CATANZARO – «Quanto emerso dall’inchiesta “Liste d’attesa privatizzate” nella sanità catanzarese rappresenta l’ennesimo segnale d’allarme su un sistema che, troppo spesso, si scopre vulnerabile e permeabile a pratiche opache e distorte. https://www.calabriainchieste.it/2025/07/01/privilegi-per-i-pazienti-che-effettuavano-visite-a-pagamento-arrestati-un-medico-della-dulbecco-e-la-segretaria/
È il momento di agire con determinazione: non possiamo lasciare che siano solo la magistratura e gli organi inquirenti ad accorgersi e intervenire.
Serve da parte del management delle aziende provinciali sanitarie e dalle aziende ospedaliere un investimento deciso nella prevenzione e nel rafforzamento dei controlli interni. Non basta affidarsi al buon senso e all’etica di chi opera nel sistema sanitario regionale, né solo fermarsi alla redazione formale dei piani anticorruzione».
E’ quanto dichiara Pietro Molinaro, presidente della Commissione Consiliare “Contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e dell’illegalità diffusa”.
«In un sistema sanitario complesso dove ruotano ingenti risorse – aggiunge Molinaro – serve facilitare e incentivare l’uso di uno strumento fondamentale previsto dalla legislazione: il whistleblowing (rivelazione di illeciti).
È la pratica di segnalare attività illegali o non etiche all’interno di un’organizzazione, sia essa pubblica che privata. Offre la possibilità a chi lavora dentro il sistema e conosce criticità, sprechi o pratiche scorrette di segnalare irregolarità in modo sicuro e protetto.
Questi episodi – accentua Molinaro -minano la reputazione e la credibilità del sistema sanitario regionale pubblico, offendono il personale onesto e mortificano i cittadini, che oltre a subire ritardi e inefficienze, vengono privati del diritto alla salute.
L’obiettivo di cambiare la sanità calabrese impone tolleranza zero e la misurazione degli obiettivi di prevenzione sui rischi di corruzione e illeciti in generale raggiunti nei diversi ruoli di responsabilità».