Home Mondo Russia-Ucraina, telefonata gelida: Putin ribadisce «gli obiettivi non cambiano», Trump insoddisfatto

Russia-Ucraina, telefonata gelida: Putin ribadisce «gli obiettivi non cambiano», Trump insoddisfatto

Il sesto colloquio telefonico tra i due leader conferma un vicolo cieco diplomatico sull’Ucraina: Mosca non arretra, Washington resta delusa

Donald Trump

RUSSIA-UCRAINA – È un botta-e-risposta diplomatico di alto livello, ma privo di svolte reali. Ieri, 3 luglio 2025, si è svolta la sesta conversazione telefonica tra Vladimir Putin e Donald Trump. Mosca continua a ribadire che “non rinuncerà” ai suoi obiettivi in Ucraina, mentre l’ex presidente Usa si dice “non contento” per la mancanza di progressi.

Un confronto di Stato che, sebbene ricco di tensioni, non offre spiragli concreti di pace.

Svolgimento: un confronto segnatamente franco

Le posizioni in diretta

Stando al resoconto del Cremlino, Putin ha assicurato che Mosca “non arretrerà” dai suoi obiettivi in Ucraina. Lo scopo? Risolvere “alla radice” le cause del conflitto, incluso il nodo NATO, e promuovere vie diplomatiche per Iran e Medio Oriente. Il consigliere Ushakov ha definito il dialogo “franco, operativo e pragmatico”.

Trump: nessun passo avanti

A sua volta Trump ha definito la telefonata “molto lunga”, toccando temi come Iran e guerra in Ucraina, ma dichiarando di non aver ottenuto nessun risultato: “non sono contento… non ho fatto alcun progresso”. Giornalisti di Reuters riportano: “non credo che Putin stia cercando di fermarsi, e questo è un peccato”.

Il contesto strategico

La telefonata è avvenuta dopo che gli USA hanno sospeso alcune forniture militari a Kiev, come missili Patriot e artiglieria di precisione, per preservare le riserve nazionali. Washington però ribadisce che l’aiuto non si è interrotto del tutto. Dal punto di vista di Mosca, tale contegno ha determinato una vaga soddisfazione, ma senza modificare l’approccio russo.

Il teatro ucraino e la reazione europea

Ad arricchire il quadro: poco dopo la telefonata, la Russia ha lanciato il più potente attacco drone su Kiev dal 2022—539 droni e 11 missili, con vittime e danni significativi. L’Unione europea sta negoziando l’invio di sistemi Patriot, mentre Zelensky ha anticipato di voler parlare con Trump già il 4 luglio per chiarire la situazione del sostegno militare .

Un impasse diplomatico

Nonostante le speranze di mediazione americana (come evocato nel call di febbraio), le telefonate di giugno, maggio e ora luglio mostrano una convergenza di forme senza sostanza. Putin resta saldo sul terreno; Trump esprime frustrazione pubblica, ma non ottiene concessioni sul cessate il fuoco o sul ritiro. È un confronto di volontà più che di contenuti: una fase di stallo, presumibilmente destinata a rimanere tale.

Lo specchio di una crisi senza via d’uscita

La telefonata di ieri illumina una dinamica sempre più cristallizzata: mentre la diplomazia si affida a parole progettuali, le azioni sul terreno – droni, attacchi, forniture – restano la sostanza del conflitto.

Per Putin la guerra è ancora un mezzo per riscrivere l’equilibrio strategico, per Trump uno scenario da gestire senza perdere consenso interno.

E l’Ucraina? Resta il campo di battaglia dove politiche, retorica e interessi geopolitici si scontrano con la realtà umana della guerra.

In un conflitto che si gioca su livelli multipli – militare, diplomatico, interno – può la sincerità nei toni trasformarsi in strategia efficace? O rischia di rimanere un’empatica finestra senza reali conseguenze?