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Il procuratore di Catanzaro smentisce Roberto Occhiuto: «Accesso agli atti non consentito, è un abuso»

Occhiuto smentito su tutta la linea: «Se qualcosa é stato pubblicato sui giornali é perché a diffonderlo é stato qualcuno degli indagati. Sarà consentito al presidente di fare dichiarazioni spontanee»

LAMEZIA TERME (Cz) – «Non siamo i carnefici di nessuno. Ognuno è libero di difendersi come vuole. Come Procura abbiamo fatto quello che si fa fisiologicamente in questi casi. Nessuna indagine telecomandata». (https://www.calabriainchieste.it/2025/06/18/occhiuto-non-consentiro-la-mia-uccisione-politica-e-non-mi-faccio-azzoppare-mi-sento-stuprato-mi-ricandido/)

Così il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Salvatore Curcio, intervenendo a Lamezia Terme a “Trame”, il festival dei libri sulle mafie, ha parlato dell’inchiesta in cui é indagato per corruzione il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto.

Curcio ha detto, tra l’altro, che l’atto giudiziario ricevuto da Occhiuto e dagli altri indagati é un avviso di proroga delle indagini preliminari emesso dal Gip su richiesta della Procura.

«L’avvio di questa inchiesta – ha aggiunto Curcio – risale al mese di maggio del 2024, quando io ero ancora Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme».

«Quando viene notificata agli avvocati una richiesta di proroga di indagini preliminari – ha poi detto il procuratore Curcio a proposito dell’affermazione di Occhiuto secondo la quale gli sono state negate le carte dell’indagine – la legge processuale non prevede alcun accesso agli atti, indipendentemente da chi lo richiede.».

Curcio ha sottolineato inoltre il fatto che «la Procura non ha diffuso ai media alcun atto dell’indagine. Se qualcosa é stato pubblicato sui giornali é perché a diffonderlo é stato qualcuno degli indagati. Non certamente noi, che non abbiamo alcun interesse in tal senso”.

Curcio ha riferito anche che «uno dei Procuratori aggiunti ha contattato il difensore di Occhiuto per concordare una data, nei prossimi giorni, per consentire al presidente di fare dichiarazioni spontanee. Si sono accordati e si procederà serenamente. Noi non neghiamo diritti. Il nostro ruolo é quello di accertare i fatti».

Una smentita su tutta la linea, dunque, rispetto alle affermazioni di Roberto Occhiuto. E la filosofia resta sempre la stessa: Occhiuto non è diverso dagli altri cittadini. Avrebbe dovuto attendere in religioso silenzio anche al fine di non mancare di rispetto alle Istituzioni o, peggio, interferire su una indagine penale.