RUSSIA-UCRAINA – Il conflitto russo‑ucraino continua ad evolversi con intensità e tensione, nel giorno in cui Vladimir Putin rilancia l’obiettivo: “tutta l’Ucraina è nostra” e non esclude l’occupazione di Sumy. Sul terreno, le città portuali e industriali ucraine subiscono pesanti assalti via droni e missili. Kiev risponde rafforzando la leadership militare e attende, con cautela, la prossima tornata di colloqui. Un equilibrio fragilissimo tra guerra e diplomazia.
Ultimi attacchi
Nella notte tra il 19 e 20 giugno, droni russi hanno colpito Odessa: un morto e almeno 14 feriti tra civili, inclusi tre soccorritori. Un edificio residenziale, un istituto universitario e infrastrutture strategiche come la stazione ferroviaria sono stati danneggiati.
Kharkiv ha visto simili incursioni con danni a edifici privati e alloggi, seguito da almeno un’altra vittima tra la popolazione.
Bilancio delle vittime
Odesa: 1 morto e almeno 14 feriti. Kharkiv: almeno 1 morto e diversi feriti tra civili.
Nonostante la diplomazia, la capitale Kiev resta bersaglio: un raid successivo, avvenuto tra il 17 e 18 giugno, ha causato 28 morti e oltre 100 feriti.
Riorganizzazione militare ucraina
Il presidente Zelenskyy ha nominato il generale Hennadii Shapovalov al comando delle forze di terra, in un tentativo di rinnovare la leadership e affrontare carenze di mobilitazione tra i giovani volontari. L’obiettivo è aumentare l’efficacia nella difesa territoriale e compensare le perdite da assedio russo.
Dichiarazioni e diplomazia
Al Forum Economico di San Pietroburgo, Putin ha dichiarato che “tutta l’Ucraina è nostra” in teoria e non ha escluso l’occupazione di Sumy, come parte di una “zona cuscinetto”. Il Cremlino prevede di stabilire una data per la terza tornata di negoziati la prossima settimana. È avvenuto anche un ulteriore scambio di prigionieri, il sesto da giugno, tenendo viva la speranza di una tregua parziale.
Contesto economico e strategico
L’UE preme per sanzioni più dure, e la presidente Von der Leyen parla di “pace attraverso la forza”, mentre l’economia russa evidenzia segnali di rallentamento. La Germania è sotto pressione per la fornitura dei missili Taurus, punto d’attrito con Mosca.
Rischi di escalation
La rivendicazione di Putin di “un solo popolo” con gli ucraini e la volontà di occupare nuove città alimentano preoccupazioni su una possibile espansione del conflitto. Il prolungarsi delle tensioni militari e strategiche corre parallelo ai tentativi di pace, ma il rischio di un’escalation più ampia resta alto.
Tra guerra e speranza diplomatica
Il conflitto tra Russia e Ucraina resta segnato da una dura realtà militare: attacchi su larga scala, vittime tra i civili, e strategie di occupazione territoriale. La nomina di Shapovalov e i negoziati imminenti riflettono la risposta strategica di Kiev. Tuttavia, la retorica espansionista di Putin e l’incertezza economica e politica in Europa complicano il quadro.
Il possibile accordo di pace appare al momento un’ipotesi fragile. Se i colloqui della prossima settimana si manterranno su basi reali, potrebbero rappresentare una svolta. Altrimenti, il rischio è che le ostilità continuino, con conseguenze devastanti per civili e stabilità regionale.