontare per restituire alla città la speranza di un futuro migliore.
L’impegno delle istituzioni locali è chiaro, come evidenziato dalla presenza in consiglio comunale dei sindaci di Paola (Roberto Perrotta), Santa Maria del Cedro (Ugo Vetere), San Lucido (Cosimo De Tommaso), Bonifati (Francesco Grosso) e dei rappresentanti dei comuni di Scalea, S. Nicola Arcella e Sangineto.
Ora, però, è il momento che anche lo Stato e le istituzioni nazionali dimostrino di essere davvero al fianco di Cetraro. Non solo con parole, ma con azioni concrete.
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