ROMA – Prosegue la strategia mediatica difensiva degli uomini e delle donne del centrodestra di Roberto Occhiuto dopo il video-denuncia del governatore circa una inchiesta penale a suo carico: questa volta, dopo gli interventi di uomini di partito e persone organiche al potere meloniano, è la compagna di Occhiuto ad intervenire a mezzo social: la sottosegretaria Matilde Siracusano (https://www.calabriainchieste.it/2025/06/12/occhiuto-indagato-per-corruzione-strategia-difensiva-cercare-aiuto-sui-social/)
«Associare il nome di Roberto alla parola “corruzione” è una bestemmia. Non una forzatura: una bestemmia.
E sì, sono profondamente arrabbiata. Perché so quanta fatica, quanta dedizione, quanto amore ha messo in questa terra. L’ho visto vivere il suo incarico come una missione. Come un ordine sacro. Senza tregua. Senza compromessi», scrive Siracusano su Occhiuto in merito all’inchiesta della Procura di Catanzaro in cui risulta indagato il governatore calabrese, suo compagno.
Gli altri indagati sarebbero un ex manager di Amaco, l’azienda di trasporti del Comune di Cosenza, ex funzionario di Ferrovie della Calabria e oggi capo della segreteria della stessa Siracusano, nonché un manager vicino al governatore, oggi presidente di Ferrovie della Calabria.
«Roberto è un maniaco del rigore, della trasparenza, della legalità», afferma la sottosegretaria. «Ha azzerato ogni forma di clientelismo», sostiene. «Talmente esigente da sembrare, a volte, sgarbato. Quasi insopportabile. Chi lavora con lui sa bene di cosa parlo».
Ha sempre voluto scegliere i migliori. Altro che manuale Cencelli! Ha scelto persone anche lontanissime dalla sua area politica, pur di far risorgere la sua amatissima Calabria.
Se avessi potuto, avrei assunto tutto il suo staff. Ma, purtroppo, lavorano talmente tanto con lui che non gli resta tempo per nient’altro (aggiungo: la mia segreteria, modestamente, per curriculum e operatività, farebbe invidia a chiunque.)
Questa indagine ha scatenato un’ondata di indignazione e di solidarietà. Trasversale. Spontanea. Perché le persone vedono, capiscono, riconoscono. E non si lasciano abbindolare da certe operazioni.
Io non ho parlato finora per rispetto. Perché Roberto è così: sobrio, discreto, riservato. E perché, a differenza sua, io la fiducia nella giustizia l’ho persa da un pezzo», conclude Siracusano.
La difesa mediatica di Occhiuto, in questo periodo difficile per la sua attività, appare strategica e fondamentale, sia per i politici Occhiuto (Siracusano in primis) e sia per il gruppo di potere meloniano, trattandosi di una inchiesta penale trasversale: Occhiuto punta a ricandidarsi alla carica di Governatore e quanto sta accadendo, oltre a minacciare la sua ricandidatura e comunque una sua riconferma alla guida della Regione, mette a rischio molte poltrone.