L'ospedale San Francesco di Paola

PAOLA – L’unità operativa complessa di ortopedia dell’ospedale San Francesco di Paola, realtà sanitaria produttiva e di eccellenza, diretta da Massimo Candela, ha subito un forte ridimensionamento in termine di risorse. Ciò ha portato alla riduzione dell’attività. La vicenda è stata denunciata dall’ex consigliere regionale Graziano Di Natale, già presidente facente funzione della Provincia di Cosenza.

“Nel silenzio generale, in un clima quasi di rassegnazione, sono trascorse due settimane dalla riduzione dei servizi del reparto di ortopedia dell’Ospedale di Paola. La sospensione, rappresenta l’ennesimo depotenziamento e ridimensionamento, e compromette la centralità che il presidio aveva conquistato grazie alle battaglie in Consiglio Regionale e alla professionalità del personale tutto”, afferma Di Natale.

“Dall’11 gennaio – denuncia l’esponente politico – l’unità operativa complessa di ortopedia dello spoke Paola-Cetraro sta garantendo le urgenze ed emergenze, le attività chirurgiche ed ambulatoriali, le consulenze di pronto soccorso esclusivamente nella fascia oraria dalle 8.00 alle 20.00 dei giorni feriali. Ciò comporterà, per forza di cose, che un eventuale paziente che giungerà al pronto soccorso di Paola, con necessità di consulenza ortopedica dopo le ore 20.00, dovrà essere trasferito all’Hub provinciale di Cosenza. Questa situazione – sottolinea ancora Di Natale – genera non pochi disagi, e i pazienti vengono sballottati da un posto ad un altro”.

L’ex consigliere regionale della Calabria, elemento di spicco del Partito democratico della provincia di Cosenza, denuncia, ancora, quanto segue: “Tutto ciò avviene senza che nessuno abbia la sensibilità di intervenire”.

E poi conclude: “Ritengo opportuno che il commissario dell’Asp di Cosenza prenda provvedimenti urgenti per porre fine ad una situazione davvero assurda. Urge una cabina di regia seria in grado di programmare l’offerta sanitaria del Tirreno cosentino che non può non avere, nel San Francesco di Paola, un presidio in grado di rispondere alle esigenze dei pazienti. Resto in attesa di buone nuove, ma c’è da correggere il tiro perché questa gestione appare insensata”.

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