CETRARO (Cs) – Il convegno “Rinascita e Resistenza. Storie di coraggio contro la ’ndrangheta”, svoltosi ieri sera al porto di Cetraro, ha rappresentato un momento di profonda riflessione civile e di testimonianza concreta della presenza dello Stato sul territorio.

L’iniziativa, promossa dall’associazione San Benedetto Abate e dalla Fondazione Interesse Uomo, con il patrocinio del Comune di Cetraro, è stata organizzata in occasione del quarantacinquesimo anniversario dell’omicidio di Giannino Losardo, segretario capo della Procura di Paola, ucciso barbaramente il 21 giugno 1980 per il suo impegno nella legalità.

Un appuntamento importante in una città recentemente colpita da gravi episodi criminali: l’omicidio del meccanico Pino Corallo e, pochi giorni dopo, l’incendio doloso ai danni dei mezzi della ditta “Ecologia Oggi”, incaricata della raccolta differenziata. In questo contesto, un segnale positivo arriva dall’assegnazione della nuova caserma dei Carabinieri. Dopo anni di ostacoli burocratici, l’edificio è passato alla Provincia di Cosenza e presto sarà consegnato all’Arma, rafforzando la presenza delle forze dell’ordine sul territorio.

All’evento hanno partecipato le massime autorità civili e militari del comprensorio, esponenti politici e diversi cittadini.

Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Giuseppe Aieta e della presidente del Consiglio comunale Emanuela Matta, si sono succeduti gli interventi degli illustri relatori: Salvatore Vergara, vicario generale della Diocesi San Marco Argentano-Scalea; Rosa Maria Padovano, Prefetto di Cosenza; Domenico Fiordalisi, Procuratore capo della Repubblica di Paola; Maria Grazia Nicolò, Commissario straordinario Nazionale Antiracket e Antiusura; Don Marcello Cozzi, Presidente Fondazione nazionale antiracket e usura “Interesse Uomo”. Don Ennio Stamile, presidente dell’Odv San Benedetto Abate ha moderato gli interventi.

Nel suo intervento il Prefetto di Cosenza, Maria Rosa Padovano, ha ribadito «l’importanza del principio della legalità contro ogni forma di violenza e di limitazione alla vita sana nel contesto sociale che ci appartiene. È fondamentale che la cultura della legalità si diffonda sempre di più, e per farlo bisogna lavorare con le giovani generazioni, attraverso la partecipazione attiva dei cittadini».

Don Ennio Stamile, tra i promotori dell’iniziativa, ha sottolineato come la conoscenza sia la prima forma di resistenza, ricordando il sacrificio di figure come Giannino Losardo, l’imprenditore Lucio Ferrami e tanti altri che come loro hanno pagato con la vita il rifiuto alla corruzione e ad ogni forma di illegalità.

«Credo che Giannino Losardo abbia lasciato una scia luminosa di coraggio. Era un uomo integro – ha dichiarato il Procuratore capo della Procura di Paola, Domenico Fiordalisi – Voleva opporsi alla corruzione tra potere locale e gruppi delinquenziali per questo è stato ucciso. L’impegno delle istituzioni deve essere massimo contro la criminalità organizzata. Sono fiducioso: in una società dove vedo germogli positivi, possiamo fare ulteriori passi avanti nel cammino verso la legalità».

«Noi ci siamo, ed è importante esserci – ha affermato don Marcello Cozzi, Presidente della Fondazione nazionale antiracket e usura Interesse Uomo – Non ci sono alternative quando si è vittime di estorsione e usura bisogna denunciare. Solo così si esce da un abbraccio mortale e si riacquista la libertà».

Un messaggio forte anche quello di Maria Grazia Nicolò, Commissario straordinario nazionale Antiracket e Antiusura che ha insistito sull’importanza di denunciare se si è vittime di usura o estorsione: «Mi auguro che incontri come questo possano incentivare un maggior numero di denunce contro fenomeni di usura ed estorsione – ha detto – Lo Stato c’è, e siamo pronti a privilegiare l’aspetto solidaristico con chi ha il coraggio di denunciare.

La denuncia è un’azione di riscatto sociale, che impedisce alla criminalità organizzata di radicarsi ulteriormente sul territorio. La legalità va soprattutto praticata: dobbiamo stringerci attorno a chi denuncia, e dimostrare che, uniti, possiamo attivare quel circuito virtuoso che lega il cittadino allo Stato»

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