AMANTEA (CS) – L’ex consigliera di maggioranza Alessia Martire a muso duro contro il sindaco Vincenzo Pellegrino ed i “caproni” che lo stestengono.

«Quanto sta accadendo in seno al comune di Amantea è vergognoso, indecoroso, e ritengo altamente lesivo per l’immagine della nostra amata città», tuona Marite.

«Mi sono candidata con la lista Nea Polis, con sindaco Vincenzo Pellegrino perché credevo nel progetto e nelle idee che avevamo gridato con convinzione sui palchi durante la campagna elettorale. Avevo creduto nel cambiamento e in una possibilità di rinascita del territorio. Così non è stato, anzi negli ultimi tre anni Amantea si ritrova a dover affrontare un secondo dissesto, le cui conseguenze avranno ripercussioni inimmaginabili su tutta la comunità».

Cosa ancor più grave, «e che mi fa riflettere davvero tanto sulla possibilità che è stata data al signor Pellegrino, è quella di ritrovarsi con un sindaco che non ha assolutamente idea di cosa voglia dire amministrare un Comune, non ha il senso di responsabilità nei confronti dell’elettorato, non sa cosa voglia dire dialogare e confrontarsi, non ha minimamente idea di cosa voglia dire stare dalla parte delle fasce più deboli o delle categorie protette».

A distanza di tre anni «mi sono ritrovata, e con me gli amanteani che lo hanno votato, difronte un soggetto arrogante, presuntuoso, saccente e, se contraddetto, anche “pericoloso”. Stiamo vivendo una situazione surreale alla quale da tempo avremmo – da politici responsabili – porre rimedio. Una sola persona “capra” (la Cassazione, grazie a Sgarbi, ha decretato che paragonare una persona a una capra non è offensivo) si può combattere, ma quando a seguirla ci sono un gruppo di pecoroni (suppongo che neanche questa sia offensiva) ogni tentativo di rinascita risulta vano».

Il giorno del consiglio comunale, «delle persone responsabili – dato il delicato compito demandato ai consiglieri comunali, ovvero quello di dover approvare un consuntivo “illegittimo” – si sarebbero dovute alzare dai banchi della maggioranza e della minoranza, votare in modo compatto contro il documento contabile e decretare la fine di questa assurda consiliatura».

Invece, «i soliti tre componenti di minoranza – uno solo di loro ha tutto l’interesse a continuare a sostenere il sindaco, gli altri due non abbiamo ancora compreso perché lo fanno  – invece di chiudere la partita hanno deciso di astenersi dal voto. Il consuntivo, dunque, è passato grazie ai voti di sette consiglieri comunali di maggioranza e del sindaco».

Ciò, sta a significare che «da oggi in poi, in teoria, Pellegrino ha perso il sostegno di quasi tutta la sua squadra. Vale la pena ricordare, infatti, che oltre a me e ad Arturo Suriano, sono andati via anche Andrea Perciavale, Salvatore Campanella e Orazio Mannarino. Praticamente la maggioranza è passata all’opposizione e tre consiglieri di opposizione tengono in piedi la baracca. Una situazione politica paradossale che ha fatto diventare il comune di Amantea lo zimbello di tutto il Tirreno cosentino».

E, poi: «Non entro nel merito delle dichiarazioni rilasciate dal sindaco Pellegrino su quanto riferito da me in consiglio comunale circa la telefonata sua e dell’assessore Osso a un mio legale. Da persona intelligente, avevo volutamente evitato  – per questioni di rispetto, delicatezza, riservatezza e privacy – di fare il nome dell’avvocato, esempio che non è stato seguito dall’amministratore “capra” che amministra il Comune di Amantea, che non solo ha fatto apertamente il nome dell’avvocato ma si è anche preso la briga di mostrare alle telecamere la corrispondenza personale intercorsa con lui. Sarebbe bastato semplicemente leggere la risposta che riguardava la vicenda in questione, ma da un soggetto simile cotanta delicatezza non me la sarei aspettata».

E, comunque, «nessuno ha ancora compreso il motivo che ha spinto un sindaco e un assessore a chiedere all’avvocato se fosse stato lui a suggerire a me di astenermi dal voto sul consuntivo. Al punto in cui siamo arrivati ritengo sia doveroso da parte di tutti i consiglieri riunirci e confrontarci per mettere la parola fine a quest’amministrazione che tanti danni ha già prodotto alla nostra città. Chi deciderà di andare avanti e votare favorevolmente i vari punti che saranno sottoposti all’attenzione del consiglio comunale è bene che si faccia un esame di coscienza e, a tempo debito, se ne assuma le responsabilità».

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