Mafia più presente della politica: grido d’allarme di Nicola Gratteri

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“Il politico, mediamente, è presente sul territorio 4 o 5 mesi prima delle elezioni. Un capomafia, invece, è presente 365 giorni l’anno e, anche se dà risposte viziate, drogate e clientelari, le dà”. Sono le gelide, ma forti parole pronunciate da Nicola Gratteri, nel corso della trasmissione di La7 “Di Martedì”, condotta da Giovanni Floris.
Il Procuratore della Repubblica di Catanzaro si sofferma su una serie di concetti rispetto al legame tra mafia e politica.
“Lo abbiamo visto soprattutto durante il periodo del Covid-19: mentre i politici erano impegnati a trasformarsi in esperti virologi, il mafioso dava risposte a famiglie che, da tre generazioni, vivevano con il lavoro nero, che guadagnavano massimo 30 o 40 euro al giorno ed a cui il mafioso portava la busta della spesa o gli dava 200 euro. Per noi che abbiamo uno stipendio assicurato magari sono poco o niente, per loro, invece, era ossigeno”.

Da qui, la secca domanda di Floris: “Quindi, quando arriva il politico sul territorio, che neanche è suo, ormai il più delle volte, deve andare dal mafioso”?

Nicola Gratteri risponde: “Abbiamo notato che gli accordi col diavolo si fanno gli ultimi giorni prima di votare. Quando il parlamentare ha paura di non farcela. Gli viene la sindrome che non ce la fa, è disposto a fare i patti col diavolo e ci sono atti giudiziari in cui si dimostra ciò”.

Giovanni Folino

Nicola Gratteri alla trasmissione di Giovanni Floris
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