ROMA – Era il 29 novembre 2024 quando ai microfoni di Radio Radicale l’ex segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, intervenne contro il leader del sindacato confederale Luigi Sbarra, che, anche in occasione di quell’importante sciopero generale, si era dissociato dalla Cgil e dalla Uil.
Sbarra oggi è stato premiato da Giorgia Meloni e, dopo avere tradito il sindacato e gli iscritti, ha arraffato una prestigiosa e ben retribuita poltrona di sottosegretario.
Un “premio” che, verosimilmente, concepito da tempo e che ha visto Sbarra rompere l’alleanza sindacale con Cgil e Uil, traghettando la Cisl sotto le ali di Giorgia Meloni. Ma se in Cisl oggi nessuno si scandalizza di questo riconoscimento a Sbarra, alla fine del 2024 fu Pezzotta, assieme ad altri 103 esponenti del suo sindacato, a sottoscritto un documento che criticava fortemente la legge di bilancio del governo Meloni e la posizione di Luigi Sbarra, il quale si era dichiarato favorevole a quella manovra, rivendicando il merito secondo cui “le priorità della Cisl sono diventati risultati”.
«Il nostro è un appello contro le decisioni dell’attuale segretario della Cisl, Luigi Sbarra, contro il suo modo di fare, contro questo modo poco rispettoso nei confronti della storia di questo sindacato», denunciava Pezzotta.
«La Cisl è la mia organizzazione, io ci sono ancora iscritto», spiegava l’ex segretario generale della Cisl, bacchettando l’allora leader del sindacato confederale che, anche in occasione di quello sciopero generale, si era dissociato dalla Cgil e dalla Uil.
L’ex leader della Cisl attaccava: «Non abbiamo capito quali fossero le priorità che aveva questa segreteria confederale, non si può dire che le cose che fa il governo ‘sono cose mie’.
Il governo fa la sua azione politica ed è una politica conservativa anziché riformista. E Sbarra non può accreditarsi il fatto che le decisioni del governo riguardino obiettivi che, tra l’altro, lui non ha mai precisato. Anzi, potremmo dire che rispetto alle cose elaborate dai congressi della Cisl c’è una distanza enorme».
E sottolineava: «La Cisl deve fare uno sforzo maggiore per ritrovare l’unità, almeno di azione, con Cgil e Uil, perché i problemi a cui stiamo andando incontro, come la questione climatica, la questione industriale, il salario che non aumenta, la questione della sanità richiedono il massimo di unità del movimento sindacale italiano.
Il dissociarsi e il distaccarsi dicendo che le cose del governo vanno bene non ci convince. Quindi, invitiamo la nostra organizzazione a trovare un punto d’accordo con le altre confederazioni – continua – La nostra idea di sindacato è quella di una Cisl che punta all’unità del movimento sindacale e lo ribadiamo in questa occasione, anche perché la politica di questo governo non ci piace e non ci convince. La Cisl non è mai stata vicina ai governi di destra».
Ecco, la strana strategia di Sbarra, oggi divenuto sottosegretario del governo Meloni.